Per il secondo anno consecutivo, sono stato ospite di Giancarlo Minardi e di tutto il suo fantastico team, che per la terza edizione ha dato vita alla kermesse degli Historic Minardi Day in quel di Imola, nello splendido scenario dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Un evento che riscuote sempre più successo tra gli appassionati, anche perchè una manifestazione come questa fa proprio bene al mondo dei motori. Innanzitutto, perchè si respira quell'aria un po' retrò che fa tanto bene al motorsport, quell'odore di benzina nei box che ti entra nel naso e ti ipnotizza e poi perchè in F1, così come in tanti altri sport motoristici, non hai la possibilità di stare davvero a contatto con i piloti.
Ci sono le sessioni di autografi, ma è difficile vedere dei tifosi che si aggirano per il paddock e per i box, con il controllo degli steward al solo scopo di garantire la massima sicurezza. In più, come se questi primi due motivi non bastassero, c'è lui, il "padrone" della festa, il protagonista di questa splendida due giorni in salsa romagnola, ovvero Giancarlo Minardi, che difficilmente apprezzerebbe quel "padrone", data la sua grande umiltà, anche perchè è il primo a tuffarsi nel mare di tifosi e di appassionati che si recano ad Imola nei due giorni degli HMD. Persona davvero umile e squisita, che dà del tu e non vuole esser chiamato "Signor Minardi", perchè, come dice lui, "Il Signore è uno e Minardi è il mio cognome", sempre con il sorriso sul viso.
E poi, come detto, c'è questa vita da paddock in stile retrò, con le auto presenti difficilmente sentirete la nostalgia della F1 di un tempo, grazie a vetture che con il nuovo secolo han poco a che fare, salvo qualche piacevole eccezione, come le moderne STR03 con cui Sebastian Vettel vinse il suo primo Gp o la magnifica Minardi PS04B appartenente all'ingegner Gabriele Tredozi.
A livello personale, devo dire che, se la prima volta è qualcosa di speciale, come lo è stato lo scorso anno, la seconda partecipazione è stata anche meglio, perchè - innanzitutto - non ho preso la pioggia del 2017 e poi perchè mi son trovato a relazionarmi con un mondo che avevo già conosciuto e che non era distante come ritenevo. Saranno pure piloti ed ingegneri top, che lavorano e competono nelle massime categorie del motorsport, ma alla fine, anche per loro, i Minardi Days sono una festa, quindi vi diranno di sì quando vi presenterete per una foto o per un autografo, saranno come voi quando si tratterà di pranzare, magari ve li ritroverete di fianco ad un buffet o a mangiare una piadina, in pieno stile romagnolo.
Da tifoso, la si vive così, da giornalista, da "reporter" sul campo, l'esperienza è anche più bella. Non hai limiti con quel pass, vai ovunque, stai al fianco dei piloti, parli con loro normalmente e poi c'è la parte più divertente di questo lavoro, quando prendi e gli piazzi un registratore vicino alla bocca e loro parlano, parlano e ti raccontano anche gli aneddoti, i dettagli più minuziosi di una storia che magari nessuno sapeva e che tu farai conoscere al pubblico.
Tornando a parlare dell'evento, oltre alla miriade di vetture che girano in pista - dalle vetture turismo alle F1, dalla T51 alla Mahindra di FE, passando per la mitica Tyrrell P34 - c'è anche la possibilità di salire a bordo di una sportiva e di farsi un giro a tavoletta, ovviamente come passeggeri.
A meno che tu non abbia una tua vettura e che tu non abbia fatto l'iscrizione, perchè in tal caso puoi anche scendere in pista, bastano soltanto la tuta, il casco e le cinture allacciate e ben salde. Oppure, se volete addentrarvi nel mondo virtuale, ci son sempre i simulatori, con la grande novità della Jean Alesi E-Sports Accademy, operazione fresca di lancio a cura del pilota francese e di Matteo Bobbi, che quest'anno è stato presente in prima persona sul circuito del Santerno, anche in virtù del suo legame con la Minardi.
Come se non bastasse, potrei dirvi come è stato trovarsi face-to-face con ingegneri del calibro di Aldo Costa, Gabriele Tredozi e Riccardo Musconi, che hanno reso sensazionale la mia permanenza in circuito, scambiando quattro chiacchiere senza alcun freno oppure di cosa si prova quando, con Luca Colajanni, parli di Michael Schumacher, della Ferrari e non solo.
Magnifica è stata la partecipazione dei piloti, sia Minardi che non, con Luca Badoèr, Martini, Barilla e tanti altri a tenere alto il nome della scuderia faentina, ma anche con fenomeni come Riccardo Patrese, Ivan Capelli ed Emanuele Pirro, tutti sempre pronti a raccontare dei piacevoli aneddoti sulla loro carriera. Infine, per rimanere in questo tema, non bisogna dimenticare i due ospiti principali, Valtteri Bottas e Nick Heidfeld, con il primo che ha regalato spettacolo nelle strade tra Faenza e Brisighella, dove ha poi ritirato un riconoscimento importante come il Trofeo Lorenzo Bandini.
E per chi non è appassionato solo di ciò che succede in pista, ma anche di meccanica vera e propria, è imperdibile il mercatino dei pezzi di ricambio, in cui si trova di tutto per quel che riguarda le auto d'epoca, che si parli di Alfa Romeo, che si parli di Mercedes, così come di tante altre marche. In più c'è la sala conferenze Ayrton Senna, dove quest'anno son stati presenti nomi del calibro di Pino Allievi e Mauro Forghieri, non proprio due così...
Dunque, se ve lo siete persi, nella speranza che ci sia una quarta edizione, ecco alcuni dei motivi per cui andare ad Imola, prendere i biglietti ed immergervi nello spettacolo degli Historic Minardi Day. Anche perchè, a due passi, c'è il monumento ad Ayrton Senna, che per gli appassionati dei motori è come Roma per i cattolici, dunque, un luogo dove andare almeno una volta nella vita.