Gran pilota nelle gare turismo e di durata, a cavallo tra gli anni '70 e '90, Giorgio Francia è stato una dei piloti di punta della Squadra Corse Alfa Romeo, nel corso degli anni. Campione nella Formula 3 tedesca nel 1974, tentò due volte di correre in F1, soprattutto spinto dall'Alfa, ma senza successo, anche a causa dell'ostruzionismo messo in atto dai team. Abbandonato questo mondo, Francia ha ottenuto i maggiori successi della sua carriera, come detto, nelle vetture sport e turismo, specie con Alfa Romeo ed Osella ed è proprio con la casa del Biscione che ha scritto le pagine più belle della sua carriera.
Intanto, nonostante abbia abbandonato le corse, continua a seguire la Scuderia del Portello e tutta l'Alfa Romeo nei vari eventi, che la casa di Arese organizza o ai quali partecipa, anche in compagnia del figlio, Fabio, che ha portato sul tetto del Mondo le due ultime creature, ovvero Giulia e Stelvio, che guidate proprio da Fabio Francia, han distrutto i record sul giro al NordschleifeRing. E proprio Francia sr. in occasione degli HMD ci ha raccontato qualcosa della sua carriera e non solo...
Salve Signor Francia, dopo un anno la ritroviamo qui ad Imola per la seconda volta in tre edizioni degli Historic Minardi Day, cosa ne pensa di questo evento?
L'evento è una favola, se lo scorso anno c’erano tante auto, quest’anno ce ne sono ancora di più, con tante novità, tante vetture splendide e belle da vedere. Tutto davvero favoloso!
Lei ha brillato sia con le vetture turismo che con gli sport prototipi, ma in Formula 1 non è mai riuscito a brillare, cos'è successo?
Beh, la F1 è qualcosa che è arrivato strada facendo, ma nulla di programmato. Se andiamo nel dettaglio, poi, e se parliamo di Monza, quando corsi con la Brabham nel 1977, devo dire che lì fu l’Alfa Romeo a volermi far correre, contro la volontà della Brabham, che dopo quattro giri trovò una scusa e mi fece scendere dalla vettura. Quando son passato con Osella, era solo per una gara e anche lì non volevano che corressi, con la differenza, che lì Gabbiani aveva picchiato in prova e serviva una vettura, dunque decisi di dargli la mia e di chiudere lì la mia esperienza in F1. Il turismo, invece, si è il mio Mondo, quelle gare son fatte per me e mi veniva tutto più semplice.
La sua carriera è legata, indissolubilmente, all'Alfa Romeo, com'è il suo rapporto con la casa di Arese?
Il mio rapporto con il Biscione è un rapporto legato, nel passato, alla storia e anche alle mie soddisfazioni. Oggi, invece, il mio rapporto è che, se han bisogno di qualcosa, vengo chiamato, anche per queste manifestazioni.
Quali sono, negli anni, le sue soddisfazioni maggiori con l'Alfa Romeo?
Beh, potrei iniziare da quando sono arrivato in Alfa Romeo con l’ingegner Chitti, quindi parliamo della 33 con il 12 cilindri, poi lo sviluppo delle F1 e quindi turismo. Diciamo che è sempre stato lavoro, più che divertimento. Del DTM posso dirti che, ai tempi, era il massimo per quanto riguarda i campionati turismo, poi magari sarebbe potuto andare meglio, avrei potuto vincere in due occasioni e ho dovuto lasciar passare gli altri, ma comunque era il mio lavoro.
Dopo i successi della 155 nel DTM e nel Campionato italiano, è arrivato il ritiro dalle competizioni, nonostante la 156 fosse un'erede più che dignitosa. A riguardo, lei cosa ci può dire?
156 ha fatto qualcosa, ma lì io non so, per quello bisogna parlare con le alte sfere dell’Alfa, noi del reparto corse si lavorava in pista, in base alle indicazioni che arrivavano dall’alto. Noi se c’era da lavorare, lavoravamo…
Dopo di lei, anche suo figlio è riuscito a farsi conoscere a bordo di un'Alfa Romeo, anzi due, poichè ha siglato il record al Nurburgring, sia con la Giulia QV che con la Stelvio, cosa ne pensa?
Beh, son tante soddisfazioni, io son sempre stato convinto che lui andasse forte e lo ha dimostrato. Non è riuscito ad emergere nelle corse, perché ci son tanti fattori, ma ha dimostrato di saper guidare e di saper andar forte. Alfa Romeo se lo è trovato in casa e lo ha utilizzato al meglio, quindi una gran mossa da parte di Alfa.
Un'ultima domanda, riguarda la F1, come lo vede questo mondo, lei?
Io non seguo la F1, in realtà, leggo i giornali, ma non di più. Comunque, penso che sia la massima espressione motoristica e che ci sia un’esasperazione ingegneristica, forse anche eccessiva.