Ci ha accompagnati per anni nelle sue lunghe ed emozionanti telecronache in Rai, al fianco dell'Ing.Giancarlo Bruno e Gianfranco Mazzoni, ma Ivan Capelli è conosciuto anche per le sue doti di pilota, che lo hanno portato nel corso della sua carriera a raggiungere traguardi importanti, come la vittoria di campionati come la F3 italiana, la F3 europea e la F3000. In più, l'ex-driver milanese ha ottenuto grandi risultati anche in Formula 1, dove ha conquistato tre podi con la March Leyton House, disegnata e progettata da Adrian Newey, prima di una parentesi infelice in Ferrari. Dopo il ritiro, la sua carriera si è spostata nel mondo del giornalista e, dal 1997, accompagna i tifosi nei week-end di gara, prima con la Rai ed ora, in una veste tutta nuova, su TV8. 

Nel corso degli Historic Minardi Days, siamo riusciti a fargli qualche domanda, sul mondo della F1 e di tutto ciò che gira intorno al più famoso sport motoristico della Terra. 

Salve Ivan, grazie per essere con noi, in questa sua  prima esperienza ai Minardi Days, a caldo, cosa ne pensa di questo evento, giunto ormai alla terza edizione?
"Si, è la prima volta che partecipo ai Minardi Days, nonostante siamo già alla terza edizione e devo dire che, si tratta di una bellissima manifestazione, dove, fondamentalmente, si vive di passione: passione nel vedere vetture che hanno fatto la storia del motorsport negli ultimi 50 anni, ma è anche un tributo, nei confronti di Giancarlo Minardi, perché questa è la sua festa, è un tributo a lui che ha dato tanto alla F1 e all’automobilismo in generale, sia con il suo team che come singola persona, perché ha portato tanti piloti italiani in F1 e perché ci ha regalato tanti campioni del Mondo, perché Fernando Alonso è stato lanciato da lui. Dunque, questa è la miglior festa per rendergli merito, in più, qui si riescono a vedere auto risalenti agli anni ’60, ’70, storiche e moderne, tutte di diverse categorie e l’appassionato può godere di tutto ciò, anche perché l’accesso è libero e ciò dà l’opportunità a pubblico e piloti di stare a contatto".

Dopo aver dominato e vinto in F3, sia in Italia che nell’europeo, lei arrivò in F1, come avvenne il suo approdo?
"Beh, il mio fu un debutto vecchia maniera, con Ken Tyrrell che mi chiamò e mi chiese di guidare per lui, senza dover pagare nulla, dunque cosa abbastanza anomala e, in più, alla seconda gara, riuscì a chiudere al quarto posto, ripagando così la fiducia di Tyrrell e ciò ci diede modo di fare il campionato di F3000 e di andare in Giappone da Akira Akagi, magnate della Leyton House, dove ho corso per 5 anni".

Sicuramente il periodo in March, è stato il più bello per lei, cosa ricorda con maggior piacere di quelle stagioni?
"Il 1988, sicuramente, in cui avevamo una vettura forte, con la quale io e Gugelmin siamo riusciti a tirare fuori il meglio e a divertirci, conquistando anche due podi, con una vettura estrema aerodinamicamente, ma spinta da un motore aspirato, contro i turbo dell’epoca. Gli anni successivi, poi, si è andati avanti con i vari progetti che rispecchiavano in pieno la filosofia estrema di Adrian, che si è portato dietro anche quando è approdato in Williams. Nel 1990, poi, ricordo il Gp di Francia, dove rimanemmo in testa per 46 giri ed è una delle cose più belle della mia carriera, perché siamo arrivati a soli due giri dalla vittoria, sfuggitami solo perché negli ultimi due giri mi si accese la spia dell’olio e fui costretto ad alzare il piede. Senza dubbio, il periodo con la March è quello con più soddisfazioni".

Diametralmente opposto, rispetto agli anni in March, è il periodo in Ferrari, cosa successe e cosa non funzionò quando arrivò a Maranello?
"È successo che siamo arrivati con tutta la voglia del caso, peccato che la F92AT ci ha fatto capire sin da subito che non era la vettura  con i numeri visti in galleria del vento. In più, c’è da dire, che fu una stagione di grandi cambiamenti in squadra, arrivò Montezemolo e quando si dovette cercare un capro espiatorio, fu indicato il sottoscritto come negatività, anche se poi negli anni successivi si è visto che il problema era della vettura e del team, che nelle stagioni successiva ha conquistato gli stessi risultati, grossomodo, quindi si trattava più di un problema tecnico. Però Ferrari è Ferrari, è qualcosa di speciale perché vieni ricordato da tutti, una cosa è guidare in F1, una cosa è guidare una Ferrari, che è una leggenda della F1".

Dopo il suo ritiro, poi, è passato dall’altro lato del mondo delle corse, ovvero a commentare le gare, formando negli anni un trio apprezzato con Gianfranco Mazzoni e l’ing.Bruno, come si è arrivati a questo connubio,  che ha tenuto compagnia agli italiani per lunghi anni?
"Io ho iniziato a lavorare nel 1997 con Tele+, poi nel ’98 la Rai mi chiese di raggiungere Mazzoni nella stagione successiva, mentre Giancarlo ci ha raggiunti nella stagione 2007, quindi dopo un periodo abbastanza lungo, in cui io e Gianfranco abbiamo prodotto un bel servizio, spero. Io e Giancarlo, invece, ci siamo completati e siamo diventati una squadra che ha dato sempre il meglio, per quel che riguarda l’analisi dei GP. Detto ciò, dispiace che la Rai non abbia continuato, perché c’erano i presupposti per continuare a far bene, ma ora io e Giancarlo siamo a TV8, in una veste diversa. Non commentiamo più le gare e le prove, ma per ora questo possiamo fare".

Nella tua nuova veste a TV8, lei si è trovato a commentare anche quanto successo nello scorso GP d’Argentina della MotoGP, quale potrebbe essere il problema e c’è qualche similitudine con la F1?
"Io ho iniziato a correre nel 1978 con i go-kart e nel primo briefing che feci con il direttore di gara, le prime cose che mi furono dette riguardavano le bandiere e il comportamento da tenere in pista, durante i sorpassi. A distanza di 35/40 anni, le cose non son cambiati, anzi i regolamenti son diventati più dettagliati, forse troppo, ma penso che sia in F1 che in MotoGp, sia Marquez che Verstappen corrano con un eccesso di competitività, che non è sbagliato, ma deve essere regolamentare, perché si rischia. Una volta, tra piloti c’era un rispetto diverso, che forse ora manca perché sembra tutto troppo facile e per questo, serve una federazione più incisiva".

Da pilota di esperienza e da opinionista, come vede questo Mondiale di F1 2018?
"Il mondiale, quest’anno, ha la facoltà di essere davvero spettacolare, con una Ferrari che sembra davvero avere una macchina buona, con la Mercedes che ha vinto la sua prima gara solo al 4° GP, dimostrando di essere in difficoltà o, per lo meno, di non avere tutto quel gap, con una Red Bull sempre pronta a sfruttare le occasioni, come successo con Ricciardo… quindi penso sia un bel mondale, che se va avanti così può essere spettacolare".

Vorrei porre le attenzioni, su un pilota che in questo mondiale è sotto gli occhi di tutti e che a Baku ha impressionato, ovvero Charles Leclerc, cosa ne pensa?
"Charles è un pilota che già in F2 ha dimostrato di avere testa, di essere veloce e sta seguendo un percorso con la Ferrari Driver Accademy molto articolato, dove ha messo in mostra tutte le sue qualità, ha dimostrato di essere un professionista, come si chiede ai ragazzi di oggi e a Baku, ha fatto davvero la differenza sul suo compagno di squadra. Probabilmente ha finito la prima fase di rodaggio e ora sta entrando in quel meccanismo che potrebbe portarlo a meritare un’altra vettura…".

Grazie mille Signor Capelli, buon proseguimento e buon divertimento! 
"Grazie anche a voi, buona giornata!"