Dall'Australia al Bahrain, in due settimane cambiano gli equilibri di questo mondiale di Formula 1 sempre più difficile da decifrare: una prima parte di weekend dominata dalla Ferrari, che in un circuito sicuramente più favorevole trova una qualifica perfetta e piazza le due rosse in prima fila. Dietro c'è una Mercedes più in difficoltà, con Hamilton che somma alla penalità di 5 posizioni un Sabato tutt'altro che all'altezza del suo livello: paradossalmente meglio Bottas, che pure non aveva entusiasmato fino a questo momento e che partirà in terza posizione, a ridosso della prima fila.
Tutto questo fa capire che forse sarebbe meglio evitare discorsi troppo esageratamente spinti sul presunto gap tra Ferrari e Mercedes: va tutto visto gara per gara (e forse è meglio così) senza farsi troppe domande su quelle che saranno le fermate successive, e allora è giusto concentrarsi solo su quello che potremmo vedere in quel di Shakir. E allora non si può non parlare di una rossa capace di tirar fuori prestazioni di livello fin dalle prime libere, per poi portare tutto a compimento in un pomeriggio gestito nel migliore dei modi. E se nella prima tornata della Q3 Vettel regala qualche decimo di troppo, nella seconda il tedesco è implacabile: dietro di lui però c'è Kimi Raikkonen, sempre vicinissimo al compagno di squadra e - per ora (obbligatorio specificare, visto il personaggio) - in pieno controllo della vettura.
Parziale delusione, per la seconda volta consecutiva, arriva invece dalla Red Bull: benino Ricciardo, con un 5° posto che si trasforma in una seconda fila grazie alla penalità di Hamilton, mentre Verstappen commette un altro errore che lo costringe a partire dalle retrovie. Gli errori in questo inizio di stagione cominciano a diventare troppi, e per quello che ci si aspetta dall'olandese le cose non stanno andando proprio come dovrebbero. Che abbia un talento sconfinato è assodato, che potrà diventare un campione è anche probabile, ma per ora mancano ancora tante cose, soprattutto dal punto di vista mentale oltre che tecnico.
Più indietro bene la Haas con Magnussen, mentre Grosjean si conferma ancora una volta troppo incostante. La vettura va, ma finché è caldo il ferro va battuto, e per ora si son viste tante belle cose ma pochi risultati. Sorprende invece la Toro Rosso, che piazza Hartley a ridosso della zona punti e porta addirittura in sesta posizione (che diventerà quinta) Gasly: pista sicuramente molto più adatta alla scuderia di Faenza, ma è evidente un netto miglioramento avvenuto grazie al lavoro di queste due settimane, anche se il pilota americano dovrà fare qualcosina di più per stare al passo del compagno di squadra. Bene ancora le due Renault, ancora una volta competitive, e ottimo il miglioramento delle Force India che ritorna a battagliare per la zona punti dopo un primo GP da dimenticare: per Ocon e Perez c'è ancora tanto da lavorare, ma le prospettive sembrano buone.
Nelle retrovie velo pietoso sulle Williams, con Stroll (che farebbe meglio a parlare di meno e spingere di più) dietro addirittura alle Alfa Romeo, con Leclerc che avrebbe potuto fare un giro migliore se non si fosse girato nella tornata decisiva. Al momento però entrambe le scuderie sembrano impossibilitate a competere con gli altri, e anche stavolta si prospetta una gara di grande sofferenza per entrambe. Un po' meglio le McLaren, che però non ripetono l'ottima prestazione di Albert Park, e allora anche per Alonso ci sarà da faticare e sgomitare per bissare il piazzamento a punti di due settimane fa.
Appuntamento allora alle 17:10, per il secondo GP stagionale: a Shakir c'è ancora tanto da vedere, e ci si aspetta tanto da un circuito che ha spesso regalato emozioni.