Il motomondiale 2018 è ripartito allo stesso modo in cui si era chiusa la stagione 2017, con Andrea Dovizioso e Marc Marquez a suonarsele di santa ragione, con il Dovi ragioniere e cinico, dinanzi ad un catalano folle, ma pur sempre corretto e spettacolare. In Qatar, a spuntarla è stato ancora una volta Dovi, che non sarà il campione del Mondo, ma da un anno a questa parte - quando la Desmo va come deve andare - non perde un corpo a corpo, nè con Marquez nè con nessun altro centauro della classe.
Nel primo appuntamento, tutti lo davano per favorito, perchè la Ducati si esalta lungo i 5380 metri del circuito qatariota e anche perchè il Dovi ha un feeling molto particolare, che fino ad ora gli aveva fatto raccogliere tre secondi posti di fila. Era il favorito per la pole, ma l'ultimo tentativo di Zarco gliel'ha scippata e il Dovi si è ritrovato 5°, ma ha sfruttato tutta la sua capacità di ragionare sotto pressione per rimontare. Gestione delle gomme nella prima parte di gara, dove sfrutta anche il 'trenino' in stile Moto3 per rimanere attaccato ai primi, poi aumento costante del ritmo, che lo porta dal 7° al 4° posto, alle spalle di Zarco, Rossi e di Marc e qui inizia il duello.
Il Dottore attacca il francese, che lo respinge, Marquez si butta dentro e lo passa, così come fa anche Dovizioso, che in curva 3 infila "The Doctor". Il forlivese è scatenato, attacca subito Marquez e dopo alcuni giri di studio, eccolo attaccare anche Zarco, la prima posizione è sua, ma mentre Zarco - in crisi con le gomme - si stacca, Marquez non molla un metro e all'ultimo giro i decimi tra i due sono meno di 3. Pochi, ma Dovi prova ad allungare, chiude tutte le porte e lascia solo l'arma della follia a Marc, che attacca all'ultima curva - come a Motegi e come allo Spielberg - ma il risultato è lo stesso, Dovi incrocia e va a vincere in volata, fantastico lui, fantastico il duello e grande inizio di mondiale.
E qui, a mente fredda viene la domanda, sarà ancora il Dovi a contendere la corona iridata a Marquez, forte di un anno di duelli in più e con una Ducati che dovrebbe aver risolto anche i famosi problemi di turning? Per ora, Dovi guarda alle prossime gare a Rio Hondo e ad Austin, dove le Ducati han sempre sofferto e spiega: "Ora bisognerà andare su altre piste per capire. Le prossime non dovrebbero essere buone per noi: l'anno scorso abbiamo fatto tanta fatica, quindi sarà importante provare ad essere competitivi in Argentina ed in Texas".
E sul mondiale aggiunge: "Sembro un po' sbruffone, ma la gente si ricorda solo degli ultimi anni in MotoGP, ma prima Dovizioso si è giocato tanti campionati nella sua carriera, dalle Minimoto fino alla 250. L'anno scorso l'ho fatto anche in MotoGP e ora che quest'anno siamo partiti con la pressione di dover vincere il campionato, siamo riusciti a vincere la prima gara. Io mi sento comodo in questa situazione: la pressione c'è, bisogna gestirla, ma non è un problema per me. L'ultimo step è cercare di migliorare sulle piste su cui abbiamo faticato l'anno scorso. Noi siamo migliorati e l'abbiamo dimostrato in questo weekend, ma non basta mai, perché anche gli altri non stanno a guardare".