Finita l’era Ecclestone, ecco Liberty Media, con tante novità e cambiamenti drastici nel circus della Formula 1. Quello che più ha sconvolto e che più sta suscitando polemiche riguarda le ombrelline. A partire dalla prossima stagione infatti, non vedremo più le grid girls, che hanno accompagnato per anni i piloti e tutte le squadre in griglia di partenza. Decisione importante quella presa da Liberty Media, che ritiene non solo poco necessaria la loro presenza, ma addirittura lesiva per l’immagine della donna, tanto da abolirne la presenza in qualsiasi altra categoria.
“Negli ultimi anni abbiamo guardato i settori che avevano bisogno di un rinnovo in modo da essere più in linea con la nostra visione di questo magnifico sport” afferma Sean Bratches, Managing Director delle operazioni commerciali in Formula 1, che aggiunge: “L’impiego delle ombrelline è stato un punto saldo dei Gran Premi di Formula 1 per decenni, ma noi sentiamo che questa usanza non si trovi in sintonia con i valori del nostro marchio e contrasti palesemente con le norme sociali di oggi. Non crediamo che questa usanza sia appropriata o rilevante per la Formula 1 e per i propri fan di tutto il mondo”.
Con la decisione di abolire le gird girls, si è scatenata l’ira di molti fan e addetti ai lavori, primo fra tutti Bernie Ecclestone. L’ex patron della Formula 1 ha tuonato contro Liberty Media, accusando di falsi moralismi in un’intervista rilasciata a The Sun, in cui afferma: “Credo che stiamo diventando un po’ puritani! Bisognerebbe avere le ombrelline perché piacciono sia ai piloti che ai fan e non danno fastidio a nessuno. Le ragazze erano parte dello show, dello spettacolo. Non riesco a capire come una bella ragazza che sta vicino ad un pilota o davanti ad una macchina di Formula 1 possa essere offensiva per qualcuno. Sono tutte ben vestite, non credo che sponsor come Rolex o Heineken volessero avere ragazze che non fossero presentabili”.
Sulla scia di Ecclestone hanno espresso il loro dissenso anche Niki Lauda e Sebastian Vettel, tra gli altri. Il direttore Mercedes si dice contrariato da una decisione che, a suo dire, va addirittura contro le donne stesse: “L’emancipazione è una cosa, ma questa è una decisione contro le donne. Questa cosa non le aiuta, magari bisognerebbe solo vestirle un po’ di più. In Austria per esempio indossavano il costume tradizionale. Comunque questa scelta non porterà niente alla Formula 1 e alle donne soprattutto. Sono dei pazzi. Le grid girls sono sempre state parte integrante di questo sport e non vedo perché non debbano continuare ad esserlo. Il fatto che ci siano delle donne che ora ricoprano dei ruoli senior non esclude che ci possano essere anche le ombrelline. Se continuiamo così, allora a breve spariranno anche le cheerleaders negli USA!”. Dello stesso avviso è anche il tedesco della Ferrari: “È una decisione ridicola! Erano una tradizione del nostro sport, ci sono molti aspetti da conservare e le grid girls erano uno di quelli”. Lo segue anche Maurizio Arrivabene, che sostiene: “Bisognerebbe pensare a cose ben più importanti”.
Ma cosa pensano le donne in proposito? Anche loro si sono divise, qualcuna prendendo le parti di Liberty Media, qualcun’altra contrariata da una decisione così drastica. A sostenere la tesi degli americani ci sono Claire Williams e Susie Wolff. Il vicedirettore della Williams, parlando con la BBC Sports, sostiene la scelta fatta: “Lo sport aveva bisogno di questa decisione perché è necessario essere al passo con i tempi. LA Formula 1 deve concentrarsi sui miglioramenti per far crescere questo sport cercando il più possibile di attrarre le donne nei ruoli messi a disposizione”. Le fa eco l’ex pilota britannica che, sempre alla BBC, ha affermato: “Non ho mai pensato che fosse una priorità della Formula 1 per evolversi, questa decisione è stata un passo in avanti. Non comporterà la mancanza di donne nel motor sport, potrebbe essere un passo verso la direzione giusta. Devo però ammettere che non mi sono mai sentita offesa dall’utilizzo delle grid girls”.
Si ribellano invece le stesse grid girls, molte delle quali hanno pubblicato tweet al veleno contro Liberty Media. L’accusa è quella di non aver lasciato libertà di scelta alle donne, che hanno scelto questo tipo di lavoro e di cui andavano fiere.