La carriera di Michael Schumacher è costellata di successi e di trionfi, che hanno reso leggenda il tedesco. Ma più delle 91 vittorie, dei 7 titoli e delle 69 pole position, ci sono dei momenti che hanno spedito dritto nel mito, nella leggenda, il Kaiser teutonico. Un sorpasso da brivido, una rimonta da far drizzare i peli o qualsiasi altro "colpo" che ha permesso a Michael di distinguersi dal resto dei colleghi, noi proveremo a ripercorrere il tutto, così da sentirci più vicini al Campione nel giorno del suo 49° compleanno.

Il debutto - Dell'arrivo di Michael Schumacher in Formula 1 si è parlato tanto e si potrebbe scrivere un libro a riguardo. Nel 1991, sul finire di Agosto, Bertrand Gachot, pilota della Jordan, viene arrestato a Londra, dopo una lite con un tassista. Eddie Jordan non sa cosa fare, ma dinanzi a lui si trova Willy Weber, manager di un team di F3, che vuole proporgli un suo pilota, un giovane tedesco che è già nel team ufficiale della Mercedes. Il tedesco dovrà salire a bordo della verde Jordan nel Gp più impegnativo del calendario, quello di Spa, ma nè Weber nè Schumi si pongono problemi, nonostante il tedesco non conosca il circuito. In prova memorizza il circuito in ogni minimo dettaglio, in qualifica, poi, si scatena e porta la piccola Jordan in mezzo ai big, in settima posizione, sorprendendo tutti. La gara di Schumacher durerà solo 500 metri, ma Flavio Briatore è pronto a portarlo a Ponzano Veneto, alla corte di Luciano Benetton.

La prima vittoria, Spa 1992 - Un anno dopo Michael Schumacher è un pilota ormai maturo, pronto a lottare con i grandi del circus. Ha cambiato team, subito dopo l'esordio, perchè Flavio Briatore lo ha scippato ad Eddie jordan per portarselo in Benetton. La stagione '92 è particolare, tutta nuova, perchè a dominare ci sono le Williams-Renault di Mansell e Patrese, dotate di un'elettronica super, che spingono il Leone d'Inghilterra verso il suo primo ed unico titolo. Senna e Schumacher fanno da spettatori, mentre Prost è a casa, in attesa di strappare un accordo con Frank Williams in vista del '93. Dopo le prime 11 gare, Schumacher ha raccolto 5 podi ed ha sfiorato la vittoria, ma senza mai assaporarla realmente e così si arriva sulla mitica pista di Spa.

Si parte con la pista asciutta, con Senna che subito balza in testa, seguito dalle Williams di Mansell e Patrese, mentre Schumacher è 4°. I due Williams scavalcano Senna, ma ecco che arriva la pioggia che scombussola da subito i piani. Le due Williams e le due Benetton rientrano, mentre Senna prosegue. La pioggia non cala e il brasiliano vede crollare la sua strategia, a favore di quella dei rivali, che lo riprendono e in poche tornate lo superano. Quando la pista si asciuga, Schumacher vola ai box e inizia a far segnare tempi da capogiro, con i quali recupera sui due alfieri della Williams, e, al momento della loro sosta, è davanti. Schumi vola sulla pista umida, mentre Senna soffre e crolla, così come Mansell, che, rallentato da problemi allo scarico, gestisce il secondo posto. Per Michael Schumacher è il primo successo, Mansell è 2° a 36”, Senna chiude ad oltre 1’: il dominio di Michael Schumacher sta per iniziare.

Il primo titolo, il 1994 - La stagione 1994 è una delle più funeste della storia della F1 ed è anche la più triste, perchè è l'anno della morte di Ayrton Senna. Il Mago scompare tragicamente a Imola, il 1° Maggio durante il Gp di San Marino, mentre lottava con la sua Williams per portare a casa la prima vittoria della stagione, dopo le due di Michael Schumacher in Brasile e ad Aida. Il tedesco è l'erede designato del Campeao brasiliano, anche se, in pista, Senna lo teme, sa che sta per prendere il suo posto ed è disposto a tutto per batterlo, ma il destino ha altro in serbo per lui. E così, dopo la morte di Senna, Schumacher prende il testimone del brasiliano e punta dritto sul mondiale, forte di una supremazia assoluta nei confronti dei rivali. E invece, la stagione si rivela più difficile del previsto, a causa di una FIA che tenta in ogni modo di ostacolare il tedesco - 4 squalifiche - e lo costringe a battagliare fino all'ultima gara con Damon Hill, insignito dei gradi di leader della Williams dopo la morte di Senna. Il britannico è galvanizzato, ma Schumacher è un falco, sfrutta ogni occasione per difendersi e all'ultima gara arriva con un solo punto di vantaggio sul rivale. 8 vittorie contro 6, che sarebbero potute essere 10 senza il problema al cambio in Spagna e la squalifica a Spa. Comunque, il tedesco non si abbatte e ad Adelaide parte forte, deciso a zittire tutti, a partire dal rivale. Fila via e nella prima metà di gara domina, seguito a distanza proprio da Hill, ma al 36º giro il tedesco commette una leggerezza andando a toccare il muro e al rientro in pista ecco che sopraggiunge Damon Hill. Il pilota della Williams tenta il sorpasso nella successiva curva a destra, ma Schumacher chiude la traiettoria, Hill non riesce a evitare il contatto col tedesco che finisce la sua gara nelle barriere, mentre l'inglese danneggia la monoposto in maniera irreparabile. Tra le polemiche, Michael Schumacher è Campione del Mondo!

La grande rimonta, Spa 1995 - Quattro anni dopo l'esordio, 3 dopo la prima vittoria e con un mondiale in più, Schumacher regala un altro show a Spa. Il Sabato non è fortunato per il Kaiser, che ha problemi è chiude 16°, ma in gara, quando le condizioni diventano impossibili per tutti, si scatena e umilia Hill. Rimonta da subito a suon di giri veloci e l’arrivo della pioggia lo esalta. Rientrano tutti ai box per montare le rain, tranne lui, che si ritrova in testa. Hill si fa sotto, ma Schumacher si difende e lo tiene dietro quel tanto che basta affinchè la pioggia smetta e Hill abbia accumulato solo 3” di vantaggio, che permettono a Schumacher di recuperare tutto il gap in un giro, alla fine del quale è già in testa. Hill soffre, perde oltre 20”. Schumacher prende il largo e, nonostante la bandiera rossa vanifichi il suo vantaggio, trionfa con 20” su Hill, che intanto tra un errore e l’altro riesce a conquistare il 2° posto all’ultimo giro.

La Magia di Montecarlo, Monaco 1996Michael Schumacher non è solo un semplice Campione, è di più, è un funambolo, un Mago, capace di estrarre dal cilindro una magia in ogni situazione. Ed è quello che fa a Montecarlo nel 1996, quando conquista la prima pole position della sua carriera in Ferrari. Siamo negli ultimi minuti e sotto un cielo plumbeo, Michael è in pista alla ricerca del giro perfetto, quello che gli potrebbe regalare la pole, eppure dopo due settori ha 2 decimi di ritardo da Damon Hill. Ci sono meno di 800 metri dalla fine del T2 al traguardo, però sono pieni di curve in cui il Kaiser si esalta e così, non solo scippa la pole ad Hill, ma lo fa infliggendogli 5 decimi! Incredibile, in così poco spazio il Kaiser è stato più veloce del rivale di 7 decimi, la pole è sua!

La prima gioia Rossa, sotto il diluvio, Barcellona 1996 – La stagione 1996 è stata una delle più complicate per Michael Schumacher e per la Ferrari, vettura inaffidabile e lenta, che solo il talento del tedesco riusciva a rendere presentabile. Nonostante le tante difficoltà, la prima vittoria del Kaiser arrivò quasi subito, dopo pochi Gp, in quello di Spagna, al Montmelò. La Ferrari non è veloce, ma c’è un segno positivo, piove e tutti sanno quanto l’iridato si esalti sulla pioggia. Al via, però, Schumacher stecca di brutto e da 3°, si ritrova 8°, lontano dal duo di testa, formato da Villeneuve e Alesi. Dopo 5 giri è già 3°, ma gira 4” più veloce rispetto ai primi due e al 9° giro ecco l’affondo su Alesi, che tenta di resistere ma deve cedere alla velocità dell’asso teutonico, che in un batter d’occhio punta e riprende Villeneuve. È il 12° giro, quando il Kaiser completa l’opera, da lì nessuno riesce a tenere il suo passo e nemmeno un problema al motore lo rallenta, perché sul traguardo Schumacher è 1°, mentre Alesi 2° è lontano 45”. L’opera è compiuta, Michael Schumacher ha vinto il suo primo Gp con Ferrari e lo ha fatto da Campione assoluto!

Brawn-Schumacher, un duo del male, Gp Silverstone 1998 – Sull’accoppiata Brawn-Schumacher se ne potrebbe parlare a lungo, una coppia nata ai tempi della Benetton, che nessuno è riuscito mai ad imitare e a battere. Una coppia capace di colpi di genio come quello del GP di Gran Bretagna, a Silverstone nel 1998. La gara è già decisiva per il titolo, con la lotta Hakkinen-Schumacher che tiene tutti con il fiato sospeso. In pole c’è il finlandese volante, che, aiutato da una McLaren super, sta filando via sul circuito viscido. Il finlandese però azzarda e rompe il musetto, così è costretto a rientrare ai box. Una serie di incidenti ad altre vetture costringe la direzione gara a far uscire la Safety Car. Hakkinen e Schumacher sono di nuovo uno attaccato all’altro. Al 50esimo giro la gara riprende e dopo due passaggi in cui Schumacher mette sotto pressione il rivale, questo commette un altro errore, che regala la testa a Schumi. A due giri dalla fine, si materializza la beffa: alla Ferrari del tedesco viene comminato uno stop and go per aver superato Alex Wurz in regime di Safety Car. La penalità si deve scontare in tre giri, così Ross Brawn si inventa la strategia più pazza e assurda che possa esistere: Michael taglierà il traguardo dalla corsia box. Intanto al tedesco viene detto di spingere come un dannato negli ultimi due giri, il fenomeno teutonico non sa fare altro e così, quando entra nella corsia box ha già vinto, ma allo stesso tempo ha scontato la penalità. I commissari contestano l'idea di Brawn, che però risponde e fa notare che la decisione della sanzione era arrivata con 6 minuti di ritardo sul limite previsto dal regolamento e che, comunque, la comunicazione scritta era poco chiara sul tipo di sanzione da scontare se Stop and Go o 10 secondi da aggiungere al tempo finale. Gli steward decidono di applicare la penalità in tempo che, però, si può comminare solo per infrazioni commesse negli ultimi 12 giri della gara. Quella di Schumi era ben precedente e così per lui non c’è nulla da aggiungere ed è vittoria. Vittoria di Schumacher, ma soprattutto del genio Brawn!

The Perfect Race, Hungaroring 1998 - Ecco come viene definita la gara del 1998. È la gara perfetta di Michael Schumacher e del genio Ross Brawn. Le McLaren dominano in qualifica, ma Schumacher è lì e si incolla al posteriore di Coulthard, che fa un po' da tappo in favore di Hakkinen, volato via in testa. È 27° giro e cominciano i rifornimenti ed ecco che tutti montano gomme nuove e benzina per arrivare alla seconda sosta: la gara di Budapest non si potrebbe interpretare diversamente. Tutti, tranne per Ross Brawn, che sa che per vincere e battere gli acerrimi avversari, occorre andare oltre il limite della vettura. Dopo la sosta chiede a Michael 16 giri da qualifica, per il tedesco è una sciocchezza. Michael rientra un poco prima degli altri, rifornisce al 43° giro, esce leggero e comincia letteralmente a volare fra i cordoli ungheresi. Giri veloci di quasi un secondo al giro rispetto agli avversari, continuamente, senza sosta. Nel frattempo le due Mclaren cominciano ad accusare problemi di affidabilità, rallentano, e Coulthard è il primo a fermarsi per la sua ultima sosta. Hakkinen si ferma al 46° giro, esattamente 3 giri dopo Michael, con problemi al cambio, ma la vettura sembra poter proseguire. Esce però dietro al tedesco. Le Mclaren tuttavia credono di potercela fare, perché Michael ha ancora una sosta da fare. Il Kaiser spreme la vettura sempre di più, esalta i tifosi e porta il suo vantaggio ad oltre 25". La terza sosta fila liscia, e rientra davanti ai due della Mclaren con una grinta mai vista e continua a martellare. A fine gara saranno 10 i secondi di vantaggio su Hakkinen. Un trionfo!

Il miracolo di un Mostro, Malesia 1999 - Sono passati pochi mesi da quando Michael Schumacher, a Silverstone, è incappato nel terribile incidente che gli ha provocato la rottura di tibia e perone, nessuno se lo aspetta in pista, eppure il tedesco fa il miracolo e si presenta a Sepang, pronto ad aiutare il compagno di team Irvine, ma soprattutto pronto a zittire i critici. Il Kaiser è una furia sin dal venerdì, quando strapazza tutti nelle libere ed in qualifica non è da meno, sul nuovo circuito di Sepang, il re è tornato! In Qualifica rifila 1" ad Eddie Irvine, compagno di team e secondo il griglia, mentre Hakkinen è a 1"12. In gara Schumi prende il via, ma dopo 4 giri cede il vertice all'irlandese, mentre lui cerca di tenere dietro le due McLaren. Coulthard lo riesce anche a superare, ma poco dopo è costretto al ritiro, mentre Hakkinen è bloccato alle spalle del rivale, che si comporta da vero scudiero. I pit, però, permettono al Kaiser di tornare in testa, davanti ad Irvine, Herbert e Hakkinen, che ora si trova anche alle spalle dell'inglese. Schumacher spinge e fa segnare giri record su giri record, prima di rallentare e di far passare Irvine, che si invola verso il suo 4° successo, che lo proietta in cima al mondiale. Hakkinen, dopo un paio di giri di sofferenza, sfrutta un errore di Herbert e lo passa, ma è solo 3°. Dopo la gara, però, i ferraristi vengono inizialmente squalificati per una presunta irregolarità riscontrata nelle dimensioni dei deviatori di flusso, ciò renderebbe Hakkinen iridato, ma il successivo ricorso fa annullare la squalifica ed Irvine torna in corsa per l'iride, che però gli sfuggirà a Suzuka.