In un periodo in cui il circus procede serenamente verso la fine di un campionato già deciso nell’assegnazione di entrambi i titoli mondiali, l’aspetto che tiene e terrà banco per i prossimi mesi è quello politico.

In particolare questo verte su due aspetti: la firma del Patto della Concordia in ottica 2021, con relativa decisione sulle motorizzazioni da utilizzare sempre a partire dal medesimo anno e l’accordo sulle power unit per il 2018. Se il primo punto è un qualcosa più a lungo termine, il secondo invece merita una certa dose di attenzione visto che ormai “siamo arrivati”.

Nelle scorse settimane, si era convenuto sotto la spinta di Ferrari e Mercedes di usare solo 3 motori per un calendario, quello del 2018, particolarmente ricco, che conterà 21 gare. Uno sforzo tecnologico ed economico che vuole portare ogni power unit a durare sette gare o qualcosa di più, che ha portato i costruttori ad investire già una cospicua quantità di risorse per allungare la vita delle unità turbo ibride.

In tal senso, indiscrezioni vogliono che in sede di Strategy Group, la Red Bull abbia avanzato l’idea di riproporre le 4 motorizzazioni per l’intero anno, così come avviene già per la stagione ancora in corso. L’idea rimarcata dal team manager della scuderia di Milton Keynes Chris Horner è quella di evitare di vivere dei finali di stagione in cui diversi piloti siano costretti a delle penalità per via della sostituzione di varie componenti, come accaduto spesso alla stessa Red Bull e in generale a tutti i motorizzati Renault.

In linea teorica questo avrebbe anche l’appoggio del campione in carica Lewis Hamilton, il quale a seguito del Gran Premio del Brasile in cui si è reso protagonista di un recupero spettacolare, ha voluto sottolineare come la sua gara sia stata resa maggiormente positiva dal fatto che non si sia dovuto preoccupare di gestire la vettura e in particolare la cavalleria della sua W08 Hybrid.

Ma purtroppo la richiesta della Red Bull è stata subito stoppata dalla Ferrari la quale, attraverso Sergio Marchionne a Maurizio Arrivabene, ha fatto valere i motivi di spesa già effettuati per migliorare l’affidabilità e la durata delle componenti.

A modo di vedere del sottoscritto, è chiaro che la respinta della proposta di Horner è capibile secondo un giudizio di metodo. E’ evidente che delle decisioni ormai prese in sede di Consiglio Mondiale è difficile che vengano modificate nello Strategy Group, visto che in quest’ultimo contesto c’è bisogno dell’unanimità che evidentemente viene meno. Sul merito della questione, ci sarebbero da fare diverse discussioni, che però esulano dal merito del presente articolo, visto che la materia è abbastanza complessa.