Dopo una stagione difficile, lunga e combattuta, Lewis Hamilton riesce a godersi, finalmente, il suo quarto titolo iridato. Il titolo sfuggitogli lo scorso anno, che ora è realtà e che gli permette di sedersi al fianco del rivale-amico Sebastian Vettel e del grande Alain Prost, tra i tetra-campioni del Mondo. Ora la sfida con il tedesco si prolunga e nel mirino di entrambi c'è Juan Manuel Fangio.
Un mondiale che ha provato entrambi i piloti, legati da un sentimento di amore-odio che li fa divertire in pista, ma anche scontrare come nel post-Baku, quando volarono parole grosse, ma tra i complimenti e gli abbracci sembra che sia ormai acqua passata: "Il mio rapporto con Sebastian è ok. Non siamo due ventenni ma uomini adulti, e come accade nel tennis o nel golf, quando osservi i grandi campioni ti accorgi che la forza mentale è tutto. E’ la mente che controlla ciò che fai. Se penso a Sebastian, so cosa ha realizzato negli ultimi anni, so quanto sia coerente, so quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze. Così come conosco i punti di forza e quelli deboli della sua monoposto. Stelle come Nadal, Federer ed altri atleti top, sono un esempio per tutti, e cerco di cogliere ispirazione da ciò che fanno. Forse ci saranno dei momenti nei quali mi odia, più di quello che ho la sensazione di fare io.... cerco di non avere alcuna negatività nella mia vita, non importa cosa viene scritto e ciò che la gente dice, sono riuscito a costruire questo tipo di barriera che mi permette di rimbalzare la negatività, perché sono convinto che l'amore e la positività conquistino tutto e tutti”.
Ora, però, Hamilton punta alla quinta corona iridata, ma prima vuole godersi un po' la famiglia e gli amici, che lo hanno supportato in questa stagione: "Sì, quattro titoli sono un gran numero. Mi godrò un po’ questo mondiale, ma dopo inizierò ad aver voglia del numero cinque. Alla fine quello che faccio è qualcosa che amo, e lo faccio con persone straordinarie, e con il supporto della mia famiglia. La mia esperienza mi ha insegnato che non bisogna sempre ascoltare persone che vogliono dirti cosa devi fare, ad un certo punto sei tu che devi imparare a leggere in te stesso e capire cosa vuoi davvero. Tra un po’ vorrò il quinto titolo…”
In Messico, dopo la partenza, per Hamilton la gara è stata in salita e negli ultimi giri, dopo una dura rimonta, il britannico si è trovato fianco a fianco con Fernando Alonso, autore di una gara super, a bordo di una McLaren non proprio veloce. L'asturiano è un osso duro e Hamilton ha perso del tempo prezioso dietro allo spagnolo, che non gli ha ceduto il passo facilmente, segno che in lui batte ancora la fiamma dell'agonismo ed Hamilton spera che il pilota della McLaren possa tornare a lottare il prossimo anno: "Fernando, è un duro, la sua monoposto mi è sembrata fantastica in certi settori in Messico, e spero davvero che la McLaren possa avere un 2018 migliore, una motore competitivo ed anche una monoposto all’altezza, per il resto Fernando lo conosciamo. Ho apprezzato il nostro confronto, e spero che ce ne siano molti altri la prossima stagione...”.
10 anni fa Lewis Hamilton perdeva il mondiale nella stagione d'esordio con la McLaren, solo un anno dopo lo avrebbe vinto ai danni del povero Felipe Massa, con un finale thrilling. In McLaren, poi, il britannico era coccolato e supportato da tutti e quando arrivò la decisione di passare alla Mercedes, in molti storsero il naso: "Quando presi la decisione di lasciare la McLaren molta gente aveva pensato che la mia scelta di puntare sulla Mercedes non fosse la migliore per la mia carriera. Ora sono passati degli anni, e credo che tutti abbiano cambiato opinione. Ma credo sia cool vedere uno sportivo che si prende un rischio come ho fatto io e ce la fa. Sono felice e orgoglioso della scelta fatta, ma anche di tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare questo sogno. Ogni titolo è stato difficile, ma in modo diverso. Nel 2015 ho avuto una grande consistenza, ma quest’anno il titolo è arrivato come nel 2008, combattendo contro un’altra squadra, un team che ha fatto la storia”.
Tanti si augurano un team Hamilton-Vettel nel futuro, con il neo-iridato a Maranello, a coronamento di una carriera già di per sè piena di successi e di trionfi. Lewis ammette di amare la Ferrari, ma non va oltre: "La macchina Rossa, il mio colore preferito, una macchina sempre bella da vedere in pista ma non semplice da battere. Sono davvero orgoglioso di aver combattuto contro un avversario quattro volte campione del mondo, un pilota che ha una grandi capacità e che sa come vincere dei campionati. Sono cresciuto guardando la Formula 1 e i duelli come quello di quest’anno credo siano quelli che regalano emozioni".
Infine, Lewis ha parlato della sua stagione, una delle più vincenti, ma anche la più difficile, tra quelle iridate, al pari del 2008. Frutto di un certo equilibrio iniziale nel confronto con la Ferrari, che si è risolto nella seconda parte di stagione, grazie ad una Mercedes indistruttibile e una Ferrari veloce, ma fragile: "La nostra monoposto 2017 ha confermato grandi qualità, ma in generale la filosofia che abbiamo portato avanti negli ultimi anni ci ha portato ad enfatizzare alcune soluzioni che non si sono sposate al meglio con i nuovi regolamenti. Abbiamo perso un po’ di carico aerodinamico, ad esempio, ma alla fine è stato comunque un grande anno per come abbiamo reagito. Dopo il Gran Premio di Malesia ci siamo seduti intorno ad un tavolo ed abbiamo avuto il debrief più lungo che ricordi".
Ed è proprio al team e a tutti i ragazzi di Mercedes motorsport, che va il ringraziamento più importante di Hamilton: "E’ incredibile come i ragazzi del team ascoltino ogni singola osservazione, chiedano sempre maggiori informazioni, più numeri hanno e meglio è per loro. Ed io e Valtteri abbiamo lavorato al massimo per fornire le informazioni. Non credo che in generale abbiamo avuto a disposizione la migliore monoposto, ma credo che siamo stati la squadra migliore, riuscendo a venir fuori da momenti difficili. Per esempio, a Singapore eravamo certi che non avremmo raccolto nulla, ed invece è arrivato molto più di quanto avessimo sperato. C’è un lavoro incredibile dietro a un successo, e ovviamente senza un gran team non sarei dove sono”.