Doveva essere uno dei gran premi più adatti alla Ferrari, quello dove recuperare la testa della classifica e mantenere un vantaggio cospicuo in vista del rush finale. Il clamoroso botto alla partenza ha mandato davanti Lewis Hamilton, vincitore in carrozza in una gara dove l'obiettivo massimo sembrava - ad andar bene - il podio. Il +28 in classifica dell'inglese su Sebastian Vettel potrebbe aver messo una seria ipoteca su un mondiale fino a questo momento combattutissimo e giocato sul filo del rasoio, dove nessun pilota era mai riuscito ad ottenere un vantaggio in classifica superiore al punteggio massimo di gara (25 punti). Mancano ancora 6 GP al termine, andiamo ad analizzare dove la rossa potrebbe recuperare lo svantaggio e dove invece la Mercedes potrebbe chiudere definitivamente i giochi.
MALESIA - KUALA LAMPUR
Si resta in Asia per volare in Malesia, su un circuito ormai da più di un decennio tra i classici della Formula 1, arrivato all'ultima edizione prima di uscire dal calendario. Il tracciato di Kuala Lampur caratterizzato da parti molto tecniche fatte di curve e cambi di direzione, dove la Ferrari potrebbe guadagnare in virtù delle sue caratteristiche. Resta però la parte finale con l'ultimo rettilineo prima del tornante e quello del traguardo, dove la velocità di punta potrebbe togliere decimi preziosi alla rossa. Rimane tutto sommato un circuito dove qualche punto si potrà recuperare, ma non si potrà più sbagliare nulla. Infine, cosa da non dimenticare, il record di vittorie (4) appartiene a Sebastian Vettel, l'ultima ottenuta proprio in rosso nel 2015. Il tedesco sa come far rendere al massimo la propria vettura su questo circuito, e certamente non si farà pregare anche stavolta.
GIAPPONE - SUZUKA
Ecco un altro tracciato storico, ancora in Asia: Suzuka ricorda da sempre momenti importantissimi della storia recente ferrarista. Spesso positivi come le grandi vittorie di Michael Schumacher, ma anche negativi come il testacoda che di fatto privò del mondiale Fernando Alonso nel 2012. Si tratta anche questo di un tracciato tortuoso, soprattutto nella prima parte con le numerose S da sempre punto focale del circuito. Anche qui però nel finale le Ferrari potrebbero perdere qualcosa, essendo il terzo settore più veloce rispetto agli altri due, ma in generale anche in Giappone l'imperativo è guadagnare. La Ferrari può rendere bene su un circuito così e potrebbe recuperare altri punti in vista del finale.
STATI UNITI - AUSTIN
Si va dall'altra parte del mondo, per la quartultima prova del mondiale. Pista particolare quella di Austin, dove conterà molto l'assetto scelto per il week-end. Il circuito infatti alterna tratti favorevoli alla rossa ad altri dove le frecce d'argento possono dire la loro. Starà ai piloti giocarsi la vittoria e dei punti che a questo punto del mondiale diventano fondamentali. Importantissimo non sbagliare nulla all'inserimento delle varie S, dove le curve messe una dietro l'altra presentano lo stesso punto di corda e sbagliare l'ingresso alla prima comprometterebbe la percorrenza anche delle successive, con una netta perdita di tempo sul giro. Possiamo parlare di 50/50, con i piloti che in questo caso saranno ancora più decisivi.
MESSICO - CITTA' DEL MESSICO
Qui invece dovrebbe essere la Mercedes a svettare, anche se lo scorso anno Vettel non andò malissimo e - a prescindere dalla polemica con Verstappen - senza la penalità sarebbe salito sul podio. Circuito particolare quello messicano, dove ad una configurazione da alto carico aerodinamico (dovuta anche all'altitudine di oltre 2000 metri) si sommano delle velocità da circuiti come Monza o Spa, essendoci una resistenza aerodinamica minore rispetto ad altri tracciati. Nella parte centrale la Ferrari potrà limitare i danni, ma i rettilinei dello stadio saranno una manna dal cielo per la Mercedes, che se dovesse aver mantenuto il vantaggio iniziale potrebbe mettere la parola fine al mondiale.
BRASILE - INTERLAGOS
Penultima prova del mondiale, altro circuito classico del calendario di Formula 1. Tanti saliscendi, cordoli alti, curve impegnativi e due rettilinei dove si arriva alla massima velocità possibile. Un circuito "old style" con tutto ciò che esso comporta. Difficile capire qui quale delle due vetture potrebbe essere favorita, anche se dal punto di vista storico la Ferrari ha sempre reso bene in Brasile. Conterà sia l'efficienza sul piano della potenza, sia la trazione nelle curve lente, come nella parte centrale o nella S do Senna. Sarà necessario quindi un bilanciamento perfetto per rendere lungo tutto l'eterogeneo circuito. Bisogna ricordare anche che saremo praticamente a fine campionato, con tutte le incognite che ne derivano dal punto di vista motoristico. Le power unit qui saranno già belle che finite, e chi avrà le componenti meno usurate potrebbe spuntarla.
ABU DHABI - YAS MARINA
Ultimo atto ancora una volta ad Abu Dhabi. Anche qui un circuito eterogeneo, con un layout che prevede cinque tratti molto veloci alternati ad altrettanti settori più lenti e tecnici. Nelle parti lente la Ferrari potrebbe essere avvantaggiata dall'alto carico che esse richiedono per una perfetta aderenza, ma sulle parti veloci il rischio è di perdere km/h importanti nei confronti della Mercedes. Rimane un circuito dove tutto è aperto, anche se - e non è un dato da sottovalutare - la Ferrari è andata solo 4 volte a podio su 8 edizioni, con un solo pilota, e soprattutto non ha mai vinto. E' anche vero che nel 2009 Sebastian Vettel riuscì a battere il dominio Brawn e ad alzare le braccia negli Emirati Arabi, ma è passato troppo tempo per poterlo considerare un dato attendibile. Logica vuole che sarebbe meglio arrivare qui in vantaggio, per poter gestire la gara in maniera diversa, e possibilmente meglio di quanto fatto nel 2010.