30 Agosto 1992, la F1 è in scena sul circuito di Spa-Francorchamps, tra le Ardenne e, come nel più classico dei GP del Belgio, in gara il meteo fa la sua parte. Si parte con la pista asciutta, con Senna che subito balza in testa, seguito dalle Williams di Mansell e Patrese, mentre Schumacher è 4°. I due Williams scavalcano Senna, ma ecco che arriva la pioggia, che scombussola da subito i piani. Le due Williams e le due Benetton rientrano, mentre Senna prosegue. La pioggia non cala e il brasiliano vede crollare la sua strategia, a favore di quella dei rivali, che lo riprendono e in poche tornate lo superano.
Quando la pista si asciuga, Schumacher vola ai box e inizia a far segnare tempi da capogiro, con i quali recupera sui due alfieri della Williams, e, al momento della loro sosta, è davanti. Schumi vola sulla pista umida, mentre Senna soffre e crolla, così come Mansell, che, rallentato da problemi allo scarico, gestisce il secondo posto. Per Michael Schumacher, che aveva esordito un anno prima, è il primo successo, Mansell è 2° a 36”, Senna chiude ad oltre 1’: il dominio di Michael Schumacher sta per iniziare.
La storia di Michael Schumacher in F1, però, inizia giusto un anno prima, quando, durante il Gp del Belgio del 1991 fa il suo esordio in situazioni alquanto ambigue e particolari. Nelle settimane che precedono il Gp, Bertrand Gachot, pilota della Jordan, finisce dietro le sbarre a Londra, in seguito alla lite con un tassista, che Gachot attacca con uno spray urticante, vietato in Gran Bretagna. Così, Eddie Jordan, a pochi giorni dal Gp di Spa, si trova senza pilota, ma gli va in soccorso Willy Weber, manager e proprietario di un team di F3, che gli propone un giovane tedesco di cui si parla un gran bene: Michael Schumacher. Weber, per spingere in F1 il suo pupillo, mente e racconta a Jordan come il suo Schumacher conosca alla perfezione i 7 km di Spa. In pista non si può girare e così, per imparare il circuito, Schumacher passa un’intera giornata ad affrontarlo in bici e già dalle libere sorprende, piazzandosi vicino al compagno De Cesaris. In qualifica, poi, fa il numero e piazza la sua Jordan al 7° posto. La gara dura soltanto 500 metri, ma Schumi è sulla bocca di tutti.
Tre anni dopo il suo esordio e a due dalla sua prima vittoria, Michael è di nuovo trionfante in quel di Spa, ma è una vittoria con il giallo, perché subito dopo il traguardo, la B194 del tedesco viene squalificata per un’irregolarità del fondo, troppo consumato, che regala la vittoria al rivale Damon Hill. Quando nel 1995 si torna a Spa, Michael vuole la sua rivincita, ma la sorte gli gira le spalle al Sabato, quando il tedesco si piazza al 16° posto in griglia. In gara, però, quando le condizioni diventano impossibili per tutti, il Kaiser si scatena e umilia Hill. Rimonta da subito a suon di giri veloci e l’arrivo della pioggia lo esalta. Rientrano tutti ai box per montare le rain, tranne lui, che si ritrova in testa. Hill si fa sotto, ma Schumacher si difende e lo tiene dietro quel tanto che basta affinchè la pioggia smetta e Hill abbia accumulato solo 3” di vantaggio, che permettono a Schumacher di recuperare tutto il gap in un giro, alla fine del quale è già in testa. Hill soffre, perde oltre 20”. Schumacher prende il largo e, nonostante la bandiera rossa vanifichi il suo vantaggio, trionfa con 20” su Hill, che intanto tra un errore e l’altro riesce a conquistare il 2° posto all’ultimo giro.
L’anno successivo Schumi cambia tuta e giunge in Ferrari come il Messia, pronto a risollevare le sorti del team, ma la stagione, a causa dei tanti problemi di affidabilità, non è proprio la migliore. Dopo la vittoria a Barcellona, arrivano solo dei podi, ma di vittorie non se ne parla. Servono la solita Spa e, naturalmente, la pioggia, miglior alleata di una Ferrari in netto svantaggio rispetto alle Williams. Schumacher schizza al 2° posto in partenza, e poi pressa a lungo Verstappen, fino a quando non va a muro e costringe la direzione gara a far entrare la SC. Schumi rientra, mentre Villeneuve prosegue e, quando pitta, è dietro al tedesco, che segue le due McLaren, uniche a non fermarsi. Villeneuve risale e prova ad attaccare il ferrarista, che, quando le due McLaren rientrano, sale in testa, seguito proprio dal canadese e da Hakkinen, mentre Coulthard va a muro. Sotto la bandiera a scacchi è trionfo, con Michael che batte il rivale canadese e Hakkinen, 3°.
Ma è nel 1997 che Michael Schuacher compie il numero. Partito dalla terza posizione, il tedesco, alla partenza, che avviene dopo 4 giri dietro SC, sopravanza Jean Alesi e alla fine del Kemmell è già davanti a Jacques Villeneuve. Dal sorpasso su Alesi a quello su Villeneuve, Schumacher recupera 1”5 al canadese, sfruttando solo l’uscita dalla Source, l’Eau-Rouge e il lungo rettilineo. Michael si invola, in un giro infligge 10” al rivale, il distacco più grande di sempre in un singolo giro. Alla fine, Michael completa il suo dominio con 26” di vantaggio su Fisichella, 2°, che precede Frentzen, mentre Villeneuve è solo 5°.

Il 1998, invece, è l’anno del grande caos. Il diluvio travolge le Ardenne e alla partenza, alle spalle dei primi 3, succede il finimondo, con Coulthard che innesca una terribile carambola, che coinvolge 15 vetture, terribile! Alla ripartenza, Schumacher scatta bene e alla Source attacca all’esterno Hakkinen, che resiste e si gira. Il finlandese, poi, viene messo KO anche da Herbert. Il giro seguente, Coulthard, ritornato in pista con il muletto, centra Wurz e chiama in pista la SC, che rientra al 3° giro. Schumacher si scatena e in 5 giri va a prendere e sopravanzare Hill. Intanto vanno out Villeneuve e Verstappen, rischiano anche Irvine ed Alesi, mentre Tuero è abbandonato dalla sua Minardi. Schumacher vola e si appresta a doppiare David Coulthard, compagno di Hakkinen in McLaren. Siamo in discesa, verso Pouhon, e Schumacher, sperando nel codice che vieta a chi sta subendo il sorpasso – specie se doppiato – di rallentare di colpo, si trova davanti lo scozzese, che vedendo il tedesco negli scarichi quasi inchioda: il contatto tra i due è inevitabile. Schumacher rientra ai box su tre ruote, Coulthard senza alettone, ma il meglio – o il peggio – deve ancora arrivare. Il Kaiser, nero di rabbia, butta volante e protezioni contro il volante e, con il casco ancora in testa, si dirige verso il box McLaren. Domenicali prova a placarlo, seguito da Brawn e Todt, ma il tedesco non sente santi. I due si trovano a contatto e servono tutti i meccanici ad evitare la rissa. La gara la vince Hill, ma le polemiche oscurano la prima vittoria della gialla Jordan, figlia del volpone Eddie.
E così, dopo il 1999 senza Spa, Schumi torna sulla pista amica nel 2000, in piena lotta con Mika Hakkinen. Il tedesco vuole tornare alla vittoria, ma Hakkinen non ci sta e già al sabato sigla la pole. In gara, dopo la partenza dietro SC, Schumacher sopravanza Button e Trulli, per mettersi a caccia del poleman Hakkinen, scappato via. Al 13° giro, Hakkinen va in testacoda, dopo aver toccato un cordolo umido, e perde la posizione ai danni di Schumacher, che si trova davanti con 5” sul finnico. Il duello tra i due raggiunge l’apice al 40° giro, quando Hakkinen decide di osare per superare Schumacher, costretto ad un finale in difesa a causa di un assetto inadatto alle condizioni della pista. Il tentativo, però, non si concretizza, poiché Schumi chiude bene e Hakkinen deve alzare il piede, ma, quando il giro successivo i due si trovano Zonta da doppiare, il pilota della McLaren si inventa il sorpasso del secolo. Al momento del sorpasso, Schumacher si butta all’esterno, mentre Hakkinen sorprende entrambi buttandosi tutto a destra, all’interno ed imboccando la curva de “Les Combes” davanti al rivale. Schumacher prova a replicare, ma il colpo è troppo forte e alla fine Hakkinen trionfa davanti a Schumi, che, però, riuscirà ad aggiudicarsi il mondiale.
Il 2001 è l’anno del 5° trionfo di Schumacher a Spa, con il tedesco che scavalca anche Alain Prost nella classifica dei più vincenti di sempre. Il tedesco continuerà la striscia anche nel 2002, mentre nel 2004, anche senza vincere, il tedesco conquisterà il 7° titolo iridato. La gara del tedesco, nonostante il 2° posto in griglia, non è affatto facile, poiché già alla partenza ha delle difficoltà e viene sopravanzato da Alonso e Coulthard, poi, dopo una lunga SC, provocata da un maxi-tamponamento alla partenza, viene superato anche da Raikkonen e Montoya. Raikkonen sopravanza anche Coulthard e si mette a caccia di Trulli, che scavalca dopo il pit al 13° giro. Alle sue spalle, risale Schumacher, che supera Coulthard, Montoya e Trulli. Davanti Raikkonen controlla Schumi, che gestisce il 2° posto, utile per portare a casa il titolo. Dalle retrovie, poi, risale Barrichello, che si porta al 3° posto. Il Gp finisce così, Raikkonen trionfa in quella che diventerà anche la Sua Pista. Schumacher, che di Spa ne ha fatto il suo Regno, conquista il settimo ed ultimo titolo mondiale, l’ultimo della Ferrari, prima dell’arrivo proprio di Raikkonen.
L’ultimo show di Michael Schumacher, a Spa, risale al 2011. Il tedesco, che in quel week-end festeggia i 20 anni dal suo esordio, non inizia per niente bene. Dopo pochi istanti, durante la Q1, perde la posteriore destra e va a muro all’uscita da Les Combes. L’incidente lo costringe a partire ultimo, ma in gara il Kaiser si scatena. Partito dal fondo, Schumacher torna per una gara il Kaiser imbattibile dei tempi Ferrari e risale a suon di ruotate e giri veloci, che lo portano al 5° posto, prima di superare nel finale anche il compagno Nico Rosberg. A 20 anni di distanza dal suo esordio e con il doppio degli anni sulle spalle, Michael Schumacher riesce a dimostrare a tutti che la stoffa è ancora intatta.
La sua carriera si chiuderà, definitivamente, un anno dopo. Dal 2010, anno del suo rientro, al 2012 per Schumacher c’è solo un podio, a Valencia, dietro a Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, i suoi successori in Ferrari. E, poi, qualcuno conta una pole position, la 69°, che non è in nessun albo ufficiale, ma che nessun tifoso può fare a meno di contare, perché Schumacher la ottiene a 42 anni suonati e perché lo fa con un giro da urlo, tra le stradine del Principato di Monaco. Ma la carriera di Michael Schumacher non è un podio e una pole, macchiata da una penalità; la carriera di Michael Schumacher parla di 91 vittorie, 68 pole – che si consideri o no Montecarlo – e soprattutto 7 titoli iridati.
Spa-Francorchamps e Michael Schumacher, un connubio perfetto, iniziato 26 anni fa.