Per quanto venga considerato noioso, il Gran Premio d'Ungheria, spesso ha regalato emozioni ed edizioni spettacolari, rese tali da piloti e meteo, spesso torrido, ma a volte, pazzo e sorprendente.
1986- Partiamo dalla prima edizione, quella del 1986. Senna scatta dalla pole, seguito dalle Williams di Mansell e Piquet, che al terzo giro scavalca il compagno e si mette all'inseguimento di Senna. Al 10° giro arriva il primo attacco, Piquet si butta dentro ed entra su Senna, ma va lungo e Senna si rimette davanti. Passa un giro e Piquet ci riprova: nel modo più pazzo e folle che possa esistere, all'esterno della curva 1. Senna allunga la staccata per difendersi, Piquet ancora di più e, poi, infila l'auto in curva con una derapata da paura, che farebbe impallidire anche un rallysta. Senna è sbalordito, il pubblico è esaltato, Piquet ha strada libera e vola, verso il successo. Quello che viene considerato il sorpasso più bello della storia della F1, regala al brasiliano la vittoria nel primo Gp d'Ungheria.
1989- Passano tre anni e nel 1989, Senna è nuovamente beffato. Questa volta a trionfare è Nigel Mansell, su Ferrari, proprio su Senna e sul belga Boutsen. Mansell, partito dal 12° posto, rimonta come un Leone nel toboga magiare e al 22° giro è già negli scarichi di Alain Prost. In uscita dalla curva 5, è necessario uno scatto felino del ferrarista per superare il francese e mettersi all'inseguimento di Berger, che cede al pit. Al 53° giro si ritira anche Patrese e Mansell, superato Boutsen, si mette all'inseguimento di Senna. È il 58° giro, Senna ha davanti Johansson, Mansell arriva come un fulmine e, nuovamente in uscita dalla 5, così come aveva fatto con Prost, beffa sia il brasiliano che il doppiato. Nei restanti 20 giri, Mansell vola e trionfa con 25" di vantaggio su Senna.
1997- Sono gli anni della Williams e di Michael Schumacher, ma il 1997 sarà l'edizione della rinascita di Damon Hill. Il britannico, partito dalla seconda fila, aiutato dalla pista e dalle gomme Bridgestone, sfila subito in testa e si invola, mentre dietro si lotta per il podio e per ogni minimo punto. Hill continua a volare, anche dopo le due soste, ma proprio al penultimo giro ha problemi con la pompa idraulica che blocca l'acceleratore e si trova con il cambio bloccato in terza. Il pilota della Arrows riesce a concludere la gara, ma all'ultimo giro, in curva 1, Villeneuve lo supera e va a vincere. Per Hill è la beffa: chiuderà 2°.
1998- "The Perfect Race": ecco come viene definita la gara del 1998. È la gara perfetta di Michael Schumacher e del genio Ross Brawn. Le McLaren dominano in qualifica, ma Schumacher è lì e si incolla al posteriore di Coulthard, che fa un po' da tappo in favore di Hakkinen, volato via in testa. È 27° giro e cominciano i rifornimenti ed ecco che tutti montano gomme nuove e benzina per arrivare alla seconda sosta: la gara di Budapest non si potrebbe interpretare diversamente. Tutti, tranne per Ross Brawn, che sa che per vincere e battere gli acerrimi avversari, è andare oltre il limite della vettura. Dopo la sosta chiede a Michael 16 giri da qualifica, per il tedesco è una sciocchezza. Michael rientra un poco prima degli altri, rifornisce al 43° giro, esce leggero e comincia letteralmente a volare fra i cordoli ungheresi. Giri veloci di quasi un secondo al giro rispetto agli avversari, continuamente, senza sosta. Nel frattempo le due Mclaren cominciano ad accusare problemi di affidabilità, rallentano, e Coulthard è il primo a fermarsi per la sua ultima sosta. Hakkinen si ferma al 46° giro, esattamente 3 giri dopo Michael, accusando problemi al cambio, ma la vettura sembra poter proseguire. Esce però dietro al tedesco. Le Mclaren tuttavia credono di potercela fare, perché Michael ha ancora una sosta da fare. Il Kaiser spreme la vettura sempre di più, esalta i tifosi e porta il suo vantaggio ad oltre 25". La terza sosta fila liscia, e rientra davanti ai due della Mclaren con una grinta mai vista e continua a martellare. A fine gara saranno 10 i secondi di vantaggio su Hakkinen. Un trionfo!