Si chiude tutto, a toni bassi e con l'intenzione di mettersi tutto alle spalle, pensando ad un impegno che è fondamentale per la corsa al titolo iridato. Se non altro perchè è l'ultimo prima della lunga pausa estiva, che servirà soprattutto a ricaricare le batterie, buttare fuori tutte le scorie negative e fare tutti i calcoli del caso. Si torna a correre, e lo si fa in Austria, al Red Bull Ring, ma gli occhi dei presenti nel giorno della conferenza stampa sono tutti rivolti verso i due attori principali. Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, i duellanti del clamoroso episodio avvenuto due settimane fa a Baku, durante il Gran Premio dell'Azerbaigian: il rallentamento dell'inglese, il tamponamento e la reazione del tedesco, capace di rifilare una dura ruotata al suo rivale in gara e nel Mondiale. Tutti e due, quasi certamente per decisione della FIA, sono andati in conferenza stampa insieme nel giorno che precede l'inizio del lungo weekend che sfocierà nella gara di domenica. E a differenza di quanto ci si potesse aspettare, i toni ai microfoni dei giornalisti sono stati molto bassi, soprattutto da parte di Vettel che ha puntato tutto sul pentimento.
Queste le dichiarazioni rilasciate dal pilota della Ferrari, che non ha subito ulteriori penalità oltre ai 10 secondi di stop & go scontati in Azerbaigian, e che di fatto gli sono costati la presenza sul podio: "Ho rivisto le immagini e dall'auto avevo una prospettiva diversa rispetto a quanto accaduto - così ha esordito Vettel - : ho parlato a Lewis dopo la gara a telefono, ma non voglio pompare la questione più di quanto sia stato già fatto. È nostro diritto che quanto detto resti fra di noi. In gara ho preso una penalità e poi ho perso una potenziale vittoria. Ho parlato di decisione sbagliata: è stata quella di affiancarmi a lui e di colpire la sua gomma. Non ho molto di più da dire. Sono stato sorpreso perché credevo che avesse frenato di colpo, ma dopo mi reso conto che non aveva fatto il brake testing: in quel momento pareva così, ma dopo no. Mia distrazione o intenzionalità? Diciamo che sono rimasto sorpreso e ho avuto una reazione eccessiva. Non era certo mia intenzione di danneggiargli la macchina".
Vettel prosegue nel suo discorso facendo capire di aver intenzione di pensare soprattutto al proseguimento della stagione all'insegna della calma e della pace con il suo grande rivale di questa stagione, ma che in primis è da tempo un amico. Hamilton è un avversario, ma anche una persona con cui evitare strascichi sia sul piano polemico che quando ci si mette al volante delle proprie monoposto. Seb lo sa e lo ribadisce in conferenza stampa: "Sono contento di sapere che quanto successo non abbia impatto nei nostri rapporti, ma tutto dipende da Lewis, credo che il rispetto reciproco resti e sono contento di sentire che siamo maturi per andare oltre: ho avuto torto, chiedo scusa, ma questo non cancella quello che ho fatto. Potessi tornare indietro non lo rifarei. Ora guardo avanti".
La risposta di Lewis Hamilton non è per nulla polemica, ma nemmeno tanto serena e tranquilla. Il vice-campione del mondo in carica ribadisce di non aver affatto gradito quanto è stato commesso in Azerbaigian dal leader della classifica iridata, fa capire di non voler modificare la propria posizione in merito all'accaduto, ma al tempo stesso accetta le scuse del ferrarista: "Per me la questione è finita, c'è totale concentrazione sul week end. Io e Seb abbiamo parlato dopo la gara e non credo che cambierà la dinamica delle cose fra noi: il giorno dopo, quando mi ha contattato gli ho detto che il rispetto verso di lui resta immutato, ma gli ho chiesto che potesse correggere la dichiarazione sul presunto brake testing perché non era vero che lo avessi fatto. Accetto le sue scuse. Io non credo di aver detto qualcosa che adesso voglia rimangiarmi. Su quello che è successo resto della mia opinione. È importante, scuse a parte, che la gente sappia che non ho fatto alcunché di scorretto. La mia calma? Beh su un campo di calcio sarebbe stato diverso, ma nell'abitacolo c'era poco che potessi fare. Noi siamo in una posizione di potere per mandare messaggi positivi ai giovani e dobbiamo utilizzarla bene".
Su questa situazione si sono espressi altri due protagonisti della conferenza stampa odierna al Red Bull Ring. Parliamo di Max Verstappen e Felipe Massa, con il giovane olandese che - probabilmente dall'alto del suo stile di guida piuttosto aggressivo, crede che la punizione già inflitta al tedesco sia sufficiente: "Non credo che sia un limite ma quello che ha fatto Seb, colpire affiancandosi, non è la cosa migliore da fare, ed è per questo che ha avuto la penalità. Credo che quella penalità fosse già sufficiente, ha chiesto scusa e direi che è il caso di chiudere qui questa faccenda. D'ora in avanti capirà dove ha sbagliato e credo che abbia sufficiente esperienza per esserne cosciente, è abbastanza esperto per saperlo. Andiamo avanti con le corse". D'altro canto, il brasiliano della Williams sostiene che i 10 secondi di stop & go siano stati una punizione leggera per Seb: "Nell'ultima gara Seb ha passato il limite. Onestamente, per un pilota che ha i suoi titoli e la sua esperienza e che è anche una bravissima persona fuori dlala macchina, non è bello ciò che ha fatto. Ha pagato anche poco rispetto a quello che doveva pagare dopo l'ultima corsa. Comunque, penso che dopo tutto quello che è successo, Seb abbia capito che queste cose non devono accadere. La lotta è calda a questi livelli, speriamo che da ora in poi tutto si svolga nel modo giusto".