Quello che è successo domenica a Baku ha dell’incredibile. Dei primi otto Gran Premi in calendario quest’anno, quello dell’Azerbaijan può definirsi tranquillamente, al momento, la gara dell’anno. In una stagione in cui il vertice è cosa a due tra Ferrari e Mercedes, nella capitale azera avviene quello che non ti aspetti, con un podio da far strabuzzare gli occhi al solo pensiero di quanto detto o scritto nella prima parte di campionato sulla difficoltà della Red Bull di avere il passo dei primi e della scarsa affidabilità, sull’aver dato addosso (molto spesso a ragione) all’esordiente Stroll, che si ritrova tra i primi tre senza saper come ci sia riuscito e con un Bottas che al secondo giro si ritrovava in ultima posizione a seguito del contatto con Raikkonen in curva 2.

Per fare un paragone è sembrata quasi una di quelle giornate di serie A in cui il Crotone vince con la Juventus, il Palermo con la Roma, l’Empoli col Napoli e la corsa per l’Europa League diventa improvvisamente un affare che coinvolge mezza classifica.

Ma paragoni calcistici a parte, quello che a me preme in questo articolo è cercare di tirare fuori un’analisi il più possibile tecnica, quindi non parlerò della vicenda VettelHamilton ne della faida interna alla Force India. Devo ammettere, inoltre, che proprio a causa della pazza gara svolta a Baku, la ricerca di dati, tempi, confronti è stata più difficile del previsto e quindi spero di essere comunque il più esaustivo possibile.

Prima di andare nello specifico su quanto accaduto domenica, risulta però importante una breve parentesi su quanto avvenuto in qualifica per provare a spiegare quell’abisso in termini cronometrici che separava la Mercedes in prima fila dalla Ferrari subito dietro. Infatti nel 2017, è stato il primo week-end in cui tra le contendenti al titolo è risultato un distacco così ampio sul giro secco del sabato. Pare che la SF70H abbia avuto difficoltà nel portare gli pneumatici anteriori nel giusto range di temperatura in configurazione da qualifica, quindi con poco carburante a bordo, la Mercedes è riuscita nell’intento che nei primi appuntamenti della stagione (Canada escluso) è sembrato essere prerogativa della Rossa. A questo va aggiunto il  fatto che su nessuna delle due Ferrari è stata montata la Spec 2 (o EVO 1) della propria power unit che garantisce 10 CV in più (quindi un miglioramento di 2 decimi) rispetto alla Spec 1 e, in particolare su quella di Vettel, la sostituzione del motore endotermico con uno già utilizzato in 4 Gran Premi che ha girato con una perdita di circa l’1 % della potenza a causa dell’elevato chilometraggio che, stando ai calcoli, produrrebbe un depotenziamento di 8 CV ed un ritardo di 1 decimo e mezzo. Facendo dunque i conti della serva, mettendo insieme tutto questo, il distacco sarebbe stato sicuramente più contenuto anche se non credo si sarebbero potute insidiare le Frecce d’Argento. A questo aggiungiamo che la Mercedes presentava un’ala posteriore più scarica e quindi si andava a prediligere la velocità di punta sugli oltre 2,2 km di rettilinei.

Detto questo, l’enorme divario che si è visto in qualifica è venuto meno, con un passo gara tra Vettel ed Hamilton assolutamente confrontabile, anche se l’inglese andava un pelino meglio come potete vedere dalla tabella qui sotto, in cui si valuta la media del passo gara non considerando le porzioni di gara corse dietro la safety car.

I due contendenti al titolo sono stati molto competitivi nella prima parte di gara mentre nell’ultima è di difficile valutazione quello di Hamilton in quanto vittima di una power unit non in piena potenza a causa di un surriscaldamento con conseguente non perfetto utilizzo della parte elettrica, la quale costringeva la W08 ad essere meno performante nel secondo settore. Ma in tutto questo, come potete vedere dalla tabella di sopra, nella media la W08 è stata la migliore.

A questo punto, facendo mente locale, viene da pensare che la Ferrari si trovi complessivamente meglio sui circuiti più “carichi” mentre su quelli più scarichi sembra pagare qualcosa alla Mercedes, come avvenuto a Baku e in Canada, anche se su quest’ultima manca il confronto diretto per via dei problemi accusati in partenza dalle Rosse.

Fa strano dirlo, ma tutto il discorso fatto finora non riguarda il vincitore, che invece è Daniel Ricciardo su una Red Bull sicuramente in ripresa rispetto alla prima gara ma, a vedere il passo, non certo al livello dei due top team. A questo, aggiungiamo che nel week-end la RB13 migliore è risultata quella di Max Verstappen, vittima nelle ultime sei gare di 4 ritiri di cui 3 per problemi tecnici, Baku compresa. Sulla vettura di Adrian Newey c’è un aspetto interessante da valutare, ovvero l’eccellente capacità di innescare grip meccanico, sia in qualifica che in gara, anche se sul long run il distacco dai primi è evidente come potete vedere dalla tabella sopra, aggirandosi ad 1 secondo pieno. E’ quindi evidente che l’assetto molto scarico presentato dalla Red Bull, con un'ala posteriore “tipo Monza”, abbia gravato oltremodo sugli pneumatici nel tratto misto ma, visti i cronici problemi di deficit di potenza da parte della power unit Renault nei confronti dei motoristi principali, quantificabili in 35 CV in meno, abbia portato i tecnici di Milton Keynes a scaricare molto la RB13, tanto che nella simulazione da qualifica durante la terza sessione di prove libere ha registrato la velocità di punta più alta come potete vedere qui.

Sugli “altri” c’è poco da dire, se non che è stata una gara proficua per gli outsiders. Stroll, con la Williams, si è trovato sul podio, con una vettura che sul passo gara ha 1 secondo pieno rispetto a quella di Hamilton. La performance ha consentito alla scuderia di Grove di agguantare il momentaneo quinto posto in classifica generale. Buona la prestazione delle Mclaren che sono riuscite entrambe a concludere la gara, con Fernando Alonso che conquista i primi punti iridati dell’anno, per sé e per la scuderia. Peccato per le Force India, che alla tanto discussa ripartenza della safety car si ritrovavano a ridosso dei primissimi, ma, a causa di un harakiri tra i due piloti, Sergio Perez è stato costretto al ritiro mentre Ocon ha perso molto tempo, vedendo dunque scappare in classifica costruttori il terzo posto occupato dalla Red Bull.

In conclusione, possiamo dire che da un punto di vista tecnico, quindi al di là del risultato sportivo inaspettato, Mercedes e Ferrari sono le due vetture di riferimento, con la W08 che sembra adattarsi meglio su circuiti che necessitano di una configurazione aerodinamica più scarica e sui lunghi rettilinei, in cui la capacità motrice della power unit tedesca risulta migliore della diretta concorrente, mentre Ferrari sembra prediligere un assetto più carico ed è soprattutto migliore sul passo gara che in qualifica.

Questo è quanto possiamo trarre da Baku. Cosa ci riserverà la prossima gara?