Doppietta in qualifica, doppietta anche in gara: per la Ferrari il weekend del gran premio di Monaco sarà da ricordare a lungo, essendosi dimostrata la migliore vettura in assoluto sul tortuoso circuito di Montecarlo, staccando nettamente la concorrenza in quanto a prestazioni. In realtà in qualifica un super Bottas aveva messo una pezza alle difficoltà della Mercedes con un giro da maestro, che gli aveva permesso di ottenere il terzo tempo, ad appena 45 millesimi dalla pole di Raikkonen, ma la domenica non c'è stata storia: il ritmo tenuto dalle due SF70H è stato nettamente superiore rispetto a tutti, e solo alcuni doppiaggi ne hanno leggermente frenato l'avanzata, permettendo talvolta agli inseguitori di guadagnare secondi.

LA CHIAVE TECNICA - Che la SF70H fosse una macchina con un buon potenziale lo si era capito già nei test dello scorso febbraio, ma c'era naturalmente da aspettare alcune gare per poter formulare un giudizio sulla bontà della nuova creazione di Maranello. Dopo sei gare, che corrispondono praticamente ad un terzo dei 20 appuntamenti stagionali, si può tranquillamente dire che sia stata addirittura superiore alla W08 in molti casi, e che le vittorie Mercedes (due di Hamilton e una di Bottas) siano state propiziate dalla fortuna più che da una ritrovata competitività della vettura anglo-tedesca. La Ferrari a detta di molti deve la maggior parte della sua forza al fondo che flette, ma entro i limiti regolamentari, cosa che gli permette di creare una sorta di effetto suolo, fondamentale per avere una macchina incollata all'asfalto, oltre al vantaggio del passo corto, vera arma in più della Rossa a Monaco rispetto alla W08, e ciò era evidentissimo al tornantino di curva 6, dove la monoposto tedesca teneva una traiettoria visibilmente più larga a causa di quei 17 centimetri in più di lunghezza, non riuscendo a chiudere la linea bene come la SF70H. Questo weekend, come era già capitato in Russia, l'obiettivo primario per i team era riuscire a portare in temperatura le gomme anteriori e posteriori allo stesso modo: mentre per l'assale anteriore ciò è piuttosto facile da fare, su un circuito come Montecarlo è difficile scaldare adeguatamente le posteriori. Mentre la Ferrari era perfetta in entrata ed uscita di curva, la Mercedes soffriva di sovrasterzo, in parte problema cronico della W08, qui acuito dal non riuscire a portare nella giusta finestra di funzionamento le Pirelli al posteriore, motivo per cui in alcuni punti come la Rascasse e l'ultima curva, dove si accelera quasi da fermo, le scodate della vettura erano piuttosto vistose e tutto ciò si è tradotto in tempi alti, specie in gara.

​I DUBBI TEDESCHI - La Mercedes aveva portato in Spagna una pacchetto di aggiornamenti che francamente aveva spaventato un po' tutti, avendo introdotto in un colpo solo così tante novità da far sembrare la W08 rivoluzionata. Se a Barcellona la Mercedes era apparsa in forma grazie agli aggiornamenti, a Monaco sembra di essere tornati indietro al gran premio di Russia, dove la vittoria di Bottas era arrivata solo grazie ad una grandissima partenza del finlandese, mentre per tutta la gara la Rossa era stata più veloce. La sensazione che si ha dopo 6 gare è che la W08 sia una macchina difficile da capire che sta mettendo in seria difficoltà gli ingegneri di Brackley, impegnati a capire cosa serva per farla andare forte come la vecchia W07: si può dunque parlare di potenziale inespresso, ma ciò è una cosa tutt'altro che positiva. Se si riporta la memoria ad un anno fa, dicevamo che anche la SF16-H aveva un potenziale ancora tutto da mostrare, ma, come è noto, la vettura 2016 prodotta da Maranello è una delle meno riuscite di sempre, non avendone mai i tecnici in rosso compreso il funzionamento al variare delle condizioni della pista in modo preciso.

A TESTA BASSA E PIEDI PER TERRA...SE POSSIBILE - Oltre alla splendida doppietta della gara, il sorriso dei ferraristi brilla ancora di più guardando le classifiche generali. Vettel grazie alla vittoria ed al contemporaneo weekend nero di Hamilton, settimo al traguardo dopo essere scattato dalla tredicesima casella, ha potuto allungare considerevolmente sull'inglese, portando il suo vantaggio a ben 25 punti, equivalente al punteggio massimo conseguibile in una gara. Sul fronte costruttori la Ferrari si è ieri ripresa la leadership ed ora guida la classifica con 196 punti, mentre la Mercedes è dietro di 17 lunghezze. Allo stato attuale la SF70H è una monoposto in grado di poter portare a casa entrambi i trofei ed è un qualcosa che ad inizio stagione prendeva forma solo nei più dolci sogni notturni degli italiani, ma l'euforia per quanto accaduto ieri non deve far cullare sugli allori il team di Maranello. Particolarmente significativa è la chiusura del messaggio via radio di Maurizio Arrivabene a Vettel dopo che il tedesco aveva tagliato il traguardo: il team principal si è prima complimentato col suo pilota, dicendo poi con voce decisa "adesso avanti". Anche se il mondiale sembra aver preso una piega a favore della Rossa, è più che mai vietato adagiarsi, perché quelli là, gli uomini Mercedes, sono i dominatori delle ultime tre stagioni e, pur tra qualche difficoltà inaspettata, proveranno in ogni modo a riaffermare la propria forza già a Montreal, prossima tappa di un mondiale di Formula 1 sempre più bello.