500 miglia di Indianapolis 2012: il giapponese Takuma Sato all'inizio dell'ultimo giro è ruota a ruota con Dario Franchitti, il più forte pilota Indycar degli ultimi 30 anni. I due si stanno giocando la vittoria nella corsa più prestigiosa del campionato americano. Per Sato sembra essere l'occasione della vita, il giapponese ha anche l'interno in curva e sta per portare a termine il sorpasso decisivo. Poi una banale distrazione e Sato finisce a muro, Franchitti vince la gara e l'occasione di una carriera intera è sprecata. Per il giapponese è l'inizio di un incubo: Sato spreca altre vittorie all'ultima curva e in qualsiasi team vada non ottiene risultati. Quando il team Andretti lo annuncia come quarto pilota per la stagione 2017 ecco le critiche che iniziato a piovere: secondo tutti Sato ha avuto il posto solo perchè porta sponsor, è un pilota pagante e porterà solo pessimi risultati alla squadra. L'inizio di stagione è positivo ma le critiche non cessano, per i tifosi vedere il giapponese sulla vettura numero 26 con cui Dan Wheldon vinse tutto è un sacrilegio. Eppure il destino a volte sa rendere giustizia a chi la merita: le critiche verso Sato sono eccessive, è vero che molto spesso è stato coinvolto in incidenti ma il giapponese ha mostrato per anni il suo talento cristallino, a cui però è mancata la costanza di rendimento. Ma stasera Takuma Sato ha messo tutti a tacere: ha vinto la 500 miglia di Indianapolis 2017 dopo una gara magistrale in cui è stato molto veloce all'inizio, prudente a metà gara e aggressivo nel finale. La 500 miglia è stata piena di colpi di scena ma Sato è stato tra i migliori per tutto il mese di maggio e la sua vittoria è ampiamente meritata. Dopo la vittoria del 98 di Rossi l'anno scorso quest'anno è stato il turno del 26: sono i due numeri con cui il compianto Dan Wheldon ha vinto le due sue 500 miglia e negli ultimi due anni in cui si userà il telaio Dallara che porta il suo nome forse non poteva esserci congedo più bello.

Ma se il destino ha deciso di essere benevolo con un pilota che lo meritava, è stato davvero molto crudele con Fernando Alonso, grande campione che meritava sicuramente di più da questa 500 miglia. Il pilota spagnolo, da rookie, ha trascorso molti giri in testa e per tutta la gara ha dato l'impressione di poter vincere. Eppure nel momento decisivo della gara è stato, ancora una volta e beffardamente, il motore Honda a tradirlo sul più bello. Epilogo peggiore forse non ci poteva essere per un pilota che ha dimostrato ancora una volta il suo talento, la sua fame di vittoria e il suo coraggio. Speriamo Alonso ci riprovi, perchè la 500 miglia sembra il suo ambiente naturale e chissà che un giorno non tocchi a lui bere il tradizionale latte nella victory lane. Anche per Scott Dixon si può parlare di destino, in questo caso benevolo. Il pilota neozelandese, vincitore nel 2008, era partito dalla pole ed era nel gruppo di testa quando all'improvviso si è trovato davanti un doppiato in testacoda in uno dei punti di massima velocità. L'impatto è stato inevitabile e il crash del pilota del team Chip Ganassi tremendo con l'auto che ha preso il voto roteando in aria per poi schiantarsi in terra. Per qualche eterno secondo si è temuto il peggio fin quando Dixon non è uscito sulle sue gambe dai rottami dalla sua vettura. Il campione neozelandese ha avuto molta fortuna a non essersi fatto nulla ma non va dimenticato il gran lavoro fatto da Dallara in termini di sicurezza.

Il momento del ritiro di Alonso

Parlando degli altri protagonisti della gara impossibile non citare il brasiliano del team Penske, Helio Castroneves. Il tre volte vincitore della 500 miglia è andato vicino ad una quarta vittoria che lo avrebbe consegnato alla leggenda ma si è dovuto arrendere dopo un bellissimo duello finale con il vincitore Takuma Sato. Il brasiliano avrebbe meritato la vittoria, ma semplicemente il suo avversario è stato più bravo nel momento decisivo. Note di merito anche per il rookie Ed Jones che è giunto terzo dopo una gara intelligente con una vettura non all'altezza di quella degli avversari. Il pilota sudafricano si giocherà con Alonso il titolo di rookie dell'anno: per quello che ha mostrato in pista merita di vincere, avendo portato a termine la gara sul podio. Molto bravo anche Max Chilton, che ha guidato la gara a lungo ma che nel finale ha dovuto cedere all'aggressività dei primi tre ed è giunto ai piedi del podio. Quinto Tony Kanaan, autore di una buona gara ma mancato nei momenti decisivi. Molto competitivi anche Ryan Hunter-Reay, fermato da un problema al motore identico a quello di Alonso mentre era in corsa per la vittoria, e il campione uscente Alexander Rossi che ha difeso molto bene la vittoria del 2016: l'americano ha duellato a lungo con Hunter-Reay e Alonso prima di finire nelle retrovie per un problema al pit stop. Alla fine l'americano è riuscito a rientrare in top ten ma era troppo lontano per giocarsi la vittoria. Delusione enorme in casa Penske: Will Power, Josef Newgarden, Simon Pagenaud e Juan Pablo Montoya non sono mai stato in grado di lottare per qualcosa di importante, pur avendo la stessa macchina di Castroneves.

LA CRONACA

Al via Dixon rimane primo davanti a Carpenter, Power e Kanaan partono benissimo e Alonso perde qualche posizione. Nei primi giri ci sono vari sorpassi nelle prime posizioni ma Dixon riesce a tenere la vetta. Kanaan passa in testa al sesto giro, dando inizio allo scambio di posizioni in vetta. Il brasiliano e il neozelandese si scambiano varie volte la prima posizione. Alonso intanto inizia lentamente a risalire la classifica, liberandosi di Sato e Power. Lo spagnolo qualche giro dopo inizia ad attaccare Andretti, con i primi otto che iniziano a staccare leggermente gli altri. Intorno al ventesimo giro Alonso riesce a liberarsi di Andretti, mentre davanti Kanaan prende un leggero margine su Dixon, che deve difendersi da Rossi. L'americano passa al giro 25 e si mette a caccia di Kanaan, mentre Alonso supera anche Hildebrand. Dixon intanto viene passato anche da Carpenter e Alonso. Al giro 28 Kanaan è il primo a pittare, lasciando la vetta a Rossi. Poco dopo però l'americano viene infilato da Carpenter e pitta, con molti piloti che vanno ai box. Al giro 31 si fermano anche Carpenter e Alonso, mentre Hildebrand entra il giro successivo e Montoya passa in testa. Dopo il pit del colombiano la classifica vede Carpenter, Rossi e Alonso nelle prime tre posizioni.

Il campione in carica passa presto in testa, passando Carpenter. Alonso passa subito l'americano, sale in seconda posizione, recupera su Rossi e in un solo giro passa al comando. Lo spagnolo riesce a crearsi un filo di gap, mentre dietro Sato rimonta fino alla quarta posizione. I primi due creano un buco con gli altri con Rossi che non molla Alonso e ripassa davanti al giro 43. Il giro successivo Sato passa Carpenter e si mette a caccia dei primi due. Il giapponese si riavvicina approfittando dei primi doppiaggi. Al giro 48 Alonso torna in testa, con lo spagnolo che approfitta della bagarre tra Rossi e Sato per allungare e finire in testa il primo quarto di gara. Al giro 53 c'è un terribile incidente che coinvolge il poleman Dixon e il doppiato Howard. Botto spaventoso ma piloti fortunatamente illesi, con un fotografo lievemente ferito. Peccato per Dixon, incolpevole ma costretto al ritiro, bravo e fortunato Castroneves, che è riuscito ad evitare i due per pochissimo. Bandiera gialla e prima caution di giornata ma dopo qualche giro la gara viene interrotta per riparare le barriere, danneggiate dall'incidente. La classifica vede Alonso, Rossi, Sato, Carpenter, Hunter-Reay, Hildebrand, Kanaan, Castroneves, Andretti e Power.

Il terribile incidente di Dixon

Si riparte dopo circa mezz'ora di stop e dopo qualche giro dietro la pace car, in cui tutti i big ne approfittano per rifornire, si ricomincia seriamente al giro 61 con Alonso che tiene la vetta davanti a Rossi, ma l'americano riesce a passare a fine giro con Hunter-Reay che passa Carpenter. Poco dopo Sato passa Alonso, con li spagnolo che deve cedere anche ad Hunter-Reay. Sato è indiavolato e passa in testa mentre Daly va a muro e c'è la seconda caution di giornata con anche Harvey costretto al ritiro a causa di un detrito. Alla ripartenza Rossi ripassa Sato e torna in testa mentre nel gruppone Hinchcliffe porta a termine il sorpasso più bello di giornata. Davanti Sato viene infilato anche da Hunter-Reay e poco dopo deve cedere anche ad Alonso e Kanaan. L'americano intanto è scatenato e passa Rossi per la prima posizione. Al giro 81 terza caution di giornata con un detrito in pista, perso dalla vettura di Andretti. Quasi tutti approfittano della caution per pittare con i primi tre che mantengono le loro posizioni, mentre Newgarden e Montoya entrano a sorpresa in top ten. In testa c'è Power davanti a Chilton, con i due che però non hanno pittato. Alla ripartenza l'inglese passa in testa mentre Hunter-Reay, Rossi e Alonso provano a passare velocemente i piloti che non hanno pittato. Il più bravo è Hunter-Reay che ben presto si riprende la vetta, seguito poche curve dopo da Rossi. Alonso ci mette qualche tornata in più ma ben presto torna in quarta posizione proprio mentre Rossi passa Hunter-Reay per la vetta.

Alonso viene passato da Castroneves, con il brasiliano che ben presto passa anche Chilton. L'inglese viene infilato anche da Alonso mentre Hunter-Reay torna in testa. Castroneves passa Rossi e poi si prende la vetta, con il campione in carica presto infilato da Alonso. Si arriva a metà gara con Castroneves in testa e Rossi che ripassa Alonso. Al giro 102 l'americano passa anche Hunter-Reay ma viene ripassato poche curve dopo. Al giro 104 Castroneves pitta e abbandona la vetta, con Rossi che riesce a passare di nuovo Hunter-Reay. I primi due approfittano di un doppiato per staccare leggermente Alonso. Power potrà e rientra davanti ai leader ma li blocca e cerca di non farsi doppiare. Hunter-Reay ne approfitta e ripassa Rossi, mentre un sorprendente Rahal passa Alonso per la terza posizione. Al giro 112 Rossi pitta, imitato il giro dopo da Hunter-Reay, Alonso e altri big. Passa in testa Rahal che però pitta al giro 114, con Hunter-Reay in testa davanti a Rossi e Alonso. Il leader della gara ha un buon vantaggio su tutti gli altri e prova la fuga. Al giro 120 Alonso sorpassa Rossi e si mette a caccia della vetta. Nelle retrovie c'è un contatto tra Servia e Davison, con l'australiano che danneggia l'ala, mentre Lazier va a muro. Nuova caution e vantaggio di Hunter-Reay azzerato. Alcuni piloti, tra cui Chilton, Pagenaud e Hildebrand, approfittano della gialla per pittare mentre Karam è costretto all'abbandono per problemi tecnici.

Al giro 130 si riparte con i primi tre che tengono le posizioni. Alonso passa in testa al giro 131 e poco dopo c'è un'altra caution per altri detriti in pista. Rahal e Pagenaud pittano durante la bandiera gialla mentre i leader continuano. Alla ripartenza i primi tre non cambiano posizione ma dopo due curve Hunter-Reay si prende la vetta. Due curve e lo spagnolo torna davanti, con Rossi che sale in seconda posizione. Al giro 137 il grande colpo di scena: Hunter-Reay rompe il motore e nuova caution. Durante la gialla vanno ai box tutti i big con Alonso che non perde posizioni e rientra in pista davanti a Kanaan, mentre Rossi perde moltissime posizioni per un problema al pit. Davanti a tutti ci sono quelli che avevano pittano in precedenza: Chilton è primo davanti a Kimball, con Pagenaud, Hildebrand e Rahal poco lontani. Alla ripartenza Kimball passa in testa e Kanaan passa Alonso ma c'è un'altra gialla: Carpenter ha perso un pezzo in un contatto con Aleshin. La classifica vede Kimball, Chilton, Hildebrand, Davison, Rahal e Pagenaud.

Alla ripartenza non ci sono cambiamenti davanti. Poco dopo Pagenaud viene infilato da Kanaan e Alonso mentre Chilton torna in testa. Un sorprendente Davison sale in terza posizione, mentre i rimontanti Kanaaan e Alonso sono ottavo e nono. Rahal è costretto al pit per una foratura a 50 giri dalla fine. Al giro 153 Davison passa anche Kimball e sale in seconda posizione. L'americano torna in seconda posizione al giro 160. Sato prova un paio di volte a passare Alonso ma viene chiuso dalla spagnolo. Al giro 163 Davison ripassa Kimball mentre Chilton allunga. Sato intanto passa sia Alonso che Kanaan. Il giro seguente Chilton pitta e Davison sale in prima posizione mentre Kimball rompe il motore e Veach ha problemi tecnici. Entrambi out e nuova caution, con quasi tutti i piloti che ne approfittano per fare l'ultimo stop. La classifica dopo le soste vede Chilton, Jones, Castroneves, Davison, Sato, Hildebrand, Kanaan, Servia e Alonso.

Alla ripartenza Chilton tiene la vetta mentre Sato sale in quarta posizione. Castroneves passa Jones e sale in seconda posizione mentre Servia passa Sato e Alonso sale in ottava posizione. Il giapponese presto sale di nuovo in quarta posizione mentre Alonso fa un gran sorpasso su Kanaan. Jones ripassa Castroneves, ma il brasiliano tenta il controsorpasso con Sato che infila entrambi. A 21 giri dalla fine altro colpo di scena: Alonso rompe il motore ed è costretto al ritiro. Nuova caution e gruppo nuovamente ricompattato per un finale apertissimo con Montoya a sorpresa in top ten. Alla ripartenza Jones passa Castroneves mentre dietro c'è un incidente che coinvolge cinque piloti: Power, Davison, Newgarden, Servia e Hinchciffe. Piloti illesi ma costretti tutti e cinque al ritiro: nuova bandiera gialla. Grazie a questo incidente rientrano in top ten Pagenaud, Andretti e Rossi. Alla ripartenza Chilton si difende da Sato mentre Castroneves passa Jones. Rossi è il più veloce in pusta e sorpassa molti piloti. A nove giri dalla fine Sato attacca all'esterno ma Chilton resiste, con il giapponese passato all'esterno da Castroneves. A sette giri dalla fine il brasiliano passa all'esterno con Sato che infila Chilton e sale in seconda posizione. Il brasiliano e il giapponese allungano con Sato che passa in testa a cinque giri dalla fine. Jones intanto passa Chilton e sale in terza posizione, con Montoya che passa Rossi. Castroneves ci prova all'esterno a due giri dalla fine ma Sato resiste e allunga leggermente. È la mossa decisiva e Takuma Sato vince la 500 miglia in Indianapolis.