Ormai mancano pochissimi giorni alla 500 miglia di Indianapolis. Sarà una gara dura e probabilmente durerà tra le tre ore e le tre ore e mezza. Per vincere bisogna evitare di commettere errori, essere aggressivi, andare sempre al massimo e non sbagliare la strategia. Riuscire a fare tutte queste cose però molto spesso ad Indianapolis può non bastare. Nel corso degli anni infatti molte volte questa gara è stata decisa negli ultimi metri: tra bandiere gialle, duelli ruota a ruota da ricordare e strategie a sorpresa, la chiave per la vittoria può essere la gestione degli ultimi giri. Andiamo a rivivere i finali più spettacolari ma anche quelli più accesi dell'ultimo ventennio.
2002: TRACY VINCE MA LA VITTORIA VA A CASTRONEVES PER MOTIVI POLITICI
Il brasiliano Helio Castroneves, campione in carica e poleman di giornata, guida la gara a cinque giri dalla fine davanti al connazionale Felipe Giaffone. Castroneves deve procedere lentamente per risparmiare carburante, subendo quindi i continui attacchi di Giaffone. Il duello tra i due fa riavvicinare anche il terzo in classifica, il canadese Paul Tracy, che poi approfitta di un doppiato per liberarsi di Giaffone e mettersi in scia a Castroneves. Al penultimo giro Tracy porta l'attacco al leader della gara ma mentre i due sono affiancati c'è un incidente che porta la direzione gara ad esporre le bandiere gialle e a portare in pista la vettura di sicurezza. Non ci sono immagini chiare su chi tra Tracy e Castroneves sia davanti al momento della bandiera gialla ma la direzione gara dà ragione al brasiliano. Il canadese passa davanti e taglia il traguardo per primo, ma la vittoria viene comunque data a Castroneves. Tracy cerca di contestare questa decisione in ogni modo, anche perchè le poche immagini confuse e una serie di circostanze fanno pensare che effettivamente il canadese fosse davanti, ma la vittoria rimarrà a Castroneves. I motivi di questa decisione sono meramente politici: all'epoca non c'era la moderna Indycar e c'erano due campionati americani, la Champ Car, in cui correva Tracy, e la Indy Racing League, in cui correva Castroneves. La Indianapolis 5000 faceva parte della IRL ma la gara era aperta anche a molti piloti della Champ Car. Il livello della Champ Car era nettamente più alto e sia nel 2000 che nel 2001, gli anni in cui i piloti dei due campionati avevano corso insieme, a vincere era stato un pilota della Champ Car. Un terzo successo consecutivo di un pilota di quel campionato sarebbe stato pesante per la IRL e secondo molti la decisione fu influenzata da questo. Da quel 2002 il livello della IRL divenne sempre più alto e ben presto fu nettamente superiore a quello della Champ Car, con i due campionati che si riunirono nel 2008 in quella che è la moderna Indycar.
2006: HORNISH JR BATTE LA FAMIGLIA ANDRETTI
A dieci giri dalla fine della gara il team Andretti si prepara a festeggiare: in testa c'è Tony Kanaan, davanti a Micheal Andretti, tornato solo per correre la 500 miglia dopo il suo ritiro dalle gare, e a Marco Andretti, figlio di Micheal. Un incidente però porta in pista la pace car proprio poco dopo l'ultima sosta di Micheal Andretti e durante la sosta di Marco. Kanaan quindi è costretto a pittare durante il periodo di bandiera gialla e perde posizioni. I due Andretti si trovano primo e secondo per quella che sarebbe una clamorosa doppietta. Grazie alla pace car, però, tornano in corsa per la vittoria anche Scott Dixon e l'americano Sam Hornish jr. Si riparte a soli quattro giri dal termine e Hornish è il più aggressivo, con un sorpasso in curva 1 ai danni di Dixon. Micheal Andretti non ne ha più e a tre giri dalla fine lascia passare il figlio in prima posizione. L'americano cerca di aiutare ulteriormente il figlio, bloccando Hornish in ogni modo e dandogli modo di allungare sul gruppo. Hornish riesce a passare Micheal Andretti e si lancia all'attacco di Marco Andretti e inizia il penultimo giro a mezzo secondo dal leader della gara. Marco si difende dal primo attacco del connazionale e inizia l'ultimo giro con un secondo di vantaggio su Hornish. L'americano però non si arrende e curva dopo curva riduce il gap da Marco Andretti, riuscendo ad affiancarlo sul rettilineo finale. È un finale in volata ma alla fine è proprio Sam Hornish jr a prevalere per soli 63 millesimi di secondo. Per Marco Andretti è solo la prima di una serie di grosse delusioni ad Indianapolis.
2010: UNA BANDIERA GIALLA SALVA FRANCHITTI
A dieci giri dalla fine in testa c'è ancora una volta Helio Castroneves, davanti allo scozzese Dario Franchitti, che ha dominato gran parte della gara, e a Tony Kanaan. Tutti e tre i battistrada hanno problemi però: nessuno ha benzina sufficiente per arrivare fino in fondo. Castroneves è il primo dei tre a pittare, cedendo la vetta della gara a Franchitti. Lo scozzese perde costantemente terreno da Kanaan, ma il brasiliano è costretto ai box a soli quattro giri dalla fine. Franchitti a questo punto inizia a ridurre l'andatura per risparmiare carburante e cercare di arrivare fino in fondo. Il secondo in classifica, l'inglese Dan Wheldon, inizia a guadagnare terreno sul battistrada e inizia l'ultimo giro a soli tre secondi dalla vetta. Franchitti è sempre più lento e il suo vantaggio si riduce di metro in metro ma, quando sembra che Wheldon possa arrivare a passarlo, c'è un incidente nelle retrovie che spinge la direzione gara a portare in pista una bandiera gialla. Franchitti può procedere quasi a passo d'uomo fino al traguardo, senza che Wheldon possa attaccarlo. La bandiera gialla ha salvato Franchitti: dopo la gara si scoprirà che lo scozzese difficilmente sarebbe arrivato al traguardo in regime di bandiera verde. È la seconda vittoria in carriera per Franchitti ad Indianapolis, che anche nel 2007 aveva vinto grazie ad una bandiera gialla nel momento cruciale della gara.
2011: HILDEBRAND SBAGLIA ALL'ULTIMA CURVA, VINCE WHELDON
A pochi giri dalla fine della 500 miglia del 2011 in testa c'è un outsider: il belga Bertrand Baguette, che ha un buon vantaggio sul campione in carica Dario Franchitti e sul sorprendente rookie JR Hildebrand. Scott Dixon in quarta posizione e Dan Wheldon in quinta sembrano più staccati e fuori dai giochi per la vittoria. Ancora una volta alcuni dei primi hanno problemi di carburante: Baguette, Franchitti e Dixon rischiano di non arrivare alla fine. Hildebrand approfitta dei problemi di Franchitti e lo passa a tre giri dalla fine, mentre davanti Baguette non ce la fa ad andare avanti e pitta. Franchitti finisce quasi del tutto il carburante e si fa infilare sia da Dixon che da Wheldon prima di decidere di andare ai box. Dixon è costretto a rallentare e lascia la posizione a Wheldon. A due giri dalla fine quindi JR Hildebrand si trova in testa con un buon margine sull'inglese Dan Wheldon. L'americano è molto vicino a vincere la 500 miglia da rookie e procede lentamente nelle ultime due tornate, gestendo il vantaggio sull'inseguitore. All'ultima curva però il dramma: Hildebrand si distrae in un tentativo di doppiaggio e va a muro a pochissimi metri dal traguardo. Il rookie prova a continuare con la macchina distrutta ma viene infilato da Dan Wheldon, che vince così la sua seconda 500 miglia. Hildebrand dovrà accontentarsi del secondo posto e ancora oggi è in cerca della rivincita. Wheldon morirà nell'ultima gara del campionato 2011 in un tragico incidente.
2012: TRIELLO FINALE TRA DIXON, FRANCHITTI E SATO
A dieci giri dalla fine la gara è sotto regime di bandiera gialla e in pista c'è la pace car. In prima posizione c'è il brasiliano Tony Kanaan, davanti al due del team Chip Ganassi, Dario Franchitti e Scott Dixon. La ripartenza è a sei giri dalla fine e sia Franchitti che Dixon passano Kanaan, con il brasiliano che presto viene passato anche dal giapponese Takuma Sato. I primi tre allungano e il giro successivo Dixon passa Franchitti e si prende la prima posizione, che dura solo un giro perchè a quattro tornate dal termine lo scozzese torna davanti. Dixon però non si arrende e a tre giri dalla fine torna davanti, con Sato che è sempre più vicino ai primi due. All'inizio del penultimo giro Franchitti si getta all'interno di Dixon e torna davanti, ma così facendo permette anche a Sato di passare il neozelandese. Il giapponese prende le misure allo scozzese e lo attacca all'inizio dell'ultimo giro. Sato però esagera e, mentre è ruota a ruota con Franchitti e sembra avere la meglio, perde la sua vettura e finisce contro il muro. A questo punto per lo scozzese è tutto semplice e Franchitti vince la gara davanti al compagno di squadra Dixon e al brasiliano Kanaan. Nel post gara ci saranno polemiche e Franchitti sarà accusato di aver causato il contatto ma ben presto i replay dell'incidente lo scagioneranno completamente.
2014: DUELLO MAGISTRALE TRA HUNTER-REAY E CASTRONEVES
Così come due anni prima, a dieci giri dalla fine della gara si è in regime di caution. A guidare la corsa è l'americano Ryan Hunter-Reay davanti al tricampione brasiliano Helio Castroneves. A sei giri dalla fine la gara riparte e subito Castroneves prova a passare, ma il suo primo attacco non va a buon fine. A cinque giri dalla fine il brasiliano riesce a sfruttare la scia di Hunter-Reay e passa in testa alla gara. L'americano però rimane incollato al brasiliano e dopo un giro e mezzo di studio attacca Castroneves e torna in testa alla gara a soli tre giri e mezzo dalla fine. La nuova leadership di Hunter-Reay però è destinata a durare poco: Castroneves attacca e torna davanti a soli due giri dalla fine, con il finale che si preannuncia accesissimo. Hunter-Real affonda il colpo e torna in prima posizione proprio pochi metri prima dell'inizio dell'ultimo giro e chiude tutte le porte al rivale che riesce ad attaccarlo solo sul rettilineo finale. Si arriva in volata e a vincere è Hunter-Reay, che batte Castroneves per soli 6 centesimi di secondo. È la prima vittoria ad Indianapolis per l'americano, che è il primo della sua nazione a vincere dai tempi di Sam Hornish jr.
2015: MONTOYA COMPLETA NEL FINALE UNA RIMONTA LEGGENDARIA
A cinque giri dalla fine della gara in testa c'è l'australiano Will Power ma il neozelandese Scott Dixon, che partiva dalla pole, gli è in scia. I due stanno battagliando per la vittoria della partenza e si sono scambiati varie volte la prima posizione nel corso della gara. Power e Dixon però non sono gli unici due a poter vincere: in terza posizione in scia ai primi due c'è Juan Pablo Montoya, compagno di Power al team Penske. Il colombiano ha dovuto condurre una gara tutta in rimonta, dopo che per un contatto nelle fasi iniziali di gara si è trovato in trentesima posizione. Proprio Montoya sembra il più aggressivo e a tre giri dalla fine decide di lanciarsi all'attacco. La prima vittima è Dixon che viene infilato sul rettilineo, con il colombiano che tira la staccata e passa e il neozelandese che si deconcentra e si fa passare anche dal quarto. Due curve e Montoya attacca e passa anche Power, quando mancano solo tre giri alla fine. I due piloti Penske hanno preso un leggere margine su tutti gli altri e la vittoria rimane una questione tra loro due. Power prova a passare il compagno di squadra in tutti i modi, ma Montoya si difende in modo aggressivo ma regolare e taglia il traguardo per primo, vincendo la sua seconda Indianapolis 500, 15 anni dopo il primo successo e 16 anni dopuo il suo unico titolo americano.
2016: ROSSI NON PITTA E VINCE LA GARA
A dieci giri dalla fine della gara in testa c'è il giovane americano Josef Newgarden davanti al colombiano Carlos Muñoz, che è il più veloce in pista e che ben presto passa in testa. Newgarden però non molla e rimane in scia al colombiano proprio quando appare chiaro che tutti i piloti dovranno fermarsi ai box per mettere benzina: apparentemente nessuno può arrivare alla fine senza fermarsi. A otto giri dalla fine Newgarden attacca Muñoz e torna davanti, proprio mentre molti piloti iniziano ad andare ai box. Mentre le soste continuano, Muñoz ritorna davanti a sette giri dalla fine. A cinque giri dalla fine Newgarden è il primo dei battistrada ad andare ai box, imitato il giro successivo da Muñoz, con il colombiano che resta davanti. Davanti a tutti a questo punto c'è il giovane rookie Alexander Rossi. Nessuno pensa che l'americano possa arrivare al traguardo senza fermarsi ma Rossi ci prova, potendo contare su quasi quaranta secondi di vantaggio su tutti gli altri. L'americano ha pochissimo carburante e per non rimanere a secco va pianissimo, venendo passato da tutti i doppiati. Muñoz e Newgarden intanto iniziano una rimonta disperata, arrivando a guadagnare anche dieci secondi al giro sul leader della corsa. Rossi inizia l'ultimo giro con una ventina di secondi di vantaggio sugli avversari: l'ultima tornata sembra non finire mai ma alla fine Alexander Rossi vince con solo quattro secondi di vantaggio su Muñoz. Pochi metri dopo il traguardo la vettura dell'americano si ferma senza più carburante con l'americano che festeggia comunque una vittoria sorprendente.