Succede di tutto nel Gran Premio di Le Mans della Moto3. Dopo una partenza ottima di Fenati e Martin che staccano il gruppo provando la fuga, al secondo giro cadono tutti a causa della presenza di olio in curva 4 costringendo la direzione gara ad esporre la bandiera rossa. Come procedura vuole, si riparte con la griglia stabilita dalla qualifica ed è Mir ad aggiudicarsi un'importantissima vittoria su Canet e Di Giannantonio, mentre i due mattatori di gara 1 scivolano via sull'asfalto francese. 

La cronaca - Come nella prima partenza, Martin è una fionda seguito da Fenati e Guevara, mentre Bulega risente della caduta e scivola oltre la ventesima posizione. I due provano ancora la fuga, mentre dietro Antonelli infila Guevara per la terza posizione, ma alla 13 è proprio il pilota del team Ajo a scivolare in terra continuando il proprio momento negativo. La scivolata dell'italiano crea un buco tra la coppia di testa ed il resto del gruppo. Fenati e Martin provano a mantenere il distacco, mentre Ramirez prova a ricucire assieme a Guevara, ma il più veloce in pista è Mir che dalla quinta posizione mette nel mirino Guevara e Ramirez, superando entrambi prima della fine del terzo giro. Il leader del mondiale si mette così all'inseguimento della coppia di testa facendo segnare un nuovo record sul giro 1:42.485, recuperando quasi mezzo secondo a Fenati.

Al quarto giro arriva un'altra caduta tra i piloti di testa, questa volta è Jorge Martin che compie un high side lasciando in solitaria Romano Fenati con Mir al secondo posto ed in continuo recupero. Alle spalle dello spagnolo risale Darryn Binder che rischia moltissimo sorpassando Ramirez per la terza posizione, ma riesce incredibilmente a stare in piedi, salvo poi essere passato da Canet. 

Il colpo di scena arriva a nove giri dalla fine quando alla curva 7 si stende Romano Fenati. Il pilota ascolano, in testa in solitaria con mezzo secondo su Mir,  per respingere il ritorno del pilota spagnolo imposta la curva troppo larga subendo la chiusura dell'anteriore e lasciando un'autostrada verso la vittoria al leader del mondiale. A questo punto la gara è per il secondo posto con un gruppone di dieci piloti comprendenti anche Di Giannantonio, Bastianini e Migno a giocarsi i restanti gradini del podio. A cinque giri dalla bandiera a scacchi provano a staccarsi dal gruppone Ramirez e Di Giannantonio, con l'italiano che scavalca lo spagnolo alla dodici, ma è solo l'inizio del continuo scambio di posizioni. Dietro di loro ci prova Bastianini a rientrare e riesce nel suo intento a quattro dalla fine mettendo subito nel mirino del suo cupolino Ramirez e Diggia, ma i continui attacchi fanno sì che il gruppone si ricompatti, regalando due ultimi giri di fuoco. 

A metà del penultimo giro è proprio Bastianini ad auto-estromettersi dalla lotta per il podio con un imbarcata che gli fa perdere molte posizioni, lasciando Di Giannantonio, Binder, Ramirez e Canet a giocarsi il podio. Nell'ultimo giro però arriva un altro colpo di scena: stavolta è Binder a salutare la compagnia scivolando via nella ghiaia. Canet e Di Giannatonio si giocano quindi il podio con l'italiano che, però, non riesce a sopravanzare il vincitore di Jerez. La vittoria è quindi di Mir che passa il traguardo in solitaria precedendo Canet e Di Giannantonio, mentre Bastianini deve accontentarsi della sesta posizione.