Quella di domenica è una gara che ha senza dubbio cancellato le eccessive critiche seguite al soporifero GP di Russia, tra side by side al vertice del duo Hamilton – Vettel, una partenza con qualche incidente di troppo che è costato il ritiro agli illustri Verstappen e Raikkonen, il lato romantico del bimbo in lacrime e poi sorridente a fianco del suo idolo.

Ma come spesso accade, il week-end di Barcellona regala sempre molti spunti, sia in termini tecnici che sportivi. Uno degli aspetti che esce dal Montmelò è che le gerarchie interne alle squadre di vertice siano oggettivamente delineate, in particolar modo in Mercedes.

Sia chiaro, il discorso che farò probabilmente non piacerà a molti “tifosi” della Rossa ma voglio cercare di essere il più obiettivo possibile. I giochi di squadra ci sono, ci sono sempre stati e continueranno ad esserci. Aggiungo inoltre che sono una conseguenza naturale di un campionato in cui al vertice ci sono due scuderie che lottano sul filo dei centesimi di secondo.

Vedete, il confronto BottasRosberg è intrinsecamente sbagliato. Negli anni scorsi, la Mercedes si è potuta permettere un duello intestino, in quanto la capacità del mezzo era talmente elevata rispetto ai diretti concorrenti, che qualsiasi ostruzione o incidente tra i due, non ha mai messo in discussione la leadership in entrambe le classifiche mondiali. Quest’anno è diverso, la Mercedes deve sudare contro una Ferrari capace di ottenere 2 vittorie e 3 secondi posti con Vettel in cinque gare, inanellando 5 podi consecutivi che non arrivavano da 13 anni. Quindi nessuno sano di mente rischierebbe un “incidente interno” così da favorire il diretto avversario. Vi ricordate gli anni del duello al vertice Ferrari – Mclaren, con Schumacher ed Hakkinen che si contendevano il titolo supportati dagli scudieri Irvine e Coulthard? Ecco, per quanto siano diverse le epoche, le vetture ed i piloti, la situazione sportiva che si va delineando in questa prima parte di stagione è molto simile a quel periodo e quindi, di conseguenza, i giochi di squadra terranno banco in pista e fuori da qui fino al termine del campionato.

Quindi, fossi in voi, non criticherei Bottas, non ha fatto nulla di male, ha solo seguito una precisa indicazione della squadra. Certo in questo modo si va ancora più nettamente a delineare che il campionato sarà confinato tra l’inglese della Mercedes ed il tedesco della Ferrari, con i due che allungano pesantemente in classifica mondiale sfruttando proprio il ritiro dei rispettivi compagni di squadra.

In questa “economia” di campionato però, pensare che le seconde guide siano poca cosa è tecnicamente sbagliato, in quanto saranno loro a fare da ago della bilancia per la classifica costruttori. Inoltre i gregari devono saper vincere e sfruttare eventuali difficoltà della “prima guida”, come successo in Russia due settimane fa, con Bottas che ha saputo vincere egregiamente un Gran Premio dopo essere stato pressato da un Vettel indemoniato per più di mezza gara.

Detto questo però, c’è stato un evitabile problema di comunicazione. Premesso che sono uno che apprezza il management di Lauda e Wolff in Mercedes, non c’era bisogno nelle dichiarazioni di giovedì di dire che in realtà una gerarchia non ci fosse, scomodando addirittura il Gp d’Austria del 2002, quando i fatti hanno dimostrato il contrario.

Tutto il resto è lecito, ma la discrepanza tra le dichiarazioni ed i fatti chiari della pista non sono un bel biglietto da visita nei confronti degli appassionati. Detto questo, i giochi di squadra non sono finiti e saranno importantissimi nel prosieguo del campionato.