Sono le 13.52 dell’8 Maggio 1982 ed in Belgio, a Zolder, si stanno svolgendo le qualifiche del Gran Premio del Belgio, quinto appuntamento del Mondiale di F1. Nel paddock l’aria è pesante: è una stagione strana, poiché i piloti sono in rotta con FISA e FOCA a causa di alcuni articoli del regolamento a loro sfavorevoli. I piloti si rifiutano di sottoscrivere un articolo del regolamento relativo al rilascio di una superlicenza e rifiutano anche il vincolo che le scuderie pongono verso i piloti, secondo cui gli stessi non possono liberarsi dai contratti firmati, per correre con un altro team.

In un clima così teso si era arrivati ad Imola, 15 giorni prima, e qui fu organizzato dai team anglofoni uno sciopero nei confronti della FIA, che aveva deciso di squalificare dal Gp del Brasile le vetture di Piquet e Rosberg, risultate sottopeso. Ai team inglesi si aggiunse la Ligier, mentre la Tyrrell decise di non aderire allo sciopero e prese parte al Gp, così come fecero l’ATS ed altri team, quali Ferrari, Renault, Osella, Alfa Romeo e Toleman.

Ora, tornando a Zolder, in pista c’è Gilles Villeneuve, attualmente con l’8° tempo, che sta cercando di migliorarsi il più possibile, soprattutto perché ha un obiettivo: arrivare davanti al compagno di team Didier Pironi. La rivalità tra Gilles e Didier è alle stelle, ma non da molto, poche settimane, due, le stesse che intercorrono tra il Gp del Belgio e quello di Imola. Didì è 6° in griglia e Gilles, nonostante le gomme ormai consumate, sta cercando in tutti i modi di superarlo, così da dimostrare al francese, e a tutto il Team, di essere il più forte.

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Ma cosa era successo in quelle ultime settimane di vita di Gilles Villeneuve? Come mai un pilota così tranquillo, in quel periodo era così agitato, quasi da sentirsi tradito ed isolato dal mondo?

La risposta va ricercata a partire dalla metà del 1981, quando molti team, durante il Gran Premio del Canada, avevano proposto a Villeneuve contratti milionari e ai quali nessuno avrebbe detto no, nemmeno Gilles che inizialmente aveva tentennato, salvo poi rifiutare tutto e rinnovare con Ferrari, per amore della scuderia e soprattutto per rispetto nei confronti di Enzo Ferrari. In più alla fine dello stesso anno iniziarono a circolare voci riguardo una possibile, quanto imminente separazione tra Gilles e la moglie Johanna, tradita dal canadese con una giovane ragazza, rimasta però sconosciuta.

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Ed infine dobbiamo arrivare a Imola per capire realmente com’era il clima in Ferrari. In griglia erano presenti solo 14 vetture e si prospettava un lungo duello tra Ferrari e Renault. Le due vetture francesi sono in prima fila, seguite dalle Ferrari di Gilles e Didi. Allo start tutti e quattro mantengono le proprie posizioni, ma subito Villeneuve attacca Prost e si porta alle spalle dell’amico-rivale Arnoux, seguito da Pironi, mentre per Prost c’è il ritiro. A 16 dalla fine cede il turbo del motore di Arnoux e le due Ferrari si trovano in testa, quando a 11 giri dalla fine, dal box espongono la scritta “Gilles 1°, SLOW” “DIDI +0.3, SLOW”. Gilles capisce e rallenta, così da salvare la vettura, mentre Pironi vuole vincere e attacca. Gilles, all’inizio, pensa sia un gioco, dice “Didi vorrà scherzare, vuol far divertire il pubblico”, ma con il passare dei giri capisce che Pironi non vuole giocare, vuole fregare un suo amico. Gilles allora accelera e quasi tampona il rivale, che lo chiude più volte in modo pericoloso. Alla fine Pironi vinse la seconda gara in carriera, Gilles, invece, si diresse al motorhome della Scuderia Ferrari ed apostrofò violentemente il direttore sportivo Marco Piccinini, che tentò di coprire il suo amico Pironi, dicendo di non trovare nulla di insolito o di scandaloso nella vittoria del francese.

Villeneuve salì controvoglia sul podio, ma non accennò mai ad un sorriso. Nel dopogara i due piloti si trovarono faccia a faccia e il canadese si sfogò appellando in vari modi il francese, pur senza mai offenderlo realmente. Pironi ribatté, non era una seconda guida e la vettura di Villeneuve presentava dei problemi, questo il piatto forte della sua replica.

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Villeneuve si sentì tradito dalla Ferrari, che a suo parere non aveva rispettato la promessa fatta a Monza nel ’79, quando gli fu detto che a Maranello sarebbe stato lui la punta di diamante, il futuro campione del Mondo Ferrari. Il problema era che da quel settembre ’79 era arrivato un nuovo D.S, Piccinini appunto, amico di Pironi e non molto in empatia con Gilles e soprattutto ad Imola non c’era Forghieri.

E si arriva a quel fatidico orario: 13.52. Gilles torna nuovamente in pista e cerca di migliorare il suo tempo. Dopo un primo tentativo, il ferrarista ci riprova ed effettua un secondo giro veloce quando, all'altezza della curva Terlamenbocht, si trova davanti il tedesco Jochen Mass della March. I due si conoscono, Mass cerca di dare a Gilles l’interno, ma Villeneuve non capisce le intenzioni del collega e si porta anche lui all’esterno. Lo scontro è inevitabile: la Ferrari urta la ruota posteriore di Mass e decolla, atterrando prima col musetto sull'erba e poi iniziando a roteare. La scena successiva è raccapricciante, perchè l'avantreno della monoposto si disintegrò e Villeneuve venne sbalzato fuori dell'abitacolo, ricadendo a terra diversi metri dopo, anche sbattendo col collo su un paletto di sostegno delle reti di protezione, poste all'esterno della curva.

Le condizioni apparvero subito gravi e Gilles venne trasportato quasi immediatamente all’ospedale di Lovanio dove venne tenuto in vita artificialmente. Il pilota aveva subito danni alla prima vertebra cervicale e i medici annunciarono la sua probabile paralisi totale. Alle 21 la moglie Johanna acconsentì a staccare la macchina che teneva in vita il marito. La morte di Gilles Villeneuve sopraggiunse alle ore 21.12 di Sabato 8 Maggio 1982.

Ferrari, che aveva tentato di calmare gli animi, dirà di lui: “Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene”.

35 anni fa, il mondo dei motori perdeva una delle sue stelle più luminose: Salut Gilles!