Viste le prime quattro gare della stagione, possiamo trarre un primo modesto bilancio sui “nuovi” pneumatici, sia in termini di dimensioni (maggiorate rispetto allo scorso anno) sia in termini di compound.

Prima dell’inizio del campionato c’era molta attesa nel rivedere le vetture di Formula 1 con i “gommoni”, quasi a voler compensare una certa nostalgia del passato. Ma una delle domande che ci si poneva era capire se la durata della gomma, che quest’anno deve consentire maggiore aderenza in curva e spazi ridotti di frenata, fosse compatibile con un adeguato numero di pit-stop.

La risposta che abbiamo ottenuto è decisamente positiva, con gomme che presentano un compound in generale più resistente su tutte e quattro le tipologie di pneumatico da asciutto proposto dalla Pirelli. Infatti, facendo un breve confronto tra le scelte attuate dall’azienda italo-cinese abbiamo

2016                                                                        2017

Australia              supersoft soft medium                                               ultrasoft supersoft soft

Cina                     supersoft soft medium                                               supersoft soft medium

Bahrein                 supersoft soft medium                                               supersoft soft medium

Russia                  supersoft soft medium                                               ultrasoft supersoft soft

Dalle prime gare del 2017 possiamo notare due aspetti: il primo consiste in un generale abbassamento della “gradazione” di gomma scelta dalla Pirelli, sintomo di quanto detto prima e quindi di un compound che tende a degradarsi (in generale) più lentamente. Diciamo che in termini di prestazione e di degrado “a vista d’occhio”, le gomme di quest’anno tendono ad avere le medesime prestazioni della corrispettiva “gradazione più alta” di qualche anno fa, periodo in cui la pista si riempiva letteralmente di marbles ovvero quei fastidiosissimi riccioli di gomma che si staccavano dallo pneumatico per depositarsi sul tracciato; in pratica sto dicendo che pare che il compound della ultrasoft di quest’anno, da un punto di vista prestazionale, assomigli più ad una supersoft o ad una soft del periodo suddetto. Tornando a tempi più recenti, in Australia e in Russia si è “scesi” di una gradazione rispetto allo scorso anno; inoltre in Bahrein ed in Cina la scelta optata dalla Pirelli è stata identica, ma c’è da dire che nella pratica le vetture (specialmente quelle di testa) hanno optato per le due mescole più morbide del lotto.

Gli ingegneri della Pirelli hanno trovato il giusto compromesso tra la prestazione ed il degrado, tanto da concludere gare con un solo pit stop.

Il piccolo appunto da fare riguarda le gomme intermedie e da bagnato. Su questo, sono ancora pochi i dati raccolti, visto che queste gomme sono state utilizzate solamente durante un test ad hoc a Barcellona prima dell’inizio della stagione e pochissimo nel “povero” venerdì della Cina dove le sessioni sono state praticamente annullate. Per l’ultimo raffronto veramente competitivo sul bagnato dobbiamo ritornare allo scorso anno, dove però le vetture erano diverse, in particolare al GP del Brasile in cui diversi piloti avevano lamentato fenomeni di aquaplaning dando la responsabilità alla full wet, dichiarando come fosse poco performante nello smaltimento dell’acqua.

Nel suo programma di sviluppo in ottica 2018 la Pirelli sta chiedendo di intensificare le giornate di test privati con le scuderie di vertice; ci sarebbe da aggirare il regolamento e quindi le monoposto che possono essere messe a disposizione sono solo quelle del 2015, in quanto si vorrebbero evitare gli “approfittatori” che potrebbero trarre dei dati da utilizzare nel campionato in corso.

C’è da capire però come gli ingegneri della Pirelli riusciranno a trasportare questi dati su gomme per il 2018, visto che per forza di cose gli pneumatici utilizzabili in questi test saranno soggetti a livelli di downforce diversi e saranno di dimensioni diverse rispetto a quelli che avremo nel 2018. Sta di fatto che a sentire Mario Isola, responsabile del progetto Pirelli F1, le basi per poter trarre dati interessanti ci sono; il calendario riporta di test umidi con la Red Bull a Paul Ricard il 31 maggio ed il 1 giugno e a metà luglio con la Mclaren a Magny Cours. Vedremo se lo strategy group avallerà altre giornate e altre scuderia partecipanti.

In conclusione diamo notizia della scelta di Pirelli di portare al Gp d’Austria di quest’anno le tre mescole più morbide, ovvero ultrasoft, supersoft e soft, in linea con quanto successo lo scorso anno. Proviamo a fare un pronostico? O si opterà per una strategia più aggressiva, con ultrasoft e supersoft, magari con due pit stop, oppure si assocerà ad una delle due una gomma soft, così da completare la gara con un solo pit stop.

Avremo visto giusto? Staremo a vedere.