Ebbene sì, è successo di nuovo, la Ferrari conquista la pole position, ultima volta a Singapore 2015; monopolizza addirittura la prima fila, come a Magny Cours 2008.

La scuderia di Maranello non solo si dimostra performante in qualifica, costringendo i piloti Mercedes a rischiare la frenata, la curva e portandoli a qualche piccola sbavatura che li costringe a stare dietro, ma lo fa su un circuito in cui dal 2014 hanno dominato le Frecce d’Argento sia in qualifica che in gara.

Inoltre abbiamo parlato, in diverse forme, di come quest’anno il passo gara della Ferrari sia migliore di quello della Mercedes e che, in questa ottica, Maranello abbia deciso più volte di sacrificare il sabato per presentare un pacchetto più rivolto alla gara, cosa avvenuta in maniera lampante in Bahrain.

La prima fila Ferrari a Magny Cours - Getty images
La prima fila Ferrari a Magny Cours - Getty images

Tecnicamente parlando, l’Autodromo di Sochi è uno di quei circuiti che negli anni aveva portato in auge i soliti e cronici problemi della Ferrari, come la gestione delle gomme, la trazione, il carico aerodinamico al posteriore. Quest’anno, complice un progetto di partenza di rilievo ed una costante ricerca ai particolari, sembra che le Rosse del Cavallino abbiano trovato il giusto set up, anche in quelle zone del circuito che mettevano in risalto i problemi appena accennati, tanto da far dichiarare a Lauda e Wolff come la Ferrari sia in grado di mandare subito in temperatura le gomme, a differenza loro.

Ma facciamo attenzione, la Mercedes c’è. Ho provato ad analizzare il confronto tra il giro di Vettel e quello di Hamilton (staccato di meno di mezzo secondo) ed ho potuto solo notare il sottile equilibrio in cui viaggiano le prestazioni dei “fantastici 4”.

Bellissimo che la Ferrari occupi tutta la prima fila dopo molti anni, ma il campionato si vince con i punti e questi si fanno in gara. Quindi se il ritorno della Rossa in qualifica può far contenti, questo fornisce una sorta di responsabilità in più, come sempre avviene a chi si piazza davanti. Non bisogna commettere errori, allo stacco frizione allo spegnimento dei semafori, di guida, di strategia, di squadra; attenzione alla prima curva che in partenza è un imbuto, non si forzi troppo la staccata.

Per quanto riguarda “gli altri”, notiamo una Red Bull abbastanza indietro nelle prestazioni, addirittura raggiunta, almeno in qualifica, dalla Williams di Massa e dalla Renault di Hulkenberg, rispettivamente in terza e quarta fila. Questo conferma, una volta di più, come la scuderia anglo-austriaca abbia non solo un deficit in ambito propulsivo, ma anche in quelle aree progettuali che sono state il fiore all’occhiello a Milton Keynes negli ultimi anni, come il telaio e l’aerodinamica. Anche questo week-end avranno scelto un assetto a basso carico per compensare il deficit di motore, in un circuito dove comunque la reattività della vettura è importante? Staremo a vedere, di certo il primo sulla RB13, Ricciardo, in quinta posizione è a +1.6 secondi, una eternità.

Continua il progresso della Renault, che a piccoli passi migliora sempre di più, entrando stabilmente ormai nella top ten in qualifica; questo vale per Hulkenberg che surclassa il suo compagno Palmer, autore di qualche errore di troppo. Vedremo se riuscirà a mantenere questa posizione, rincorso dalle Force India che forse hanno perso qualcosina rispetto al Bahrain e con le Toro Rosso che comunque, cronometro alla mano, non sono per niente lontane dalle ultime posizioni utili alla conquista di punti iridati.

Non ci resta dunque che gustarci questo Gran Premio che si annuncia estremamente interessante; sarà l’Armata Rossa a vincere?