È un Toto Wolff senza peli sulla lingua quello intervenuto in Gazzetta in questi giorni. Spazia dalla situazione piloti alle impressioni destate dai team rivali, Red Bull e Ferrari su tutte. Ma è anche un Wolff che va all’attacco dei rivali, che a suo parere hanno votato per un regolamento che penalizza lo spettacolo al solo fine di sfavorire la Mercedes. Ma non è solo questo, c’è anche spazio per gli “ex” Rosberg ed Ecclestone, che hanno salutato il circus e hanno lasciato spazio a Bottas, in Mercedes, e Ross Brawn, a capo di Liberty Media.
Ed è proprio sull’ex-collega che Wolff si sofferma all’inizio, commentando la sua nuova posizione, soprattutto dopo le dichiarazioni di Brawn comparse nella sua biografia a proposito del binomio Lauda-Wolff. “L’entrata di Ross fa parte degli affari. Ma io sono sereno, dato che con lui conservo un ottimo rapporto. Quando è uscito il libro, mi ha telefonato per spiegare che non intendeva esprimere quei pensieri nel modo in cui sono stati scritti. D’altra parte, mi rendo conto che sia stato difficile per lui assistere da fuori ai trionfi di un team che sentiva di aver contribuito a costruire. Collaboreremo per il bene dei GP”.
A proposito dei trionfi, si pensava che la Red Bull fosse la prima ed unica rivale della Mercedes per questa stagione, ma i test hanno confermato anche la forza della Ferrari, che non sorprende affatto Wolff. Infatti il manager austriaco non si nasconde: “La Ferrari è una squadra solida, con le giuste risorse, ingegneri validi e leader energici e motivati. E’ logico aspettarsi una Ferrari competitiva. Nei test è stata la vettura più veloce e ha fatto tanti chilometri. La vedo sul podio domenica in Australia e spero che lotteremo con loro per la vittoria”.
La Mercedes, invece, è risultata più problematica rispetto agli anni passati, anche perché è sembrato più complicato trovare la giusta messa a punto sulla vettura tedesca, tanto che in molti han parlato già della fine dell’era Mercedes. Wolff però non si scompone e ammette: “Non è facile reinventarsi ogni anno e rimanere il punto di riferimento. Sarebbe sbagliato credere che una situazione di vantaggio duri per sempre. Perciò è normale che rivali come Ferrari e Red Bull diventino più ostici”.
L’attenzione si sposta poi sul tema piloti. Il primo punto è naturalmente l’addio di Nico Rosberg: “Ogni cambiamento è un rischio e un’opportunità. Nico era un fattore importante nel team. Perderlo, con una decisione del tutto a sorpresa, è stato critico. Soprattutto perché a dicembre la maggior parte degli altri piloti era già sotto contratto”.
Perso Rosberg, in Mercedes è andato via anche Paddy Lowe, ma al suo posto è arrivato James Allison, che Wolff elogia. Il direttore esecutivo Mercedes analizza così la situazione: “C’è la tendenza ad attribuire il merito dei risultati di una squadra a una o due figure, di solito i leader tecnici. Ma le prestazioni della macchina in realtà sono prodotte da chi lavora a un livello più basso. Noi ammiravamo Allison da tempo e sono felice che sia venuto alla Mercedes. La sua mentalità si adatta molto bene al nostro team, può darci qualcosa in più”.
A sostituire Rosberg è giunto Bottas, che a molti è sembrato un colpo di mercato di Wolff, suo manager. Dopo le critiche, Wolff spiega: “Chi mi critica non capisce che il mio obiettivo è vincere il Mondiale piloti e costruttori con la Mercedes. Non farei mai una scelta che metta a rischio questo traguardo. Non sono più il manager di Valtteri, che ora è gestito dall’ex iridato Mika Hakkinen, ma lo conosco da dieci anni e lo considero un pilota di grande talento. La migliore scelta per la squadra e per le dinamiche di relazione con Hamilton, che infatti lo ha già definito il migliore compagno con cui abbia mai lavorato”.
E a finire al centro della discussione è proprio il tri-campione del Mondo. Hamilton è conosciuto sia in pista per i suoi successi, che fuori per la sua vita da rockstar, per Wolff non è affatto un problema: “Siamo tutti convinti che un pilota debba stare a casa, allenarsi e avere una vita stabile. Lo vogliamo mettere in una scatola. Ma è sbagliato. Se Lewis riesce a viaggiare in aereo in tutto il mondo, andare alle sfilate di moda e agli eventi sul red carpet, senza che le sue prestazioni ne risentano, allora non c’è problema per me. E finora la cosa non ha influito sui risultati”.
Sul Mondiale 2016 perso a favore dell’ex-compagno/rivale Nico Rosberg, Wolff nega ancora una volta l’ipotesi di un Hamilton arrabbiato con il team, anzi: “Direi che è molto motivato a vincerne un altro, se avrà l’auto per farlo”.
L’attenzione passa poi agli altri piloti, fino ad ora entrati in orbita Mercedes solo come alternative a Rosberg dopo il suo addio. I nomi sono quelli di Vettel e Alonso, in scadenza a fine anno, ma anche in questo caso Wolff precisa: ”E’ presto per parlare già del 2018. Vogliamo dare a Bottas tutta la fiducia che serve. Non l’avremmo scelto se non pensassimo che possa restare a lungo con la Mercedes”.
Dall’altro lato, però, c’è un Marchionne che non ha nascosto la sua ammirazione per Hamilton. Wolff lo sa e spiega: “So che a Sergio piace Lewis. Le persone brillanti sono attratte dalle persone brillanti. E Hamilton è uno dei migliori al mondo. Magari un giorno guiderà davvero per la Ferrari, ma quest’anno e il prossimo è sotto contratto con noi”.
A questo punto una battuta su una probabile simpatia di Wolff nei confronti di Vettel, che in molti darebbero come futuro pilota: “Molti vorrebbero che dicessi che vorrei Seb al volante della Mercedes…”
Detto di Brawn, l’attenzione si sposta sul suo predecessore, ovvero Bernie Ecclestone. In questi giorni infatti c’è stata una festa in suo onore a Londra, alla quale hanno partecipato molti volti noti, come spiega lo stesso Wolff: “C’era tutta la storia della F.1. Lo abbiamo accolto con le maschere su cui era disegnata la sua faccia. Mi sono ritrovato a tavola con Briatore, Berger, Piccinini, Mosley, davvero incredibile. Come amico Bernie mi mancherà, perché ho imparato tanto da lui, ma non mi mancheranno altre cose…».
Wolff cambia atteggiamento quando gli parlano delle nuove regole: “Sui sorpassi le nuove regole non vanno di certo nella giusta strada. Lo avevamo detto già due anni fa, quando iniziarono le discussioni, avvertendo che avremmo avuto auto belle, velocissime e impegnative, ma gare più brutte. E le prime impressioni dei piloti lo hanno confermato. Queste regole sono state studiate per impedire che la Mercedes continuasse a vincere. Gli altri team ci hanno accusato di non volere il cambiamento e allora li abbiamo lasciati fare. E’ il modo in cui funziona la F.1, tutti seguono i propri interessi”.
E sulle donne in Formula 1, Wolff è realista, anche perché le nuove vetture sembrano molto più difficili da guidare: “Mia moglie Susie, che è un’ex pilota le ha viste girare e ha detto che sarà difficile. Sono monoposto troppo fisiche”.
Infine un commento sui reclami Red Bull per il famoso bottone Mercedes: “Hanno visto dei fantasmi. Abbiamo da anni una mappatura che ci consente di usare più cavalli in qualifica, niente di nuovo. Forse in Australia ci saranno dei reclami. Ma la Mercedes si sente al sicuro”.
Un Wolff a 360°, che ora però si concentrerà sul week-end dell’Australia, primo e fondamentale Gp dell’anno.