La Ferrari 312 F1 era stata rivoluzionaria perché, con il suo alettone posteriore, aveva introdotto il concetto di aerodinamica in Formula 1, ma il vero cambiamento del periodo arrivò un anno dopo. Ideatore? Sempre lui, il genio Colin Chapman, Lotus 49 il nome della sua creatura. Più che una vettura da corsa, un concentrato di genialità mista a pazzia, quella che consentì a Chapman di inventare di tutto nella sua intensa e vincente carriera.
Partiamo dal modello base: la Lotus 49 del 1967, che esordì, in modo trionfale, nel Gp di Olanda. La vettura fu progettata su una base tutta nuova, creata ad-hoc per ospitare il nuovo motore Cosworth DFV, un motore che avrebbe segnato i successivi 10 anni di storia della F1. Già in questo primo modello si poté ammirare il primo colpo di genio di Chapman, che intuì le potenzialità di un motore fissato come struttura portante della vettura. Detto fatto, la vettura, a detta di Graham Hill, era stabile e rispondeva prontamente a tutti i comandi. Il motore a fare da portante da un lato della scossa ed il cambio insieme ad alcuni elementi idraulici a fare da portanti dall’altro lato della struttura.
Il vero cambio rivoluzionario però arrivò poco dopo, quando sbucarono le prime ali, entrate nel circus già nel 1968 ad opera della Ferrari. All’inizio queste appendici alari erano fissate direttamente alle sospensioni e da lì estendevano in larghezza e altezza per essere aerodinamicamente efficaci. Queste però dopo alcuni cedimenti, che causarono incidenti quasi fatali, furono vietate e la Lotus ovviò a questo problema ancorando direttamente le ali al telaio della vettura.
Alla fine, questa scelta segnerà per sempre la Formula 1, tanto che ancora oggi, 50 anni dopo, si cercano soluzioni per aumentare ancora di più l’effetto delle ali sull’aerodinamica della vettura.
Dal punto di vista puramente sportivo, la 49 sarà una vettura trionfale, così come lo era stata una delle sue antecedenti, la Lotus 33. Al primo Gp arrivò immediata la vittoria, ad opera di Jim Clark. Ma, nonostante le molteplici vittorie dei due piloti Hill e Clark, la Lotus non riuscì a vincere alcun titolo nella prima stagione, a causa di un motore Cosworth ancora acerbo ed inaffidabile. Sarà il 1969 la stagione del trionfo, ma non con Big Jim, bensì con il compagno Graham Hill. Già, sarà “Mr Monaco” (il soprannome di Graham Hill è dovuto al suo particolare feeling con il toboga monegasco) a farsi carico della scuderia dopo la morte di Clark, avvenuta in Germania durante una gara di F2. Il britannico vincerà proprio a Montecarlo, in Spagna ed in Messico e diventerà campione del Mondo per la seconda volta in carriera.
La Lotus 49 alla fine porterà a casa 12 vittorie a cui si aggiunge un titolo piloti ed uno costruttori. Sarà il 1970 a mandarla in pensione, quando arriverà la vincente ed ancora più innovativa Lotus 72.
Tanto per non farsi mancare nulla, inoltre, la Lotus 49 va ricordata per essere stata la prima vettura di Formula 1 ad abbandonare i classici colori nazionali (verde nel caso della britannica Lotus) per fregiarsi dei colori di uno degli sponsor, la bianco-rossa Gold Leaf.