Si apre con un colpo di scena la quarta tappa dell’edizione 38 della Parigi-Dakar: Nasser Al-Attiyah si ritira, in seguito ai danni irreparabili della sua Toyota Hilux, dopo il botto della terza prova. La strada, già in discesa dopo la prova di ieri, si fa ancora più lieve per i piloti Peugeot, che ora vedono ridursi alla loro cerchia il raggio dei favoriti di questa Dakar. La prova prevede una delle lunghezze totali più brevi della corsa, “solo” 521 km, ma una speciale di ben 416 km, che porta la carovana dall’Argentina al Bolivia, dunque, verso le prime asperità ad alta quota. 

AUTO- Dopo un inizio non brillante, a dominare la quarta prova tra le auto è Cyril Depres. Il francese, dopo aver dominato 5 edizioni del raid tra le due ruote, nel 2015 ha deciso di passare alle 4 ruote ed ecco che, dopo il 7° posto dello scorso anno, arriva il primo acuto. L’ex centauro sfrutta a dovere la giornata no dei suoi compagni di team e va a vincere e la speciale in 4h2’55”, dopo aver duellato a lungo con Nani Roma, soprattutto durante la prima parte di prova. Il pilota spagnolo, però, cala nella seconda parte, lasciando il via libera a Depres, ma anche a Hirvonen, bravissimo in questi 4 giorni, che, nonostante un distacco pesante, chiude la prova in 2° posizione, con 10’51” di svantaggio. Roma, invece, chiude 3°, a 12’51”.

Segue Stephane Peterhansel (+15’15”), autore di una prova decisamente opaca, soprattutto se paragonata a quella spettacolare di ieri,  dove aveva rifilato minuti pesanti ai compagni Sainz e Loeb. Proprio Sebastien Loeb è 5° a 22’13” dalla vetta, che gli fanno perdere la leadership della corsa. Pesante un errore dell’alsaziano ad uno dei WayPoint, dove concede ben 25’, prima di recuperarne 3 nel finale.  

Lotta tra Mini e Toyota per il 6° tempo di tappa, con De Villiers bravo a beffare il meno esperto Jakub Przygonsky, che chiude a 24’23” da Depres, e a soli 19” dal sudafricano della Toyota. Proprio De Villiers, in ombra fin ora, potrebbe provare a lanciare il suo attacco nella complicata tappa di odierna, dove potrebbero volare distacchi importanti. 

Chiudono la Top 10 Erik Van Loon (+27’02”), Boris Garafulic (+32’48”) ed Orlando Terranova (+42’33”). Al traguardo anche i due equipaggi più seguiti dall’Italia, ovvero Gianluca Tassi, con la sua Ford e la piccola PanDAKAR, capace di superare queste prime, ardue, salite andine. 

Sainz in tutto questo? Va male al madrileno, vincitore di due edizioni del raid, quando ancora si correva nel deserto. L’esperto pilota spagnolo, infatti, dopo aver comandato a lungo la classifica, soprattutto grazie ai problemi di Loeb e alle disavventure di Peterhansel, commette un errore negli ultimi tratti, finendo in un burrone. Al traguardo lo spagnolo paga 2h26’ circa, che molto probabilmente gli toglieranno ogni velleità di classifica. 

Ora la classifica vede saltare in cima Cyril Depres, seguito da Stéphane Peterhansel a 4’08” e da Hirvonen, che chiude il podio provvisorio, con 1’ in più di Peterhansel. Scivola a 6’48”, invece, Sébastien Loeb, seguito da lontano da Nani Roma, prima Toyota in gara.

Fonte: Dakar.com

 

MOTO- Tra le moto la vittoria va a Matthias Walkner su KTM. Il pilota austriaco riesce a gestirsi bene, guadagnando terreno nella prima parte di prova e gestendo il rientro finale di Barreda, autore di una splendida prova, dopo quella di ieri che gli ha consegnato la leadership. 

Walkner si rifà, dopo che durante la terza prova era stato penalizzato di 5' per un suo banalissimo errore, dato che aveva smarrito le tabelle di viaggio. Il suo tempo di 4h57'22" è abbastanza per beffare, quando si parla di Dakar anche i distacchi non sono normali, Barreda Bort, giunto a "soli" 2'02", dopo un tratto in discesa percorso a tutto per guadagnare il più possibile sugli avversari e ridurre il gap dal primo. Bravissimo nel tratto finale è anche Michael Metge, autore di una discesa superba, nonostante la strada viscida a causa delle piogge cadute sul percorso, che gli permette di salire sul 3° gradino del podio. 

Chiude ai piedi del podio il vincitore, iniziale, della prima prova: Xavier De Soultrait, giunto al traguardo con un ritardo di 5'58". Il francese stacca abbondantemente il 5° classificato, lo slovacco Stefan Svitko, che paga 8'33". 

Delude ancora il 6° classificato Pablo Quintanilla, presentatosi ai nastri di partenza come uno dei favoriti, il cileno non ha brillato fino ad ora, ma è comunque ben messo in classifica. Il suo tempo è di 1'02" migliore di quello di Gerard Farres Guel, 7° a 10'24" da Walkner.

Chiudono la Top 10 Pierre Alexandre Renet, a 12’30”,  Franco Caimi, che paga 13’03” e il temerario Adrian Van Beveren, un po' al di sotto delle aspettative lungo questi 416 km. 

Naturalmente, dopo il ritiro incredibile di Al-Attiyah, anche le due ruote concedono il colpo di scena. Questo arriva 100 km dopo la partenza, circa, quando Toby Price cade in terra ed è costretto al ritiro a causa della rottura del femore. Niente bis per lui e strada spianata a Barreda, che ora si deve guardare da Quintanilla, che però dista 22'... o no?

COLPO DI SCENA A TARDA SERATA- A tarda serata, la notizia della penalizzazione delle Honda di Joan Barreda, Paulo Goncalves e Michael Metge per un pieno fuori "spartito". 1 ora in più a tutti e addio testa della classifica per Barreda, che, dai 22' di vantaggio, ora scivola in 9a posizione, con 41'41" di ritardo da Quintanilla, seguito ora da Walkner a 2'07". 

Fonte: Dakar.com