"La miglior difesa è l'attacco", diceva l'allenatore brasiliano Gentil Cardoso, massima con cui è passato alla storia. Dello stesso parere è anche Fernando Alonso, che in un'intervista su La Gazzetta dello Sport propone un piano d'azione a Rosberg: "Fossi in lui attaccherei, cercando di considerare questa gara come un qualsiasi weekend. In condizioni normali arriveranno primo e secondo e credo che sia quello che auspica Rosberg". L'asturiano non manca di sottolineare tuttavia che qualche insidia potrebbe esserci, perchè a suo dire "la Red Bull qui è forte, Rosberg e Hamilton devono tenerne conto. Ma le Mercedes in corsa hanno qualcosa di più".
TRA PRESENTE E FUTURO Alla domanda se il 2017 sarà la sua ultima occasione per vincere in Formula 1, Alonso ripercorre il suo ritorno in McLaren: "Non sono approdato in McLaren per il mio legame con Ron Dennis, ma perché il progetto era attraente. La partnership tra McLaren e Honda è quella in cui sono cresciuto guardando la F.1 in tv. Il mio primo kart era una replica della McLaren che mio papà fece per me…Sono tornato sapendo che ci sarebbero stati rischi. Quest’anno è andata meglio che nel 2015, ma siamo rimasti lontani dalla lotta mondiale. Però so di essere nel posto giusto per arrivarci. Dopo un paio di anni senza opportunità vorrei vincere il titolo, ma non posso cominciare ogni stagione con questa ossessione..". Lo spagnolo parla anche delle vetture 2017, grazie alle quali prevede che "ci sarà più spettacolo, macchine più rapide. Come la F.1 dovrebbe essere. Ora quando vedo che tra la F.1 e la GP2 c’è solo un secondo di differenza, la cosa non mi piace. Il che non significa che non mi diverta o voglia cambiare".
ENFANTS TERRIBLES Negli ultimi anni sono arrivati in F1 ragazzi poco più che maggiorenni che vanno forte, ed è emblematico Max Verstappen che nella scorsa stagione ha debuttato nel mondiale a soli 17 anni ed oggi fa tutti parlare di sè. Alonso elogia l'olandese come altri giovani, evidenziando però come dietro molti di loro ci sia l'ala protettrice della Red Bull che li guida nel loro percorso di crescita. "Max è il simbolo della filosofia Red Bull, - dice l'asturiano - che aiuta i ragazzi dal gokart e ne spinge la carriera. Scuola intensa, risultati intensi. Ricciardo ha fatto lo stesso percorso, ma non ha 18 anni e nel mondo mediatico è meno attraente rispetto a un ragazzo che dà prestazioni a quel livello. Ma bisogna stare attenti, perché anche Ricciardo o Sainz, partendo in Toro Rosso, hanno fatto le stesse cose e io li pongo sullo stesso piano". Dopo l'addio di Button a McLaren, nel 2017 anche Fernando avrà come compagno di box un giovane rampante, vale a dire Stoffel Vandoorne, a cui riconosce talento e per questo motivo prevede una bella sfida. A tal proposito conclude affermando che "si ripete la storia di Hamilton. Quando andai in Renault arrivò Piquet, campione di GP2, reputato molto veloce ma non fu così veloce. Poi Grosjean, altro giovane molto veloce, ma non fu veloce. Quindi Massa, tanti anni in Ferrari, annunciato come molto veloce ma non lo fu. Quindi Kimi, campione del mondo che tornava, molto veloce: ma non fu veloce. Con Vandoorne la priorità è fare progredire la macchina. Poi ci sarà la sfida e io non ho paura".