L’uomo che coordina il team dominante nel mondiale di F1 è Toto Wolff, che vanta trascorsi nel motorsport, ma che soprattutto si è affermato come manager di successo, fondando due società volte ad investire in settori strategici ma anche in quelli legati ai motori, tanto che l’austriaco ha prima puntato sulla Williams e poi su Mercedes, detenendone ora circa il 30% della parte sportiva.

Wolff si è raccontato in un’intervista a tutto campo rilasciata alla Gazzetta dello Sport, in cui parla innanzitutto della sua carriera nel mondo della Formula 1, dicendo che “Ci sono entrato nel 2009 come investitore finanziario. La mia esperienza con la Williams è andata avanti sino al 2012, poi è cominciata quella in Mercedes. Oggi siamo nel 2016. Non starò in F.1 per sempre, diciamo che vi rimarrò ancora per un paio d’anni, finché mi divertirò a fare quello che sto facendo”.

Parole che aprono uno scenario futuro lontano dal mondo delle corse, ma tuttavia potrebbe essere così solo per un periodo di tempo. “Cancellerei il “definitivamente” perché non si può dire come va la vitadice Wolff - Mai, ad esempio, avrei immaginato di investire i miei soldi in un team di Formula 1 né di avere un ruolo attivo in una squadra o di assurgere al ruolo che ricopro in Mercedes. Il lavoro che svolgo oggi è molto intenso, con un grande coinvolgimento emotivo. Bisogna reinventarsi ogni anno, tirar fuori delle idee. Nel momento in cui tutto questo dovesse fermarsi mi dedicherò a qualcos’altro

Infine il manager austriaco passa a raccontare del successo Mercedes, team che dal 2014, salvo rare occasioni, è sempre stato davanti a tutti. Afferma che “la nostra è una struttura di 1500 persone divisa tra le sedi di Brixworth e Brackley. Ci sono due senior leader che determinano le strategie a lungo termine. E poi ci sono due, tre livelli invisibili al grande pubblico che si occupano delle prestazioni delle macchine. A valle ci siamo noi che dobbiamo mettere in atto l’organizzazione finale, capire come introdurre le innovazioni. Un team non è un oggetto statico perché è composto di gente. E questa gente va motivata ogni anno”.

Infine descrive il rapporto con Niki Lauda e col presidente del gruppo Mercedes Dieter Zetsche, figure di spicco con cui doversi relazionare e a cui rendere conto di quanto fatto. Conclude dicendo che “Lauda è il presidente non operativo e non ha ruoli operativi nella squadra. È un ottimo sparring partner per quanto concerne le domande dei piloti e sui piloti, ha una grande credibilità nel paddock ed è qualcuno che non vorrei perdere nel team. Mi relaziono molto spesso col presidente Zetsche, almeno una volta ogni due giorni. Ho un ottimo rapporto di reciproca fiducia con lui e con gli altri membri del board ed è per questo che sto bene dove sono. Ho un ruolo di managing partner che loro rispettano lasciandomi la libertà operativa. Io spero di ricambiarli propiziando il raggiungimento degli obbiettivi senza gravarli di pensieri sul tema, visto che sono impegnati in altro. E poi capiscono sia quello che faccio sia il contesto in cui mi muovo”.