Suzuka! Un nome che ai molti appassionati del mondo della Formula 1 fa correre i brividi lungo la schiena. Un circuito che è presenza fissa, o quasi, nel calendario mondiale dal 1987 e sul quale si sono scritte pagine di storia della Formula 1, che hanno fatto gioire o piangere piloti, tifosi e intere scuderie. Sono poche le edizioni in cui non è successo nulla, ogni anno sempre qualche colpo di scena, alcuni memorabili, altri che vorremmo tutti dimenticare.
LA TRAGEDIA DI JULES BIANCHI- Di questa categoria fa parte un Gran Premio in particolare, che è una delle pagine più tristi della Formula 1 moderna. 5 Ottobre 2014, Suzuka: Si corre sotto un nubifragio, tant’è che la gara viene fatta partire dietro la Safety-Car, salvo poi sospenderla. Le condizioni sembrano migliorare e si ricomincia, ma quando si arriva a metà gara tutto ritorna come prima, un vero e proprio tifone si abbatte sulla F1. Scende il buio, ma per la direzione gara le condizioni climatiche permettono il corretto proseguimento del Gp, che così continua e si avvia verso la fine. Si arriva al 43° giro, la pista è un fiume e le vetture non tengono. E' così che la vettura di Adrian Sutil, tedesco della Sauber, va lunga al curvone Dunlop. Viene adoperata la gru per rimuovere la monoposto del tedesco, ma ecco che alla stessa curva arriva come un fulmine, un giovane talento che si sta facendo le ossa in Marussia, Jules Bianchi. Il francese perde il controllo della vettura e va lungo. La sorte però gli volta le spalle, Jules a differenza di Sutil non trova le barriere di gomma, ma la gru. La forza della vettura è tale che il mezzo si sollevi da terra e Bianchi, sfortunato, con il casco sbatte contro la base della gru. L’impatto è terribile, all’inizio, complice la scarsa visibilità non si capisce nulla, si vedono solo i commissari disperati. Poco dopo le immagini svelano la macabra scena, Jules è esanime, viene trasportato d’urgenza all’ospedale e la gara viene sospesa. Vincerà Hamilton, ma tutto passerà in secondo piano.
Bianchi, dopo 9 mesi di lotta ed agonia, perirà all’ospedale di Nizza, senza aver mai aperto un occhio dopo l’incidente.
Le edizioni del Gp del Sol Levante corse a Suzuka, quasi tutte tranne le edizioni del ’76, famosa per il gran rifiuto di Lauda e per essere stato lo scenario finale di una delle stagioni più incredibili della F1, del 1977 e, in tempi più recenti, del 2007 e del 2008, sono state sempre ricche di sorprese e colpi di scena. Spesso qui si è deciso il mondiale, con risultati non sempre accettati, dalle quali sono nate delle vere e proprie polemiche.
IL DUELLO PROST-SENNA - È il caso del 1989, quando si arriva in Giappone con Alain Prost ed Ayrton Senna, compagni di team in McLaren, in piena lotta per il mondiale. Prost deve perdere meno di 4 punti da Senna per vincere il suo 3° iride, il brasiliano invece deve vincere per mantenere vive le speranze di titolo. La pole, come sempre, è proprio dell’asso brasiliano, che però al via si fa infilare dal Professore, che gli va via e si porta in testa. Magic insegue, il Prost controlla. Si arriva al giro 46, i due sono vicini e siamo all’uscita della Spoon Curve, lungo rettilineo e si arriva alla 130R. Qui Senna, come solo lui sa fare, percorre la curva senza alzare il piede dell’acceleratore e si avvicina a Prost in vista della staccata. Prost si allarga, Senna forza la staccata e si stringe, Prost allora chiude. Il contatto tra i due è inevitabile, il mondiale sembra finito, così Prost scende dalla vettura esaltante, Senna invece, grazie all’aiuto dei commissari, riparte e rientra ai box per riparare la vettura danneggiata.
Da dietro sbuca Nannini sulla Benetton, che si porta al comando. Con il Nanno in testa, Prost è ancora campione, ma ecco che a 2 giri dalla fine Senna compie l’ennesimo miracolo. Con gomme nuove ha recuperato oltre 10” al pilota italiano e proprio alla staccata del triangle, davanti agli occhi del Professore, the Magic Senna infila il senese. Vittoria della gara e mondiale ancora aperto. Sul podio, per la premiazione, però non sale Ayrton Senna, ma Alessandro Nannini. Il brasiliano, subito dopo l’arrivo, è stato squalificato per aver tagliato la chicane in seguito all'incidente e per aver ricorso ad aiuti esterni per farsi rimettere in pista. Appresa la notizia, Senna esplode ed inizia a sparare a zero sulla FIA e sul suo capo, Jean-Marie Balestre, reo di aver favorito il suo connazionale Alain Prost. La McLaren presenta ricorso, ma viene respinto dalla FIA, che anzi definisce Senna "pericoloso per la sicurezza degli altri piloti", facendo riferimento anche ad altri episodi controversi che avevano visto come protagonista il brasiliano. Per il pilota paulista arriva anche la beffa, poiché multato di 100000$.
Le polemiche furono le protagoniste assolute anche dell’inverno, con Senna che accusò a più riprese la FIA di aver manipolato i risultati del mondiale. Ciò costò al brasiliano la revoca della licenza, restituitagli soltanto qualche giorno prima dell’inizio del campionato 1990.
Neanche nel ’90 le polemiche si placarono, ma ora i due non erano più compagni di team, infatti Prost era passato in Ferrari. La stagione vede ancora la lotta tra i due, che arrivano di nuovo a Suzuka in lotta per l’iride. Prost è obbligato a vincere la gara se vuole mantenere aperta la lotta per il titolo piloti. Senna, che ha siglato la pole, è scontento della posizione riservata al poleman, posta sul lato sporco della pista, e chiede ai commissari di gara di spostarla; la sua richiesta viene però rifiutata, su pressioni del presidente della FIA Jean-Marie Balestre.
Alla partenza Prost infila il rivale, ma giunti alla prima curva Senna non la percorre, puntando alla Ferrari numero 1. L’impatto tra i due è inevitabile, Prost schizza fuori dalla vettura inveendo contro il rivale. La FIA però questa volta decide di non sanzionare nessuno, giudicando il tutto come un normale incidente di gara. Il Gp, per la cronaca, verrà vinto da Nelson Piquet.
SCHUMACHER VS HAKKINEN: QUANTA SOFFERENZA- Suzuka però non è solo Senna vs Prost, ma anche McLaren vs Ferrari. Siamo a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio e tra le due case più famose del circus, imperversa la battaglia. Protagonisti Mika Hakkinen, Michael Schumacher ed Eddie Irvine, con David Coulthard, compagno di Hakkinen a fare da comparsa. Schumacher, dopo la delusione del ’97, è deciso a vendere cara la pelle, forte di una Ferrari, che senza la Williams indebolita dall’addio del genio Adrian Newey e senza motore Renault, sembra essere senza rivali. Ecco che allora, dopo qualche anno di buio, risbuca la McLaren, progettata proprio da Newey ed equipaggiata delle nuove gomme Bridgestone, più performanti delle vecchie Good-Year, ormai a fine carriera in F1.
La stagione vive il duello Schumacher-Hakkinen, ad ogni GP, con la vettura inglese che si dimostra spesso più forte della Rossa. Schumacher incassa i colpi e quando Hakkinen subisce delle battute d’arresto si rifà sotto. Si arriva a Suzuka con il finlandese volante in testa alla classifica per 4 punti, Schumacher è costretto a vincere la gara per riportare il titolo a Maranello. In qualifica il tedesco prevale sul rivale, che è 2°. Alla partenza però la dea bendata volta nuovamente le spalle a Schumi, il tedesco inserendo la prima, fa spegnere il motore. Sfilato in ultima posizione, il Kaiser si lancia in una furiosa rimonta, che lo porta al 3° posto, alle spalle di Hakkinen, leader del Gp e Irvine. Quando le cose sembrano rimettersi un po’ a posto, ecco il nuovo colpo di scena: alla fine del rettilineo dei box esplode la gomma della vettura n.3. L’esplosione danneggia la scocca e con un giro da percorrere Schumacher è costretto al ritiro. Sconsolato si siede su un muretto, quasi a ripensare a tutto il week-end, a fine gara sarà tra i primi a complimentarsi con l’amico-rivale Hakkinen.
Sembra un Gp stregato per la Ferrari, dopo il ’98 anche il ’99 ha sancito la sconfitta della Rossa, ancora una volta per mano di Hakkinen. Il 2000 è l’anno della svolta: Schumi arriva in Giapone con 8 punti di vantaggio su Hakkinen, potrebbe amministrare, ma non sarebbe da lui. Così in prova batte il rivale per 9 millesimi. In partenza Michael sbaglia nuovamente e Hakkinen prova ad involarsi. Sembra l’ennesima beffa, ma ecco che l’arrivo di una leggera pioggia rimescola le carte. Schumacher recupera 2” in 2 giri e si riporta nei tubi di scarico del finnico, che rientra ai box per l’ultima sosta. E qui entra in gioco la macchina perfetta Schumacher-Brawn: l’ingegnere ordina al tedesco di compiere 3 giri a ritmo di qualifica prima della sosta. I meccanici concludono l’opera, la magia è compiuta, Michael Schumacher sbuca davanti a Mika Hakkinen. Gli ultimi giri sono carichi di tensione, ma ecco la bandiera a scacchi: dopo 21 anni Michael Schumacher riporta l’iride a Maranello, un titolo sofferto, agognato, Michael ha pianto, è diventato umano, ma ce l’ha fatta: è campione del Mondo con la Ferrari!
ALTRE EDIZIONI, ALTRI DUELLI - Nel 1987 Piquet batte il compagno di team Nigel Mansell, protagonista di un terribile botto al venerdì, che gli impedisce di partecipare alla gara della domenica, vinta da Gerhard Berger. Grazie al forfait del Leone Inglese, Piquet si laurea per la terza, ed ultima volta, campione del Mondo.
L’anno successivo arriva il primo trionfo mondiale di Senna. Il brasiliano, come sempre in pole sul circuito nipponico, ha problemi alla partenza e alla prima curva si trova 14°. Da lì, favorito anche da una leggera pioggerellina, inizia la sua rimonta giro dopo giro, fino ad arrivare negli scarichi di Prost. Il sorpasso è uno di quelli che fanno rimanere a bocca aperta: Senna supera Prost infilandosi nello stretto spazio rimasto tra la McLaren del francese e il muretto box. Il Mago s’invola e va a vincere. Per la prima volta è campione del Mondo.
Nel ’91 è ancora duello per il Mondiale. Questa volta, però, a contendersi il titolo con Senna non c’è Prost, appiedato dalla Ferrari dopo una stagione terribile, bensì il Leone Mansell. La gara è decisiva per l'assegnazione del campionato piloti: Mansell, 2° a 16 punti da Senna, deve assolutamente vincere per tenere aperta la sfida fino all'ultima gara ad Adelaide, mentre al brasiliano basta un secondo posto per conquistare il terzo titolo mondiale in carriera.
La gara vive da subito il duello tra i due, Senna davanti e Mansell a tallonarlo. L’inglese però, preso dalla troppa foga, commette un errore e al 10° giro è costretto al ritiro. Senna, seguito dal fido Berger comanda fino all’ultimo giro, quando all’ultima curva per ringraziare l’amico e scudiero, lo fa passare regalandogli la vittoria. Senna è campione, Mansell per la 3° volta in carriera deve dire addio ai sogni di gloria.
Nel 1992 a Suzuka si assiste all’ultima vittoria di Riccardo Patrese in F1. Il milanese è stato a lungo il recordman di presenze in F1, grazie ai 17 anni passati sul sedile di una monoposto.
La penultima vittoria di Senna risale al 1993, proprio a Suzuka. Il Mago batte Prost, ma senza duello per il Mondiale, perché la Williams del francese è la migliore vettura del lotto, mentre la McLaren del brasiliano arranca e solo in alcune occasioni, si permette il lusso di competere con le super vetture anglo-francesi.
Arriviamo al 1996, anno in cui Damon Hill, dopo due anni di sconfitte, si rifà proprio a Suzuka, dove vince gara e titolo ai danni del compagno Jacques Villeneuve, figlio del grande Gilles.
Dopo la delusione del 1998, la Ferrari tenta di rifarsi nell’ultimo mondiale del millennio. A contendere la corona iridata ad Hakkinen però non è Schumacher, infortunatosi a Silverstone, ma l’esuberante Eddie Irvine. La gara però viene vinta da Hakkinen, che sconfigge proprio i due ferraristi. La scuderia di Maranello si consola con la conquista del mondiale costruttori, vinto a 17 anni di distanza dall’ultimo titolo, quello costruttori del 1983.
GLI ANNI DUEMILA - Dopo 2 anni di domini Schumacher (2001 e 2002), nel 2003 a Suzuka si assiste ad un altro duello infuocato per il mondiale. Schumacher vs il finlandese Kimi Raikkonen, erede di Hakkinen, proprio alla McLaren. Le prove relegano Schumi in settima fila, mentre il finnico è 8°. Raikkonen, per portare a casa l’iride può soltanto vincere, ma Schumi deve andare a vuoto. La gara vede il duello a distanza tra i due. Schumi arranca, Kimi rimonta, ma trova sulla sua strada Barrichello, fido scudiero di Schumacher, che copre il tedesco andando a vincere il Gp e spezzando il sogno iridato del finlandese.
Il 2005 il Gp è teatro di una gara spettacolare da parte di Kimi Raikkonen. Il finlandese ha da poco perso le speranze iridate, a causa della sfortuna che ha perseguitato lui e la sua McLaren durante la stagione, ma è deciso a dimostrare di essere il più forte del lotto. In qualifica la pioggia mischia le carte e il finnico è soltanto 17°. In gara si scatena e ingaggia un lungo duello con Alonso, neo-campione del Mondo, e Michael Schumacher, svantaggiato da una Ferrari per nulla competitiva. Kimi risale fino in 2 posizione, quando all’inizio dell’ultimo giro, si rende protagonista di un sorpasso spettacolare ai danni di Fisichella. Raikkonen va a vincere, dimostrando ancora una volta di essere uno dei migliori piloti del circus.
Il Gp del Giappone 2006 è ancora uno degli incubi dei ferraristi. Il loro mito, Schumi è all’attacco dell’8° iride e deve assolutamente vincere se vuole mettere pressione all’asturiano Alonso. Il week-end sembra andare per il verso giusto, Schumacher è 2° in qualifica, mentre Alonso è piu indietro, 5°. In gara Schumacher si invola al 1° posto, con Alonso che riesce a rimontare fino al 2° posto. Però a 17 giri al termine si decide il mondiale. Ancora una volta la fortuna abbandona Schumi e un fumata improvvisa, una lunga, inesorabile scia grigia esce dal motore della Ferrari. Il motore ha ceduto, dopo 6 anni di Gp senza una rottura, Schumi, a pezzi, si ritira dando strada al secondo titolo mondiale di Alonso.
Dal 2009 in poi non si son visti pià grandi duelli. E’ arrivato Sebastian Vettel, che ha vinto 4 volte (2009-2010-2012 e 2013). Ha trionfato anche Button nel 2011 ed Hamilton nelle ultime due stagioni.
Nel 2011 proprio Vettel, grazie al 3° posto in gara, alle spalle dei rivali Button e Alonso, ha conquistato la sua 2a corona iridata.
Il Gp del 2012, vinto da Vettel, è costato ad Alonso il mondiale con la Ferrari. L’asturiano alla prima curva viene coinvolto in un incidente che lo mette out e gli costa punti importanti in chiave iridata, nei confronti del rivale Vettel, che vincendo il Gp accorcia le distanze. Il mondiale sarebbe andato proprio al tedesco per soli 3 punti.