Max Verstappen può far meglio in qualifica. Ne è convinto il boss della Red Bull Christian Horner, malgrado l’olandese di provenienza Toro Rosso non abbia tardato a mostrare la propria classe anche al volante della “sorella maggiore” RB12, meritando ampiamente la promozione.
Max ha subito bagnato l’esordio di Barcellona con la vittoria, figlia dell’intuizione vincente del muretto (e dell’harakiri Mercedes), certo, ma anche di consistenza e maturità inusuali per un diciottenne, per di più gravato da pressioni crescenti; poi un secondo e un quarto posto in Austria e Canada ad aggiungere piazzamenti di rango. Nel mezzo l’anonimo 8° posto di Baku e l’unica, vera macchia della sua breve carriera in Red Bull: il doppio errore di Monaco con cui ha concluso a muro sia qualifiche che gara. Ci sta.
Alle superiori performance in gara, tuttavia, hanno fatto da contraltare qualifiche in cui è sempre finito dietro al compagno di squadra Daniel Ricciardo, uno che sul giro secco non è comunque secondo a nessuno. Normale, dunque, che la maggior confidenza con l'auto consenta all’australiano di sondarne meglio il limite e spremere ogni stilla di potenziale disponibile, quantomeno per brevi periodi; meno se ti chiami Verstappen e corri con la fretta del predestinato sin da bambino.
“Nelle ultime due gare Max è stato davvero forte - ha spiegato Horner -. È molto abile nella gestione delle gomme e quando si trova sotto pressione, non si scompone mai. Ma deve lavorare sulla qualifica. Daniel è al top in quel campo, ma sarebbe grandioso avere due piloti allo stesso livello che si spingono a vicenda”.
Horner si è detto comunque certo che i progressi di Verstappen al sabato matureranno con l’esperienza, tornando poi ad elogiarne la gestione gomme in Austria, basilare per tenere a bada l’arrembante Raikkonen. Un replay del finale di Barcellona. “Max ha fatto un capolavoro gestendole per tutti quei giri. - ha commentato il team manager - Avevamo il cuore in gola nelle ultime fasi perché le gomme erano al limite e c’erano detriti sparsi un po’ ovunque. Per fortuna, all’ultimo giro la bandiera gialla in curva 3 lo ha aiutato a restare davanti”.