Fantasticio! Si, proprio fantasticio con una “i” di troppo, come nella gioia espressa da Vettel appena colta una pole da maestro. Vittoria e gara perfetta, il tedesco e la Ferrari, con Kimi terzo, chiudono illuminati dalle luci e poi dai fuochi pirotecnici di Singapore.
Quanto vale questa affermazione, la terza di stagione? Vale tanto, perché cerchiata, prevista, preparata. Guidare, allungare e gestire difficoltà (safety car) e concorrenza (Red Bull competitiva) non era scontato, l'esplosione finale è meritata e un naturale epilogo: il rosso, la festa, gli abbracci e quell'inno italiano sul podio che contagia pure il principale protagonista. Ragione e sentimento, soddisfazione e carica, questo è il pilota che a Maranello hanno voluto, questo è il pilota che raccoglie e risponde con ulteriori ambizioni.
Lo sguardo è differente, le parole coraggiose, rispetto ai precedenti c'è la consapevolezza di un piano costruito e ben eseguito. Vettel sa, conosce e studia. Nella pista scelta e prescelta esce trionfante, grazie al talento e all'audacia, alla freddezza e all'abilità.
Quasi un anno fa Sebastian usciva dal garage di Fiorano per i primi giri con la sua rossa con la voce spezzata e gli occhi sognanti, oggi è sempre lì con il fido quadernino a prendere appunti e lo stesso orgoglio emozionato per ogni conquista raggiunta. E' l'apoteosi di un progetto che va oltre le leggi fisiche, aerodinamiche e cinetiche, è l'accelerazione di un connubio umano e tecnico.
Il duo Mercedes non è in crisi, difficile credere a qualcosa di più di un incidente di percorso, anche se nelle ultime stagioni mai la casa di Stoccarda era apparsa così in affanno. Però resta un “però”, perché al destino bisogna andare incontro e alle occasioni aprire la porta. Nulla è semplice e niente garantito, ma Vettel con il suo italiano talora buffo e il suo sorriso ottimista stavolta è stato “fantasticio”. Si, proprio fantasticio.