Storico, affascinante, velocissimo, pericolosissimo. Il Circuit de la Sarthe potrebbe essere riassunto in questi 4 aggettivi. La casa della 24 ore di Le Mans è una delle piste più complicate al mondo. Oltre 13 Km di lunghezza, da percorrere prevalentemente su strade ordinariamente aperte al traffico e solo in piccola parte sull'asfalto dell'autodromo di Le Mans (il Circuito Bugatti, vecchia sede del Gp di Francia di Formula 1 nonchè attuale sede di quello di MotoGp, ndr.). Velocità di punta da capogiro, staccate allucinanti. Scopriamone le caratteristiche.
IL CIRCUITO. Situato prevalentemente all'interno della città di Le Mans, capoluogo del dipartimento della Sarthe nel nord della Francia, il Circuit de la Sarthe è lungo ben 13,629 km (toccando anche i limitrofi villaggi di Mulsanne e Arnage, ndr.) contenenti ben 38 curve. Il layout della pista è, tuttavia, perlopiù caratterizzato da lunghissimi rettilinei, ricavati prevalentemente sulle strade del dipartimento, che permettono ai piloti di percorrerne oltre l'85% della sua lunghezza a gas completamente aperto, causando un notevole stress alla meccanica delle vetture - primo elemento da tenere sotto controllo in una competizione endurance - sia nella parte del drivetrain che nell'impianto frenante.
IL GIRO. Usciti dalla lenta chicane che lo precede, si accelera lungo il rettilineo dei box, in fondo al quale una vettura di categoria LMP-1 raggiunge picchi di oltre 280 Km/h. Subito una curva molto impegnativa. Si tratta della velocissima Curva Dunlop, una curva a destra di medio-alta velocità da affrontare in sesta marcia cercando di toccare il cordolo quanto meno possibile. Una LMP-1 viaggia orientativamente a oltre 250 km/h quando giunge alla prima staccata, cioè quella che precede la Chicane Dunlop. Scalata in 2a marcia e utilizzo di tutto il cordolo in uscita per lanciarsi sotto il celebre ponte a forma di copertone Dunlop, uno dei simboli della pista. Segue poi una morbida "S" in cui è fondamentale il dosaggio del gas, cercando di usare il cordolo interno dell'ultima curva a sinistra per meglio prepararsi al settore velocissimo della pista. Si abbandona così il tratto di pertinenza del Circuito Bugatti, affrontando in piena accelerazione due curve a destra, la prima Virage de la Chapelle e la seconda, più lunga e più veloce (si percorre intorno ai 200 km/h), Tetre Rouge, teatro, nel 2013, dell'incidente mortale di Allan Simonsen. Si è cosi lanciati sul rettilineo Mulsanne (ricavato dalla route départementale D388) che si protrae per oltre 6 km ed è intervallato da due insidiose chicane. La lunga lingua d'asfalto si conclude alla curva Mulsanne, uno dei punti più complicati della pista. Non solo infatti la frenata avviene durante la percorrenza di una leggera piega a destra, ma la curva in sè ha un raggio di quasi 90° e la carreggiata è molto stretta in uscita, con alto rischio di escursione sulla via di fuga. Inizia così un altro lungo rettilineo che conduce alla curva a sinistra Indianapolis da affrontare in 2a marcia, cercando un'uscita veloce verso il breve rettilineo che precede la curva a destra Arnage. Si procede poi sul rettilineo che precede le curve Porsche raggiungendo picchi di oltre 300 km/h. Per mantenere la traiettoria ideale in questo affascinante complesso di 6 curve è importantissimo il dosaggio dell'acceleratore, così come l'utilizzo dei cordoli. Segue poi un breve rettilineo che porta all'ultima coppia di varianti, le chicane Ford, il cui attuale layout è utile a ridurre drasticamente la velocità in prossimità del rettilineo dei box, ma che nel 1955 fuorno teatro di uno degli incidenti più gravi nella storia del motorsport, in cui persero la vita circa 80 persone, la maggior parte spettatori (attenzione: immagini molto forti. Clicca qui per il video).
Il filmato che segue, mostra un giro di pista a bordo di una vettura categoria LMP-2