A furia di tirare la corda prima o poi una giornata così era nell'ordine naturale delle cose. Non è purtroppo la prima volta che assistiamo sbigottiti ad una Formula 1 che si chiude a riccio su se stessa, autoreferenziale al massimo, del tutto noncurante dell'affetto degli appassionati, sempre pronti a spendere tempo e denaro per onorare un Circus che a volte diventa semplicemente circo.
Non è possibile che la F1 attuale sia talmente delicata, astenica, fragile, con i pezzi (leggasi PU) contati, che bastino due - veramente due - gocce di pioggia per fermare una (quasi) intera sessione di prove libere, per giunta quella pomeridiana, quella più importante e seguita dagli spettatori. Montecarlo, essendo in questi giorni un vero e proprio circuito, non è fatto solo di ricconi in yatch o affacciati dalle terrazze dei loro attici, ma anche di persone che con sacrificio hanno raggiunto il piccolo Principato per vedere dal vivo la Ferrari, la Mercedes e gli altri protagonisti.
Gente alla quale, senza troppa retorica, va tutta la nostra stima e solidarietà per essersi dovuta sorbire un'ora di pista vuota con i piloti fuori dalle loro vetture, bellamente parcheggiate ai box. Ci sono ovviamente ragioni tecniche e precise dietro l'impopolare scelta delle squadre; per prima cosa girare con pista bagnata poteva essere più dannoso che altro, visto il rischio di sbattere e l'inutilità dei dati raccolti ai fini del set-up. Di conseguenza non aveva senso appesantire il chilometraggio di questi motori in modo inutile, visto che dopo la quarta power unit utilizzata scatta la penalità in griglia.
In fin dei conti il problema è proprio questo: la totale discrasia tra la F1 intesa come disciplina e la F1 intesa come show. Due mondi che non sempre combaciano, quando dovrebbero andare all'unisono, visto che senza tifosi lo sport muore. Il risultato è che nelle prove libere dell'appuntamento più modaiolo e forse atteso della stagione dalle tribune sono piovuti sonori fischi. Assordanti proteste che fotografano perfettamente lo stato di perenne convalescenza di una Formula 1 incapace di riavvicinarsi alla gente.
Due gocce di pioggia e tutti riparati al "calduccio" dei box, e appare sempre più lontana l'epoca dei piloti che si esaltavano sull'acqua facendo spettacolo. Erano solo prove libere, vero, ma è fin troppo chiaro che l'approccio dei team è indicativo di una mentalità al risparmio del tutto ingiustificata quelle rare volte che la F1 corre in Europa, fortino di emozioni e ricordi sempre più lontani. Le grandi squadre hanno risparmiato un po' di meccanica, ma la F1 ne esce malissimo.