Montecarlo divide da sempre gli appassionati di Formula 1. Chi lo ama celebra il fascino del mix tra paesaggio da cartolina e adrenalina da gran premio. Il paradosso del riccone che assiste alla corsa nel comfort del ponte del proprio yatch mente i piloti sono impegnati nella prova fisicamente più massacrante del mondiale. Chi lo odia invece contesta la monotonia di una gara totalmente avara di duelli e di sorpassi. Qualcosa che somiglia più ad una parata che ad una gara di Formula 1. La verità è solo una: a Montecarlo si corre sin dall'alba dei tempi del campionato mondiale. Quì ci sono punti in palio veri, competizione autentica. Servono gli attributi per trovare il limite di una Formula 1 ad un millimetro dal guard-rail con la piena consapevolezza che il minimo errore conduce al ritiro con botto. Sarà per questo che, dato di fatto, il circuito di Montecarlo restituisce forse la risposta più genuina sul reale valore di un pilota. Guidare dove è impossibile guidare è qualcosa che riesce solo ai grandissimi. L'albo d'oro di questa gara non mente.
IL GIRO. Il breve rettilineo di partenza conduce alla staccata critica della Sainte Devote, una curva a sinistra con angolo di quasi 90° da affrontare in seconda marcia, spesso teatro di incidenti alla partenza. I piloti affrontano quindi il caratteristico tratto in salita chiamato Beau Rivage che conduce alla parte alta del tracciato, che inizia con la curva a sinistra Massenet dove il riferimento per la frenata è rappresentato da un punto cieco dovuto al cambio di pendenza dell'asfalto. Subito dopo la Massenet c'è il cambio di direzione con la curva a destra del Casinò dove l'uscita è importante per lanciarsi sul piccolo rettilineo in discesa che conduce al tratto più lento della pista (e del mondiale..). Staccata violenta con alto rischio di bloccaggio e scalata in seconda marcia per la curva Mirabeau Haute, piccolo colpo di acceleratore e nuova frenata per affrontare la curva più lenta del campionato: il tornantino del Grand Hotel (conosciuto anche col nome di Loews o Vecchia Stazione). Seguono due insidiose curve a destra, la Mirabeau Bas e la celebre curva Portier, dove è fondamentale l'uscita per accelerare verso il caratteristico Tunnel. Tecnicamente un lungo curvone a destra, il Tunnel rappresenta il punto più veloce del circuito con picchi di oltre 290 Km/h, al termine del quale c'è lo staccatone della chicane del porto (Nouvelle Chicane) da affrontare in seconda marcia. Poi un breve rettilineo in accelerazione verso la veloce curva a sinistra del Tabaccaio (Tabac) che conduce all'adrenalinico tratto della doppia chicane Louis Chiron - Piscine. Si entra quindi nell'ultima porzione della pista, con il lento tornantino a destra denominato La Rascasse, il quale come richiede un angolo di sterzata di circa 135°. Subito dopo si procede verso l'ultima curva a sinistra (Virage Antony Noghes) e si è di nuovo sul rettilineo di partenza.