Finalmente l'attesa è finita. Ancora poche ore ed avrà inizio il weekend del Gran Premio di Australia, prima tappa del mondiale 2015 di Formula 1. Come accade ogni anno dal 1996 a questa parte, la sede del GP australiano è il circuito dell'Albert Park.
IL CIRCUITO. Il tracciato che si articola attorno al lago artificiale dell'Albert Park, situato a pochi chilometri dal distretto finanziario di Melbourne, ha debuttato nel mondiale di Formula 1 nella stagione 1996, sostituendo il circuito cittadino di Adelaide come sede del Gran Premio di Australia. Si tratta di un circuito semi-permanente, ricavato per la maggior parte da strade ordinariamente aperte al traffico. Come in tutti i circuiti cittiadini, la mancanza di grip dovuta all'asfalto più liscio di quello che si troverebbe in un autodromo vero e proprio causa diversi problemi ai piloti, specialmente al venerdì quando la pista non è ancora gommata. Considerato abbastanza impegnativo per macchine e piloti, ad un'elevata velocità media (oltre il 65% del giro è fatto con l'acceleratore in pieno) si associano un paio di punti decisamente lenti. Ciò comporta che il requisito per una buona performance qui è un'elevata trazione che permetta di accelerare velocemente all'uscita delle curve lente e mantenere un ottimale regime di coppia dopo le chicane.
IL GIRO. Il circuito presenta due zone DRS, entrambe nel primo settore, con un unico detection point. Lanciati a tutta velocità sul rettilineo di partenza - prima zona DRS - si affronta subito uno dei tratti più impegnativi: la chicane di curve 1 e 2 che richiede una frenata decisa al cartello dei 100 metri con scalata fino alla terza marcia per poi sfruttare il cordolo interno della seconda curva in piena accelerazione. Qui i cavalli del motore sono importanti quanto la pulizia della traiettoria del pilota, poichè uscire fortissimo da curva 2 è fondamentale per affrontare il secondo rettilineo - l'altra zona DRS - in fondo al quale la staccata di curva 3 rappresenta uno dei migliori punti di sorpasso del circuito: frenata ai 100 metri con scalata dalla settima/ottava marcia alla seconda, in cui l'attacco può essere portato sia all'interno che all'esterno. Infatti, subito dopo c'è la curva 4 (a sinistra) perciò spesso i piloti sfruttano l'incrocio di traiettorie, siccome l'esterno in curva 3 si trasforma in interno nella successiva. Successivamente si affronta la curva 5, una piega a destra che si percorre "a tavoletta", prima di arrivare al gruppo formato dalle curve 6,7 e 8 che rappresenta un altro grattacapo per i piloti: innanzitutto, la frenata è difficile per via dell'ombra formata dagli alberi proprio sui cartelli che indicano la distanza dalla prima curva 6 (a destra), poi, subito dopo l'apice della 6, si sfrutta il cordolo (a sinistra) della curva 7 per poi piegare di nuovo verso destra percorrendo la 8 in piena accelerazione. Qui senza la traiettoria perfetta e senza potenza sui regimi medi si può perdere davvero molto tempo! Curva 8 è una lunga piega a destra alla cui uscita è già il momento di prepararsi alla frenata per affrontare la chicane delle curve 9 e 10. Altra frenata dura in cui si passa dalla settima alla terza marcia (dai quasi 300 km/h ai circa 120 di percorrenza) per affrontare la 9 a destra e poi accelerare lungo il cordolo interno della 10 (situazione molto simile alle curve 1 e 2). Segue un lungo curvone a sinistra, che le vetture di Formula 1 possono permettersi di considerare come un rettilineo, prima della chicane delle curve 11 e 12. Questa è una chicane ad altissima velocità per veri temerari! Nel sinistra-destra che si affronta in quinta e sesta marcia è importante sfruttare i cordoli, ma non troppo perchè un uso eccessivo comprometterebbe il bilanciamento della macchina con testacoda quasi garantito! Dopo l'ultimo rettilineo si arriva alla staccata di curva 13 in cui i piloti si cimentano nella frenata più dura del giro. Qui, di regola, bisogna sfruttare bene l'accelerazione in uscita, ma la traiettoria in gara si presta a interpretazioni diverse a seconda se si vestono i panni di chi cerca di sorpassare o di chi si difende: il primo cercherà di ritardare la staccata per entrare col muso davanti al suo avversario, sperando di essergli davanti in uscita dato che lui dovrà tornare sul gas con molta calma; il secondo, viceversa, si difenderà anticipando la frenata per poter accelerare prima. Segue curva 14, sempre a destra, che si percorre alzando il piede dall'acceleratore (in caso di gomme consumate, il piede è meglio toglierlo!), prima di scalare fino in seconda marcia per la lenta curva 15 a sinistra. Tra la 15 e la 16 c'è il detection point per il DRS, in questo tratto i piloti cercano di allargarsi il più possibile per percorrere la curva 16 a tutta velocità ritornando sul rettilineo di partenza.