Gran Premio d’Italia 2008. Tutti coloro che seguono questo sport sanno come andò a finire. Sebastian Vettel trionfo sul tracciato italiano con la sua Toro Rosso, fino ad ora unico successo della scuderia di Faenza.
La storia di questa scuderia comincia nel 2006, solo un anno più tardi della Red Bull di cui la Toro Rosso è team satellite. Paul Stottard, uomo d’affari e proprietario della Minardi, vende la scuderia a Dietrich Mateschitz, proprietario della bevanda Red Bull. La sua idea era quella di far correre i giovani piloti reduci da categorie minori in Formula 1 così da poter sfruttare il loro talento in futuro. I primi a guidare questa macchina, Liuzzi e Speed, non sono stati poi nel team maggiore a fare la loro bella figura. Nel 2007 la svolta. Scott Speed viene sostituito da un certo Sebastian Vettel, collaudatore della BMW-Sauber. Il ragazzino non sfigura portando a punti la Toro Rosso nel Gran Premio della Cina con un quarto posto.
Si deve arrivare al 2012 per tornare a vedere un pilota promosso in Red Bull. La Toro Rosso cambia la line-up. Cacciati Buemi e Alguersuari, arrivano Ricciardo e Vergne. Daniel Ricciardo, australiano di origini italiane, si mette in mostra nel finale di stagione con degli ottimi noni e decimi posti con una macchina non al meglio. Nel 2013 si conferma più bravo del suo compagno di squadra Vergne e con Webber pronto a lasciare la categoria alla fine della stagione, la Red Bull premia Ricciardo per il 2014.
Con il partente Ricciardo, nel 2014 i due piloti saranno Vergne e Kvyat, russo e italiano allo stesso tempo dato che vive a Roma da molti anni. Il russo vince la concorrenza contro Da Costa e Sainz Jr con la vittoria della GP3 Series. Anche lui è un aspirante pilota Red Bull, ovviamente.
Chissà quanti altri campioni sfornerà la Toro Rosso (o la Red Bull?) per la Formula 1…