Laconico il contenuto del nuovo bollettino medico diffuso dopo le 11 dall'équipe del centro universitario ospedaliero di Grenoble, dove da ieri Micheal Schumacher lotta tra la vita e la morte dopo un incidente sugli sci a Meribel, in Alta Savoia, che gli ha causato un grave trauma cranico. Il quadro del sette volte campione del mondo di Formula 1 resta assai critico e mancano ancora parole confortanti circa le sue possibilità di guarigione: "Non possiamo pronunciarci sul suo futuro, i trattamenti che stiamo facendo limitano al massimo la pressione dell'edema sul cervello. La sua situazione è critica, grave. Al suo arrivo aveva lesioni cerebrali diffuse, ma non possiamo speculare su lesioni permanenti. E' in rianimazione, le sue condizioni sono molto serie. Non ci possiamo pronunciare sulle sue chance di sopravvivenza, stiamo lavorando. E' troppo presto ancora per fare una prognosi. Pensiamo che vista la violenza dello choc se non fosse stato senza casco non sarebbe arrivato vivo. In questo momento non sono previsti altri interventi".
La notizia della gravità delle condizioni di Schumi, giunto ieri già in coma in ospedale e subito sottoposto ad un intervento neurochirugico (indiscrezioni della stampa francese parlavano di un secondo intervento nella notte) ha fatto già ieri sera il giro del mondo, attirando il raccoglimento di appassionati, sportivi di ogni ambito ed esponenti del Circus, cui si è aggiunto anche Sebastian Vettel ("In F1 per me è come un padre", ha scritto su Twitter colui che ormai da ogni parte è designato come il suo erede, non solo per la provenienza e l'ambiente di crescita nei motori). Nella notte due delle figure più importanti che lo hanno accompagnato nella carriera e nell'epopea in Ferrari, Jean Todt e Ross Brawn, sono giunti al capezzale del tedesco a Grenoble, dove da ieri si trovano la moglie Corinne e i figli insieme al prof. Gerard Saillant, mobilitatosi per concorrere alle cure.