Sulla scia di “Driven” diretto e interpretato da Sylvester Stallone sulla Formula CART, la Formula 1 americana, arriva in anteprima a Roma il film “Rush” diretto da Ron Howard (Richie Cunningham di Happy Days) che si basa sulla Formula 1 ma in particolare sulla storia della rivalità tra due piloti durata per metà anni 70 con la presenza anche di Pierfrancesco Favino nel ruolo di Clay Regazzoni.
Stiamo parlando di James Hunt, interpretato da Chris Hemsworth (Thor) e Niki Lauda, interpretato da Daniel Bruhl (Frederick Zoller di Bastardi Senza Gloria). Il primo è il classico pilota maledetto, ribelle e anticonformista, tutto alcool, fumo e donne e poco incline al lavoro di sviluppo della macchina ma un pilota molto veloce. Da questo punto di vista il pilota attuale che più gli assomiglia è Kimi Raikkonen, l’uomo di ghiaccio, anche lui molto veloce, poco incline al lavoro di sviluppo dell’auto e con il vizietto dell’alcool.
Lauda è un pilota freddo, poco emotivo, molto determinato e molto uomo di squadra a differenza di Hunt. Non a caso è soprannominato “il computer” per la capacità di individuare, come un computer, anche i difetti più piccoli della vettura che guida. Per certi versi gli assomigliano molto Michael Schumacher, per il fatto di essere un calcolatore e Fernando Alonso per la determinazione che ci mette sempre
Il film è la ricostruzione della storia della rivalità tra questi due grandissimi piloti che hanno infiammato le folle negli anni 70, quelli dell’epoca d’oro della Formula 1, quella insomma contraddistinta dai cavalieri del rischio, ovvero piloti sprezzanti del pericolo ben curanti che a quell’epoca la morte era dietro l’angolo. La rivalità tra i due ha inizio nel lontano 1970 quando Hunt e Lauda si danno le prime sportellate in Formula 2, quella che all’epoca era la classe che preparava alla Formula 1, un po’ come la GP2 attuale.
Si parte subito con il botto: le prime immagini riportano all’1 Agosto 1976, qualche momento prima dell’incidente dal quale Niki si salvò riportando solo ustioni sul volto. La storia vera però inizia prima. Nel biennio 1969-1970 Lauda e Hunt erano due piloti giovani che correvano in Formula 2 sognando un giorno di arrivare in Formula 1 e vincere il titolo mondiale. Non si conoscevano ancora e già non si sopportavano e certo non si risparmiavano frecciatine e parole di fuoco. Venivano da ambienti totalmente diversi (Hunt avrebbe dovuto laurearsi in medicina mentre Lauda era figlio di banchieri) ma avevano in comune la stessa passione per le auto da corsa. Mentre Hunt vinceva il campionato di Formula 2 proprio davanti a Lauda, l’austriaco tentava il salto in Formula 1 con la March al fianco di Clay Regazzoni, che poi lo volle fortemente in Ferrari.
Così tra varie vicissitudini i due acerrimi nemici si ritrovano in Formula 1 a battagliare per il titolo mondiale. Lauda terminerà il mondiale 1975 davanti ad Hunt, che a fine stagione resterà appiedato per la mancanza di sponsor della sua scuderia.
Nel 1976 Hunt si accorda con la McLaren e può così sfidare Lauda ad armi pari anche se nelle prime 5 gare è costretto già ad inseguire per i problemi tecnici della sua McLaren. Hunt però non demorde e comincia a vincere delle gare anche se in classifica è staccato di 50 punti da Lauda. Si arriva così al fatidico weekend del Nurburgring. Lauda convoca una riunione straordinaria dei piloti per vedere se c’è la possibilità di annullare il Gran Premio per le condizioni meteorologiche non favorevoli. Hunt però si oppone e quindi la gara si farà.
L’1 Agosto 1976, durante il secondo giro di gara, la Ferrari di Lauda esce di pista e va a sbattere contro le barriere rimbalzando in pista e prendendo fuoco. La sua auto verrà poi centrata da altre due vetture che sopraggiungevano. Lauda viene estratto dalla vettura e trasportato in ospedale con evidenti ustioni sul volto che lo segneranno per sempre.
Dall’ospedale assiste alla rimonta di Hunt in campionato e dopo 41 giorni decide di rientrare in gara, a Monza. Concluderà 4° con Hunt fuori gara. Si arriva così all’ultimo Gran Premio, quello del Fuji. Lauda e Hunt battibeccano prima del via. Si parte sotto una pioggia intensa ma il colpo di scena è dietro l’angolo: a fine primo giro Lauda rientra ai box e si ritira lasciando così campo libero ad Hunt per vincere il Mondiale.
Nel finale i due si ritrovano a Bologna dove parlano dell’imminente stagione 1977, che vedrà il ritorno alla vittoria nel mondiale di Lauda e l’inizio del declino di Hunt fino al ritiro nel 1979. Nella struggente ultima scena Lauda è da solo vicino al suo aereo a riflettere sulle battaglie col suo grande nemico.