Il tribunale internazionale della FIA è sempre stato un organo attento a non turbare l’equilibrio, a volte precario, della F1, prendendo decisioni contradditorie pur di non sollevare troppa polvere intorno al paddock. Giovedí scorso la Mercedes si è presentata davanti ai giudici, chiamata a rispondere sui test effettuati a Barcellona subito dopo il GP (12 maggio) , test per i quali non era stata autorizzata. In F1 infatti, da qualche anno a questa parte, le scuderie non possono effettuare test durante il campionato.
Era stata la Pirelli a chiedere alla Mercedes di poter fare qualche giro sul circuito di Montmeló. Ross Brawn, il direttore della scuderia, ha sempre sostenuto che la FIA fosse a conoscenza di quei test, ma il tribunale gli ha dato torto; la punizione tuttavia è stata leggera. La FIA ha riconosciuto la Mercedes colpevole, e le ha vietato di partecipare alle prove in programma a metá luglio, in cui di solito partecipano i piloti di riserva, e ha aggiunto a questo verdetto un richiamo ufficiale. In questo modo ha accontentato le scuderie che avevano denunciato il fatto (Ferrari, Red Bull) ma ha evitato che Mercedes e Pirelli si sentissero maltrattate per una infrazione che non sentivano di aver commesso.
Il regolamento vieta severamente di fare test non autorizzati, e ci si aspettava che, in caso di colpevolezza, la pena fosse molto maggiore (squalifica per tot gare, sottrazione di punti nel Mondiale…). Il giornale spagnolo El Pais ipotizza che Ross Brawn abbia incontrato ancora una volta un vuoto tra le righe del regolamento, consentendogli cosí di salvarsi. Inoltre la Pirelli aveva minacciato di cessare il somministro di gomme alle auto se fosse stata riconosciuta colpevole. Qualunque sia il motivo di questa pena leggerà, Brawn l’ha fatta franca un’altra volta.