Un' occasione sprecata quella di ieri sera del Milan che ha pareggiato 1-1 contro la Fiorentina. I rossoneri hanno buttato via una vittoria importante nella corsa all’Europa, ma andiamo a scoprire nel dettaglio cosa è successo ieri sera. 

COLPE DEL MILAN 

Il Milan ha preso le redini della partita ma è andata in vantaggio solo nella ripresa con l'uomo del momento ovvero Ante Rebic: il croato ha segnato l'ennesimo gol in questo 2020 (Settimo nelle ultime sette partite giocate). I rossoneri però senza spiegazioni ha staccato la spina inspiegabilmente ed hanno contributo all’impprovviso risveglio della Fiorentina dall'entrata di Cutrone al 68esimo in poi.

La squadra di Pioli si è sciolta, sbagliando passaggi banali e concedendo parecchi contropiedi ad un avversario che sembrava alle corde, ma che invece nel finale ha avuto pure l'occasione di segnare il 2-1 ma una grande parata di Asmir Begovic ha negato tutto questo: il portiere bosniaco è entrato ad inizio secondo tempo per sostituire Gigio Donnaruuma che ha riportato una distorsione alla caviglia, ma l'estremo difensore rossonero ha compiuto un paio interventi decisivi.

Il Milan deve rammaricarsi per il risultato visto anche l'uomo in più però ha dimostrato per 60 minuti di avere un'identità dominando anche la gara. Però ieri doveva vincere e non è successo.

"Le responsabilità sono nostre, perché abbiamo fatto l’errore di pensare di aver già vinto la partita. La superiorità numerica ci ha fatto diventare più leggeri, è un peccato". 

IL RIGORE

Non ci piace parlare di arbitri ma resta l’ombra di un rigore più che dubbioso e per molti inesistente. Un fischio quello di Calvarese alla Fiorentina che ha fatto certamente la differenza: a cinque minuti dalla fine della partita per un presunto fallo di Romagnoli su Cutrone. Secondo Repubblica la dirigenza si farà sentire la propria voce anche davanti al presidente degli arbitri Nicchi.

"Il rigore non c’era, non ci sono dubbi. Romagnoli ha toccato la palla. Non capisco perché non si sia utilizzato il VAR. Comunque potevamo e dovevamo vincere".

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