Due giorni dopo Halloween, la Juventus di Maurizio Sarri indossa la maschera di quella di Allegri e supera 1-0 il Torino nel sempre sentito Derby della Mole. Dolcetti e scherzetti a parte, i bianconeri vincono l'anticipo di ieri sera senza brillare e grazie a un piattone di De Ligt al minuto numero settanta. Un goal pesante come un macigno sia per i bianconeri che per il giovane olandese, protagonista a inizio gara dell'ennesimo tocco di mano in area. Differentemente da Lecce però, il direttore di gara non ravvisa gli estremi per un rigore e grazia l'ex Ajax. Al di là degli episodi, quella vista ieri è stata una Juventus tutt'altro che "sarriana", molto cinica e spesso tenuta a bada da un Torino voglioso e ben messo in campo. I bianconeri hanno faticato e non poco, spesso frenati da un Sirigu in forma smagliante e decisivo in almeno due occasioni: nel primo tempo su De Ligt e nella ripresa su Cristiano Ronaldo.

Sceso in campo con il 4-3-1-2 e con Higuain inizialmente in panchina, l'undici ospite a faticato e non poco soprattutto a centrocampo. Non che il Toro abbia maramaldeggiato, sicuramente però i bianconeri hanno faticato a palleggiare come loro solito. Pjanic e Bentancur hanno fornito lampi di gioco soprattutto singolarmente, Bernardeschi e Dybala hanno sofferto tra le fittissime maglie granata e a causa di un Baselli arcigno e sempre sul pezzo. Molto in ombra anche Cristiano Ronaldo, lontano parente dell'automa capace di tramutare in goal ogni sua conclusione. Fallo di mano di De Ligt a parte, il Torino non ha mai preoccupato Szczesny anche se ha spesso trovato il contropiede con il solito, importante, lavoro di Andrea Belotti in fase di ripartenza. Da registrare, sul finire di frazione, la bellissima parata di Sirigu su De Ligt. L'olandese impatta di destro in area ma trova la respinta dell'estremo difensore di casa. 

Nella ripresa, i bianconeri crescono e cominciano a spingere sull'acceleratore. La gara ne ha beneficia in termini di capovolgimenti di fronte, anche se è più la Juventus a graffiare. Al 56' primo vero squillo di Ronaldo, il suo diagonale viene però deviato da Sirigu. La gara cambia spartito all'ora di gioco, quando Sarri toglie un Dybala imbrigliato e getta nella mischia Gonzalo Higuain. L'impatto dell'argentino è palpabile. Appena dieci minuti dopo, direttamente da punizione, il Pipita colpisce al volo e costringe Sirigu al terzo miracolo di giornata. E' però il preludio al goal, con la Juventus che scardina la difesa granata nel corner successivo. Fautore del vantaggio è proprio Higuain che, ricevendo da Pjanic, mette in mezzo e trova libero proprio De Ligt. L'olandesino questa volta non sbaglia e, di destro, batte Sirigu. 

Come un albero che scosso lascia cadere i propri frutti, anche il Derby della Mole si scuote con il goal dell'ex Ajax e comincia a regalare emozioni. Passano due minuti ed Ansaldi impegna Szczesny nell'unico squillo granata di seconda frazione, sette minuti dopo blanda punizione di CR7. Nel finale di gara ancora Juventus pericolosa con Ramsey, Sirigu si veste da mago e ipnotizza il gallese al momento della conclusione. E' di fatto l'ultimo squillo di gara, con il Toro che si illude nel finale a causa di un goal di Bremer annullato ancor prima che il centrale colpisse di testa. La Juventus porta a casa tre punti pesanti e si rimette avanti all'Inter, in testa alla classifica.

Al di là del risultato, la prestazione della corazzata bianconera porta in dote una serie di riflessioni. Innanzitutto, dell'estrema vaghezza delle parole che, come dice quel vecchio detto, se le porta via il vento. La tanto acclamata bellezza del gioco di Sarri non si è vista, con la Juventus che ha scelto un taglio più sobrio e cinico grazie anche alla buona prova del Torino. Il Sarri esteta sta sempre più scegliendo la via del cinismo, pur concedendo ai propri tifosi gare da vero calcio. La questione è semplice: il DNA juventino è puntellato dal successo prima della bellezza e anche uno come Sarri lo sta lentamente capendo. Il percorso di miglioramento estetico del gioco bianconero è appena cominciato e l'ex tecnico di Napoli e Chelsea sta cominciando, anche lui, a cambiare il suo credo per ottenere gli obiettivi fissati a inizio stagione.