Juventus, tempo di scelte decisive: mercato tra ricostruzione e identità
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Il calciomercato della Juventus, in questi giorni di fine agosto, ha assunto contorni sempre più chiari: non si tratta solo di rafforzare una rosa, ma di ridisegnarne l’identità. Dopo l’ennesima stagione di transizione, il club bianconero si è mosso su due binari paralleli: il primo legato a un ringiovanimento strategico della squadra e il secondo fondato sulla sostenibilità economica, con cessioni mirate per alleggerire il monte ingaggi e sistemare i conti dopo anni di spese importanti.

I colpi ufficiali portano la firma di una Juventus che guarda al futuro. L’arrivo di Jonathan David, attaccante canadese prelevato a parametro zero dopo l’esperienza al Lille, è stato accolto con entusiasmo a Torino: si tratta di un profilo tecnico-dinamico, capace di coprire più ruoli nel reparto offensivo. David ha firmato un contratto fino al 2030, con un ingaggio importante da 6 milioni di euro annui più bonus. Insieme a lui, sono arrivati anche João Mário, esterno destro del Porto, e Francisco Conceição, altro elemento di spinta e fantasia, preso per circa 30 milioni complessivi tra parte fissa e bonus. Le intenzioni della società sono chiare: mister Tudor vuole una squadra rapida, intensa e propositiva, e questi nomi si inseriscono perfettamente in quel progetto.

Sul fronte delle conferme, la Juve ha esercitato i riscatti di Pierre Kalulu e Lloyd Kelly per rinforzare la retroguardia, mentre Nicolás González — riscattato dopo un prestito poco brillante — potrebbe essere sacrificato in uscita. Anche perché sul tavolo c’è una trattativa aperta con l’Atlético Madrid per Nahuel Molina, esterno difensivo argentino che Tudor considera ideale per il suo 3-4-2-1. La trattativa è ancora in fase esplorativa, ma la dirigenza bianconera lavora a uno scambio che possa soddisfare entrambe le società, con González pronto a fare il percorso inverso.

Sul versante delle uscite, alcune operazioni sono già andate in porto e consentiranno alla Juve di fare cassa e liberare spazio salariale. Timothy Weah è passato al Marsiglia con la formula del prestito con obbligo di riscatto: 1 milione subito, 14,4 milioni a fine stagione più eventuali 4 milioni di bonus, per un’operazione che si aggira intorno ai 20 milioni complessivi. Una cifra significativa considerando che l’ex Lille non è mai riuscito a convincere del tutto. Cessione definitiva anche per Samuel Mbangula, finito al Werder Brema per 10 milioni più 2 di bonus, e per il giovane Alberto Costa, venduto al Porto per circa 15 milioni. Uscite che, sommate, garantiscono alla Juventus un buon margine di manovra in vista delle ultime settimane di mercato.

A fronte di queste cessioni, però, restano diversi nodi da sciogliere. Il primo è senza dubbio quello di Dušan Vlahović. Il centravanti serbo, nonostante un rendimento a fasi alterne, ha ancora un mercato importante, ma il suo ingaggio da circa 12 milioni di euro annui frena molti potenziali acquirenti. Il Newcastle ha provato a inserirlo in un’operazione che avrebbe coinvolto anche Sandro Tonali, ma la Juventus ha risposto con fermezza: per Vlahović si aspetta un’offerta che rispecchi il valore dell’investimento fatto due anni fa. Il Milan, che ha sondato il terreno, non ha mai realmente affondato il colpo, complice il costo dell’operazione.

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Cessioni e suggestioni

Nel frattempo, la cessione più imminente pare essere quella di Douglas Luiz. Il centrocampista brasiliano, arrivato appena un anno fa per circa 50 milioni, è vicinissimo al trasferimento al Nottingham Forest. L’accordo è a un passo: si parla di un prestito con obbligo di riscatto fissato a 30 milioni, che comporterebbe per la Juventus una minusvalenza ma garantirebbe l’uscita di un ingaggio pesante. Luiz ha già dato il suo assenso al trasferimento e, salvo sorprese, le visite mediche potrebbero avvenire nei prossimi giorni. Una scelta che conferma la volontà del club di ripartire da profili più funzionali al progetto Motta, anche a costo di sacrificare elementi di talento.

Non mancano le suggestioni in entrata. La più concreta riguarda Edon Zhegrova, esterno offensivo del Lille, giocatore rapido e tecnico, reduce da una buona stagione in Ligue 1. I contatti tra le parti sono avviati e il suo profilo piace molto allo staff tecnico, anche per via della sua duttilità. Il fatto che sia in scadenza di contratto rende l’operazione più appetibile, ma la concorrenza del Marsiglia e di alcuni club inglesi obbliga la Juve a muoversi in fretta. Parallelamente, la società sta monitorando anche altri nomi per l’attacco, tra cui un paio di profili sudamericani seguiti a lungo dallo scouting juventino, il cui identikit resta però riservato.

Sul fronte dei rinnovi, è arrivata una notizia importante: Gleison Bremer ha prolungato il suo contratto fino al 2029, rivedendo la clausola rescissoria che ora non sarà attiva per almeno due stagioni. Il difensore brasiliano, ormai leader della retroguardia, guadagnerà circa 7 milioni tra fisso e bonus, diventando uno dei pilastri della nuova Juventus. Il rinnovo di Bremer è anche un segnale alla piazza: i migliori non si toccano, almeno fino a quando non sarà compiuta del tutto la ricostruzione della squadra.

Infine, a livello dirigenziale, il club ha ufficializzato l’arrivo di François Modesto come nuovo direttore tecnico. L’ex Cagliari affiancherà il direttore sportivo Cristiano Giuntoli e l’allenatore Igor Tudor (che ha assunto il ruolo di consulente tecnico temporaneo per l’estate), in una nuova configurazione societaria che punta a dare stabilità e visione strategica a medio termine. Il mercato, insomma, è solo una parte del progetto: la Juventus vuole tornare protagonista, ma lo vuole fare con lucidità, senza inseguire sogni difficili da sostenere.

Il giudizio finale sul calciomercato bianconero si potrà dare solo a giochi chiusi, ma già ora è evidente una discontinuità rispetto al passato. Non si cerca più solo il grande nome, ma l’uomo giusto. Con tanti cambiamenti, qualche addio doloroso e scelte coraggiose, la Juventus si sta preparando a voltare pagina. E se sarà l’inizio di una nuova era o solo l’ennesimo cantiere a metà, lo dirà il campo. Ma la direzione, almeno per ora, è finalmente chiara.

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