La Juve fatica nel freddo di Bodo e vince 3 a 2, decisivo il gol di David nei minuti di recupero
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Alla Juventus è bastato un tempo di Kenan Yildiz per trasformare una serata rischiosa in Norvegia in un successo pesante per la corsa Champions. Il freddo dell’Aspmyra Stadion e il sintetico di Bodo avrebbero potuto complicare la partita, ma il numero dieci ha ribaltato tutto in quindici minuti, mostrando ancora una volta quanto il suo ingresso possa cambiare volto alla squadra. Rimasto per 45 minuti nella panchina-frigorifero, Yildiz è entrato nella ripresa e ha trascinato i compagni prima al pareggio di Openda, poi al sorpasso firmato McKennie. Ogni pallone toccato dal turco ha aumentato il ritmo, generato pericoli e acceso una squadra che nel primo tempo era apparsa lenta e imprecisa.

Il Bodo, trascinato da Blomberg e dalle folate del tridente Maatta-Hogh, aveva infatti sfruttato una dormita difensiva dei bianconeri portandosi avanti meritatamente. La Juventus, penalizzata dalla scarsa abitudine al terreno sintetico, era andata a fiammate, senza mai trovare continuità. Ma con l’ingresso del numero dieci tutto è cambiato: come direbbe Allegri, “questione di categorie”. La rete di Fet su rigore all’87’, causata da un ingenuo fallo di Cabal, aveva riaperto tutto, ma Yildiz ha rimesso in moto la squadra anche nel recupero, guidando l’azione da cui è nato il 3-2 di David. La Gazzetta dello Sport lo ha celebrato con un 8 in pagella, il voto più alto tra i bianconeri, definendolo senza mezzi termini il migliore in campo. La sua capacità di cambiare ritmo, saltare l’uomo e innescare i compagni ha reso la Juventus improvvisamente più rapida, più pericolosa e più sicura. Primo successo europeo della stagione per Spalletti, che ritrova anche i gol di Openda e del canadese. E ora la Juve sale a 6 punti, con Pafos, Benfica e Monaco da affrontare per blindare i playoff e continuare il suo cammino in coppa.


Serata da incubo per Cabal, causa un rigore che spaventa la Juve nei minuti finali

Non tutti, però, sono usciti sorridenti dalla rimonta di Bodo. La serata gelida in Norvegia ha messo in evidenza anche le crepe della difesa, e il principale indiziato è Juan Cabal, tornato in campo dopo un lungo stop e protagonista negativo della fase finale del match. Entrato per dare solidità, il colombiano ha finito per generare caos e insicurezza, come evidenziato dalla pesante insufficienza (5 in pagella) assegnata dalla Gazzetta dello Sport. Il suo intervento in ritardo su Auklend all’84’ ha regalato ai norvegesi il rigore del 2-2, rischiando di trasformare un’impresa bianconera in una beffa atroce.

La frenesia del difensore, più che un errore tecnico, racconta un problema mentale: poca lucidità, inesperienza e scarsa abitudine al ritmo partita dopo più di un mese di inattività. Spalletti, che conta su di lui nel processo di costruzione della nuova difesa a quattro, dovrà lavorare molto sulla sua testa e sulla capacità di gestione dei momenti. Cabal doveva proteggere il vantaggio, invece ha complicato tutto in un finale già teso. Solo il gol di David al 91’, ancora una volta nato dalla spinta iniziale di Yildiz, ha evitato che quel rigore diventasse l’episodio simbolo della serata. Per la Juventus è una vittoria pesante, ma la lezione è chiara: in Champions, ogni dettaglio pesa.

Ora lo sguardo si sposta sul prossimo impegno in campionato, dove la Juventus affronterà il Cagliari con l’obiettivo di dare continuità alla scossa europea. La vittoria di Bodo ha aumentato fiducia e consapevolezza, ma servirà un approccio maturo per confermare i progressi e sistemare gli aspetti che ancora non funzionano. Tra entusiasmo, energie da gestire e difesa da registrare, Spalletti vuole trasformare la rimonta norvegese in un nuovo punto di partenza. E una cosa sembra ormai evidente: con Yildiz ispirato, la Juve può cambiare marcia in qualsiasi momento.

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