La posizione della Roma nella classifica attuale della Serie A sicuramente non si adatta alla qualità della sua rosa. 24 punti in 17 giornate sono un bottino misero per una squadra, sì rivoluzionata in estate ma sicuramente con un bagaglio tecnico e tattico in teoria superiore rispetto ad almeno quattro squadre che la precedono: Sampdoria, Fiorentina, Sassuolo, Atalanta.

I motivi della crisi

Da cosa può derivare la crisi capitolina? Ci sono vari elementi a cui è possibile imputare l'andamento vagheggiante della squadra di Di Francesco.

Innanzitutto, secondo il sentore dei tifosi, il colpevole è per lo più Pallotta, reo di una gestione alquanto manageriale e poco passionale della presidenza romanista. E' da sempre stato imputato all'italo-americano la poca partecipazione attiva alla vita dirigenziale della società romana e la tendenza a delegare compiti e mansioni.

Passando oltre, si arriva al focus sulle "bandiere" e sul carattere da dimostrare nei momenti difficili. Solo pochi giocatori della Roma possono permettersi e hanno la capacità di "dirigere" lo spogliatoio. Parliamo chiaramente di De Rossi, Florenzi, Manolas, Kolarov. I primi due per affetto, riconoscenza, militanza e temperamento, mentre i secondi due per carriera e crescita esponenziale. Siamo sicuri che questi quattro calciatori riescano a gestire uno spogliatoio così misto, tra giovani ed esperti?

Per arrivare alla motivazione tecnica e al calciomercato estivo che a fatti, si è dimostrato fallimentare. In questo caso, i due principali imputati non possono che essere, Di Francesco e Monchi, rispettivamente tecnico e direttore sportivo della Roma.

Di Francesco le ha provate tutte, ha cambiato modulo continuamente all'inizio della stagione senza per questo dare una sicurezza ai suoi giocatori ma tentando sempre di dare una svolta all'andamento della sua squadra. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1 passando per la difesa a tre, l'inserimento del giovane Zaniolo tra i titolari, la tentata riscoperta poi rivelatasi fallita di Schick.

Quello che manca alla squadra risulta altrimenti la voglia di vincere. La concentrazione dei giocatori latita, in quanto anche nelle ultime partite i gol subiti sono stati concessi su errori dei singoli non su sbagli veri e propri del reparto difensivo.

Aggiuntosi a questi motivi, l'inserimento positivo in squadra di pochi calciatori rispetto alla rivoluzione estiva (solo 2 su 12 possono definirsi acquisti azzeccati, Zaniolo e Olsen) si capisce come la situazione romana sia appesa ad un filo. Un filo lieve che si sta per spezzare.

Assisteremo ad un nuovo cambio di panchina? A mercoledì per saperlo.

 

Articolo di Riccardo Pinton