Il 12 settembre di 25 anni fa, nel corso di Foggia-Juventus, Alessandro Del Piero faceva il suo esordio con la maglia bianconera. Una storia d'amore durata 19 anni, una storia che porterà l'ex numero 10 a vincere tutto con il bianconero cucito addosso, compresa la Champions nel 1996. Nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Del Piero parte proprio da li: "Quella del 1996 fu una stagione di vera esaltazione, è diverso rispetto al Mondiale dove tutto è concentrato in un mese e vivi in una specie di bolla. La Champions è una strada lunga e quell'anno la percorremmo disintegrando ogni ostacolo. Sul piano personale fu l’anno della mia affermazione. Per il popolo juventino, del quale facevo e faccio parte da tifoso, fu l’anno del riscatto: finalmente i più forti in Europa eravamo noi".
Ventidue anni dopo la Juventus insegue il terzo successo nella competizione europea più importante per squadre di club: "Vedo ancora favorito il Real Madrid,anche se ha perso Ronaldo. Seconda fila con Juve, City e PSG. Terza fila: Barcellona, Bayern e Liverpool. La Juve gioca per vincere, la non ci sono mezze misure". E sulle possibilità delle altre squadre italiane aggiunge: "La Roma punta in alto perché ha dimostrato di avere la mentalità giusta per diventare una sorta di Liverpool italiano, ovvero una squadra che sa esaltarsi nelle notti europee. Napoli e Inter giocano per mettersi alla prova: vediamo a che livello siamo. Il Napoli ha il girone più duro delle quattro. Ancelotti è un numero uno in Europa, porta tantissimo in termini di mentalità e consapevolezza. Ma sarebbe ingeneroso attribuire a Sarri le responsabilità della differenza di rendimento tra Italia ed Europa. Fa parte di un percorso, ora Carlo deve gestire una nuova fase di crescita, cercando di valorizzare tutto l’organico per non arrivare senza benzina nei momenti chiave della Champions".
Tra sei giorni, dunque, comincerà la Champions ed i giocatori più forti del pianeta saranno pronti a sfidarsi nuovamente. Del Piero ne parla cosi: "Messi e Ronaldo daranno ancora tantissimo, soprattutto in Champions. Sono molto curioso di vedere Mbappè. Anche se credo che tutti ci stiamo dimenticando troppo in fretta di Dybala. Gli allenatori? Non riesco a vedere il sistema di gioco come un fine: è un mezzo. In genere, mi affascinano gli allenatori che sanno cambiare, che si inventano una genialata che segna una stagione (la posizione di Casemiro nel Real, la Juve con quattro attaccanti di Allegri, per esempio). Ma anche Guardiola ha saputo fare evolvere il suo gioco, non è un integralista. Anche per questi confronti, la Champions sarà esaltante".
E infine, ma non per importanza, una battuta su Cristiano Ronaldo e dell'impatto che la Juventus potrà avere in Champions con il portoghese in campo: "È un campione straordinario e ha la mentalità che hanno solo i grandi dello sport. Saprà renderla contagiosa. All'inizio non ci ho creduto. Pensavo fosse una bufala. La Juve ne aveva bisogno, anche per crescere in tutto il mondo. Partner ideale? Quando la squadra avrà trovato maggiore solidità, credo che Allegri oserà con una formazione spregiudicata, come due stagioni fa. Io continuo a dire che un giocatore come Dybala non può che diventare fondamentale".