Un nuovo ruolo ben definito, non propriamente usuale ma che si adatta perfettamente alle sue caratteristiche. Douglas Costa è l’arma utilizzata da Massimiliano Allegri per spostare gli equilibri a gara in corso e sfruttare al meglio le qualità del brasiliano. Nessuno come il tecnico livornese è bravo a preparare le partite in ogni sfaccettatura, considerando anche i cambi da utilizzare durante i match, con l’unico obiettivo di portare a casa la vittoria.
Nella rosa altamente competitiva della Juventus, l’ex Bayern Monaco è il giocatore perfetto per questa strategia: velocità, tecnica sopraffina, efficacia nell’uno contro uno, propensione all’assist ma anche un ottimo tiro quando serve, nel momento in cui la squadra avversaria potrebbe risentire di un calo fisico, a 30-20 minuti dalla fine. È già successo varie volte nella scorsa stagione, soprattutto nella seconda metà, sia in campionato che in Champions League, e quest’anno Allegri sembra risoluto ad utilizzare l’ala ancora in questa maniera, con buona pace di chi lo vorrebbe titolare. Certo, un giocatore così sarebbe probabilmente intoccabile in tutte le altre 19 squadre di Serie A, ma una delle abilità più grandi dell’allenatore è proprio quella di gestire al meglio tutti gli elementi a disposizione, contando le tante partite della stagione, i vari momenti di forma ed i risultati da conseguire in determinati punti dell’annata.
Ecco perché, dopo l’inizio da titolare a Verona contro il Chievo, Douglas Costa è partito dalla panchina sia contro la Lazio che contro il Parma ed è subentrato in entrambi i match nell’ultima mezz’ora; non ha partecipato direttamente ai goal segnati dalla Juve, ma certamente ha contribuito ad accelerare e a chiudere la partita – con i biancocelesti – e a tornare in vantaggio – con i ducali. Lo stesso giocatore ha accettato questo ruolo, senza pretendere di essere titolare, perché dopo il successo in Emilia ha dichiarato: “La panchina non è un problema, le partite si vincono in 14 e mi fido di Allegri”. Un vero e proprio 12esimo uomo.