All’Olimpico è arrivato lo scudetto aritmeticamente, allo Stadium nell’ultima contro il Verona la premiazione con consegna del trofeo davanti a tutti i tifosi nell’ultima in bianconero di Gigi Buffon, Stephan Lichtsteiner e Kwadwo Asamoah. È doveroso partire dall’epilogo con annesso trionfo – è la settima volta consecutiva – per riavvolgere il film del campionato e della stagione ed analizzare lo splendido torneo dei bianconeri, chiuso a quota 95, punteggio stratosferico.
Avvio sfolgorante dei bianconeri con sei vittorie nelle prime sei prima di ottenere un punto in due gare tra Atalanta e Lazio. Il primo big match del torneo, la sfida contro il Milan dell’ex Bonucci, viene vinto con il punteggio di 2-0 ma è il primo dicembre, un venerdì sera, che i bianconeri fanno decisamente la voce grossa in campionato. È la super sfida del San Paolo contro il Napoli e la Juve vince per 1-0. Segna, manco a dirlo, Higuain nei primi minuti di gioco ed una grande gara difensiva permette di portare a casa i tre punti. Allegri si impone puntando sul 4-3-3, lasciando il possesso palla agli azzurri – maestri in questo, con percentuale vicina al 70% - e sfruttando difesa e contropiede, con Dybala e Douglas Costa ad agire ai lati del grande ex. È la prima con il nuovo modulo, con il 4-2-3-1 in soffitta dopo il ko contro la Sampdoria e l’interregno del 3-4-3 messo in mostra contro il Crotone. Il nuovo modulo sarà il punto di riferimento per il prosieguo del campionato bianconero, salvo rare eccezioni, dovute soprattutto agli indisponibili. Nel turno successivo i bianconeri impattano contro l’Inter ma è l’ultimo passo falso (mezzo, a dire la verità) per una squadra capace d’infilare 12 vittorie consecutive con un solo gol incassato e ben 26 realizzati, oltre due a gara: battute Atalanta e Lazio, la Fiorentina a Firenze, il Toro nel Derby, superati gli ottavi di Champions League contro il Tottenham e guadagnata la finale di Coppa Italia, con l’Atalanta eliminata in semifinale. Una delle svolte cruciali è proprio la gara contro i biancocelesti; i bianconeri soffrono, schierati con il 3-5-2 a specchio, con Dybala e Mandzukic in attacco incapaci di creare pericoli. Nel secondo tempo entra Douglas Costa in campo, ma il gol da tre punti arriva al 93’ con Dybala, una rete che manda in confusione il Napoli in un sabato davvero positivo; gli azzurri, infatti, crollano in casa con la Roma e la Juve può sorridere davvero alla 27ma. Lo stop inatteso è contro la Spal (0-0), ma poi arriva il successo contro il Milan (3-1 nonostante la rete del momentaneo pareggio dell’ex Bonucci, fischiatissimo all’Allianz Stadium) seguito dalle vittorie contro Benevento e Sampdoria intervallate, però, dai quarti di finale di Champions League, più che dolorosi contro il Real Madrid, con la gara del Santiago Bernabeu ferita aperta. Il momento buio deve ancora arrivare, in Serie A; è tra la 33ma e la 34ma che la Juve rischia di perdere anche il campionato.
Nel turno infrasettimanale arriva solo il pareggio a Crotone, il Napoli vince con l’Udinese in campo nel turno in contemporanea e la distanza tra le due formazioni è di appena quattro lunghezze nella settimana dello scontro diretto. È il 22 aprile, il giorno dei giorni, per dirla alla Ligabue, il Clasico italiano va in scena. La Juve potrebbe chiudere i conti e portarsi a +7, ma Allegri, nel suo 4-2-3-1, punta su difesa e contropiede, con rischi minimi anestetizzando gara e campionato. La tattica funziona, ma il Napoli domina con il suo 4-3-3 ed espugna Torino con un terzo tempo incredibile di Koulibaly. Gli azzurri guadagnano tre punti pesantissimi, si portano a -1 dalla Juve e riaprono il campionato a quattro giornate dal termine, con vista scudetto considerando i due impegni con elevato coefficiente di difficoltà per i bianconeri, ad iniziare dall’Inter, rivale storica in corsa per la Champions. A Milano si cambia ancora; si torna al 4-3-3 contro il 4-2-3-1 interista ed arrivano i tre punti al termine di una gara rocambolesca. Vantaggio bianconero, nerazzurri in 10 per il rosso a Vecino ma uno-due micidiale; la Juve vede il baratro; la reazione, però, è veemente e commovente ed in due minuti ribalta tutto. Gara, scudetto e destino; vittoria in rimonta pesantissima, perché l’indomani il Napoli cade a Firenze. Scudetto decisamente vicino, arriva la vittoria contro il Bologna poi doppi festeggiamenti a Roma in quattro giorni; arriva prima la Coppa Italia – quarta consecutiva – con il Milan battuto 4-0 in finale, poi lo scudetto con il pareggio contro la Roma per 0-0. Solo ai fini statistici, poi, il successo finale contro il Verona.