Tutto facile per il Milan che domina l’ultima gara di campionato, quella che valeva il sesto posto contro la Fiorentina, e, dopo essere finito sotto per il gol in ripartenza di Simeone, rimonta e dilaga sino al 5-1 finale. Una rete e due assist, entrambi finalizzati da Cutrone, per Calhanoglu, mentre si uniscono alla festa anche Kalinic e Bonaventura. Rossoneri che chiudono il campionato di Serie A al sesto posto, a quota 64 punti, mentre la Fiorentina, ottava, incassa la tredicesima sconfitta stagionale.
Rino Gattuso deve inventare l’alternativa al 4-3-3 data l’assenza del talismano Suso: davanti ci sono due punte come Kalinic e Cutrone, con Calhanoglu che torna al suo vecchio ruolo di trequartista centrale. Dietro, solito schieramento con Donnarumma tra i pali, Calabria, Bonucci, Romagnoli e Rodriguez a formare la linea a 4, Kessié e Bonaventura come mezzali ad accompagnare Locatelli, scelto dal primo minuto in cabina di regia. Dall’altra parte è 4-2-3-1 per Stefano Pioli: davanti a Sportiello ci sono Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo e Biraghi, mentre la cerniera di centrocampo è formato da Dabo e Cristoforo. Davanti, Saponara è il regista avanzato, con Benassi e Chiesa come esterni e Giovanni Simeone unica punta.
Solo sei minuti sul cronometro quando il Milan trova il primo squillo: Locatelli lancia, verticalmente, Kessié che trova il varco giusto ma subisce il rientro, feroce, di Benassi. Sul rimpallo, il più lesto ad arrivare è Calhanoglu, ma il destro incrociato termina largo a lato. Dopo meno di cinque minuti è ancora l’ex-Atalanta a liberarsi dai trenta metri per il destro, che termina alto. Il Milan però sembra aggresivo e trova ottimi varchi nella difesa toscana: un brutto errore di Vitor Hugo libera la strada a Kalinic che si gira, in area, e lascia andare il destro, ma Sportiello è attentissimo e respinge coi pugni.
Al ventesimo, però, cambia tutto a San Siro: Bonucci perde clamorosamente palla in costruzione, Chiesa lo scippa e si lancia a massima velocità. Filtrante mancino per Simeone che sbuca alle spalle di Rodriguez e, con il tocco sotto di destro, beffa l’uscita di Donnarumma. 1-0 e grande gioia per gli ospiti, che però vedono il loro urlo spezzarsi praticamente in gola: Cristoforo travolge Bonaventura pochi passi fuori dal limite dell’area, beccandosi l’ammonizione, ma soprattutto concedendo una punizione al Milan. Sul punto di battuta va un mago come Hakan Calhanoglu che, letteralmente, fulmina Sportiello calciando forte, teso, sul palo del portiere. Primo centro su calcio piazzato della stagione per il turco e situazione subito ristabilita sulla parità.
Poco prima della mezz’ora Stefano Pioli si gioca il suo primo cambio, mandando in campo Olivera al posto di Vitor Hugo. Sfortunato il centrale brasiliano, costretto ad uscire anzitempo per un problema fisico proprio il giorno del suo compleanno. Il copione resta lo stesso, con i rossoneri a costruire e la Fiorentina che prova a colpire in ripartenza senza particolari effetti, ma a cinque minuti dall’intervallo il Milan affonda ancora: altro guizzo di Calhanoglu che, sulla destra, fa fuori il marcatore diretto e mette dentro il destro teso, sul quale Cutrone si fionda senza esitazioni e, toccandolo di testa quel tanto che basta, lo spedisce alle spalle del portiere per completare la rimonta.
Nel finale i padroni di casa, galvanizzati, regalano il miglior calcio di questo primo tempo: solo un miracolo di Sportiello, bravissimo prima a togliere la palla dalla testa di Kalinic e poi a respingere il mancino di Rodriguez; e l’imprecisione di Cutrone, liberato benissimo sulla destra dalla sponda del croato, evitano un passivo peggiore alla Fiorentina.
Al ritorno in campo non c’è proprio Sportiello, evidentemente acciaccato da un colpo al volto subito nel primo tempo, ma al suo posto entra Dragowski, con Pioli che esaurisce i cambi scegliendo anche Bruno Gaspar per German Pezzella. Il Milan però, torna sul prato di San Siro con lo stesso spirito col quale era uscito: ottima azione di Bonaventura sulla mancina, Biraghi perde clamorosamente Cutrone che, di testa, inchioda benissimo. Dragowski fa il miracolo respingendo, ma la palla rimane a pochi centrimetri dalla linea dove il più rapido a tuffarsi è Nikola Kalinic. Il croato la butta dentro, fa 3-1 e completa l’en-plein di reti del tridente di Gattuso. La partita perde abbastanza di significato da qui, anche se il divertimento ne guadagna: maglie più larghe, dopo il buon mancino tentato da Chiesa e neutralizzato da Donnarumma è di nuovo il momento dei rossoneri. Kalinic porta avanti bene la palla scaricando su Calhanoglu che illumina i compagni con l’ennesima invenzione della gara, un filtrante chirurgico a liberare Cutrone. Controllo di destro, il 63 fulmina Dragowski sul primo palo e fa poker di squadra, oltre che doppietta personale. Dopo cinque minuti il baby-talento rossonero avrebbe firmato anche il terzo sigillo personale, ma arriva il fischio per -netto- fuorigioco.
Continuano però i segnali positivi per Gattuso, che vede i suoi uomini continuare ad attaccare, a muoversi, e reagala anche una mezz’ora di gioco ad André Silva. 15 minuti al novantesimo, a prendere la scena è Jack Bonaventura: ottima azione personale, la mezzala passa tra gli avversari come se giocasse al Subbuteo e, dal limite, lascia andare un destro non irresistibile, che Dragowski però si fa passare sotto la pancia. Papera del polacco, gioia assoluta di San Siro che festeggia per la quinta volta. Applausi scroscianti, forse per la prima volta, almeno nel recente passato, anche per Nikola Kalinic, sostituito da Antonelli. Qualche minuto nel finale anche per un giovane della primavera, il classe 1999 Emanuele Torrasi, centrocampista, che rileva Bonaventura poco prima del triplice fischio.