Ha voluto fortemente la Nazionale e l'ha ottenuta, Roberto Mancini, nuovo CT che nella mattinata di oggi è stato presentato in conferenza stampa. Nel compleanno della rosa azzurra, che nel 1910 vinse per 6-2 contro la Francia nella sua prima sfida in assoluto, l'ex tecnico di Zenit ed Inter ha risposto alle domande dei giornalisti, confermando la gioia di sedersi sulla panchina della Nazionale Italiana: "Sono abbastanza emozionato - ha infatti detto Mancini ad inizio conferenza - Ci tengo a ringraziare i commissari che mi hanno fatto sentire la loro fiducia, per me è stato abbastanza semplice scegliere. Sono orgoglioso di guidare una nazionale con cui ho cominciato a giocare nel 1978, con l'under 14. Ringrazio gli allenatori che ho avuto in carriera e tutti coloro i quali mi hanno aiutato per la mia crescita".
Roberto Mancini ha continuato sulle motivazioni che l'hanno spinto a scegliere la panchina azzurra: "Penso che la Nazionale sia il punto d'arrivo di ogni allenatore. Ci sono dei momenti nella carriera che ci spingono a fare delle scelte: c'è chi preferisce allenare un club tutti i giorni, io dopo tanti anni di carriera ho pensato che forse poteva essere il momento giusto di fare qualcosa per la Nazionale in un momento così difficile". Passaggio obbligato, poi, sui futuri volti dell'Italia: "La cosa bella è che in nazionale non si devono comprare giocatori. Per quanto riguarda le scelte, giocatori in Italia ce ne sono tanti. Per quel che riguarda Mario (Balotelli, ndr) è un calciatore italiano e per questo ci parleremo. E' un calciatore che vorremmo rivedere come agli Europei con Prandelli". Sul ruolo di Pirlo: "Come giocatore? - sorride scherzosamente - No sul serio, poi vedremo con lui il da farsi".
Sempre attaccato ai colori azzurri, Mancini ha poi parlato dei suoi obiettivi da CT: "Ho un grandissimo amore per la Nazionale, ho avuto la fortuna di essere allenato da gente come Bearzot, Vicini e Sacchi. Innanzitutto vorrei essere un CT per bene, poi essere un allenatore capace di riportare in auge l'Italia, sia in Europa che ai Mondiali Ci sarà da lavorare molto e non sarà facile, ma penso che potremmo farcela". Il nuovo tecnico della Nazionale ha parlato poi delle scelte future, dai moduli ai calciatori: "L'Italia ha vinto quattro Mondiali e questo vuol dire che è forte anche se non la si allena sempre. Anche in questo periodo abbiamo calciatori bravi per un'ottima rosa. Buffon? Ci parleremo - dice il Mancio parlando del portiere azzurro - Vedremo. Moduli? I calciatori sono sempre undici in campo".
Delicata, poi, la parentesi sul rapporto spesso conflittuale con i club: "La Nazionale è importante. Bisogna però avere rispetto di club e calciatori, che giocano tantissime partite. Bisogna anche capire i momenti, quando chiamare o no un calciatore. E' per questo che dobbiamo avere molti claciatori a disposizione così da avere un ampio ventaglio. Detto questo i club dovranno sicuramente darci una mano. Se questa sarà la sfida più difficile? - dice Mancini - Non so. Sicuramente quando non vinci in un club i tifosi si arrabbiano, in nazionale i tifosi sono cinquanta milioni. La sfida non è semplice, ma ci proveremo".
Roberto Mancini, visibilmente emozionato, ha in seguito parlato del suo ruolo come "accentratore" del tifo nazionale: "E' difficile che un CT venga accettato da tutti, in Italia ci sono molti tifosi ed ognuno ha opinioni diverse. Spero di essere un allenatore capace di vincere un trofeo importante, che è quello che unisce i tifosi". Continua, Mancini: "Ora è difficile dire come giocheremo, allenarli e stare insieme mi darà la possibilità di capire meglio. Mi adatterò alle loro esigenze, alle loro qualità, poi decideremo cosa è meglio per la squadra. Non chiedo stage, se avremo la possibilità ne faremo ma più per chiamare qualche giovane, per conoscerli meglio. Ma, come ho detto prima, i giocatori viaggiano ogni tre giorni, non è così semplice. Dovremo essere veloci a trovare una base di squadra da portare. Le seconde squadre sono un'ottima cosa, sperando che giochino molti italiani".
In seguito, il tecnico della Nazionale è tornato sul rapporto con i tifosi: "Dovremo essere noi a riavvicinarli, perché quando la nazionale gioca i tifosi sono tantissimi e sono molto vicini. Le altre cose sono dedizione, lavoro, tutte cose abbastanza normali. Sono tutti giocatori professionisti al 100%, molto seri. Una cosa importante è questa, i giocatori che arrivano alla Nazionale devono tirare fuori i sogni che hanno nel cuore. Quando uno pensa, da giovane, guardando le partite alla tv, uno sogna. Il mio rapporto con le Nazionali minori? Non posso andare ad intralciare il lavoro dei miei colleghi. Sicuramente collaboreremo con le Nazionali minori, ma ognuna ha il suo tecnico".
Ultimo passaggio, Mancini l'ha fatto sulla differenza tra le rose che giocano bene e quelle che vincono: "Non ho sentito le parole di Allegri quindi non posso dire la mia. E' normale che il bel gioco piace a tutti e di solito chi gioca meglio alla fine vince. Penso che chi riesce a giocare bene e non sempre accade, poi vince perché è migliore. Chiaro che noi cercheremo di avere il maggior numero di giocatori tecnici per un ottimo calcio". Infine, su De Rossi e Buffon: "Sicuramente ci parleremo per capire le loro intenzioni, quando inizieremo a giocare chiameremo quelli più in condizione. Staff? Abbiamo avuto troppo poco tempo, ma non sarà un grande problema".
Prima della conclusione dei lavori, il commissario straordinario Fabbricini ha voluto ringraziare Gigi Di Biagio: "Ringrazio Di Biagio, perché ha avuto la guida della nazionale in due partite importanti. Ha creato un bellissimo clima in quella trasferta, ha fatto bene. Ora torna alla guida dell'Under21, ci sarà il campionato in Italia, speriamo abbia la finale a Udine, per riuscire ad arrivare alle Olimpiadi. Sarei felice se l'8 di giugno ci fosse la presenza con la nazionale femminile che gioca contro il Portogallo per la fase finale della Coppa del Mondo"