La presenza della Nigeria in questo Mondiale di Russia 2018 non era poi così scontata. L'urna delle qualificazioni aveva infatti riservato alle Super Aquile un girone veramente di ferro con lo Zambia campione d'Africa nel 2012, il Camerun campione dell'ultima edizione continentale e l'Algeria, squadra imbottita di calciatori che giocano a livello internazionale, ma che anche stavolta non è riuscita ad amalgarmarsi. Alla fine il solito mix di forza fisica in mezzo al campo e velocità ha avuto ancora una volta successo, non ci saranno magari più gli Essien, i Kanu e i Martins, ma lo stile è rimasto invariato, trovando semplicemente dei sostituti ai propri campioni e le novità non hanno deluso le attese. Un po' clamorosamente infatti i biancoverdi hanno un andamento inverso tra la propria competizione continentale e il Mondiale. In coppa d'Africa, dopo il successo del 2013, hanno mancato la qualificazione due volte su due, mentre invece negli ultimi quattordici anni la squadra ha mancato solo l'edizione 2006 della rassegna intercontinentale, arrivando per ben tre volte agli ottavi di finale.
Il percorso nelle qualificazioni è stato netto, con 4 vittorie e 2 pareggi e ben 6 punti di margine rispetto allo Zambia secondo. Un ruolino invidiabile per il girone più difficile della CAF, la rosa non ha profili che fanno stropicciare gli occhi, ma giocatori esperti e con caratterstiche ben precise, cosa che ha permesso al ct Rohr, in carica dal 2016, di dare un'impronta ben precisa alla squadra, ma senza rivoluzioni. Aspettiamoci dunque una Nigeria simile agli scorsi anni e le squadre del girone D, ovvero Argentina, Croazia e Islanda dovranno fare molta attenzione.
Il CT
Gernot Rohr, classe '53, è un ex difensore tedesco che può vantare anche una stagione al Bayern Monaco da calciatore, anche se con sole sei presenze. Fece fortuna in Francia, diventando un pilastro del Bordeaux con più di 350 presenze, 3 scudetti e 2 coppe nazionali alzati. Da allenatore meno soddisfazioni. I suoi risultati principali sono la promozione del Bordeaux dalla Ligue 2 alla Ligue 1 e i quattro anni al Nizza. Poi una carriera passata a fare da selezionatore di nazionali africane, sfruttando anche il fatto di sapere sia il tedesco che il francese, cosa che gli permette di comunicare facilmente in molte parti del continente nero, cosa da non sottovalutare quando si parla di un europeo che allena una nazionale africana.
Un biennio al Gabon con risultati più che discreti, poi un bienno al Niger, per tentare l'impossibile miracolo di formare una squadra di livello, una breve parentesi nel Burkina Faso per poi arrivare in Nigeria nel 2016, con l'obiettivo, centrato, di arrivare al Mondiale. I giocatori a disposizione permettono di passare da un 4-4-1-1 a un 4-3-3 senza grosse conseguenze. La differenza principale sta nella diga davanti alla difesa, che può essere formata da due uomini o uno soltanto, per far scattare davanti i numerosi velocisti. Nelle amichevoli di marzo il cannovaccio tattico ha messo in difficoltà la Polonia, che ha perso per 0-1, mentre invece non ha neanche graffiato la Serbia, che ha ottenuto un successo per 0-2. Dipenderà dunque molto dai ritmi che sapranno tenere le Super Aquile e lo stile della squadra che starà dall'altra parte del campo.
La Rosa
La Nigeria non può più vantare i profili internazionale di spessore come Kanu, Yobo e Martins, ma sono stati rimpiazzati comunque da profili che promettono molto bene per il futuro e per il presente. In difesa, dall'addio di Yobo, la retroguardia balla un po', con il solo 21 enne Awaziem ad avere esperienza ad alti livelli. Gioca infatti nel Nantes che ha regalato sorprese per 2/3 di stagione. In mezzo al campo si inizia già ad intravedere la struttura della squadra, Obi Mikel, ora in Cina dopo diversi anni di Chelsea, è il condottiero a centrocampo della squadra, mentre Ndidi il talento che sta emergendo al Leicester (ha rimpiazzato Kantè). Non ci si può dimenticare poi dell'ex "italiano" Onazi e di Obi, attualmente al Torino e che in questa stagione è tornato a giocare con regolarità dopo stagioni travagliate. Davanti le freccie, con sulla destra Moses del Chelsea e a sinistra Iwobi dell'Arsenal, in mezzo il fulmine Musa, con come alternative il talento emergente Iheanacho e la fisicità di un Ighalo che forse è andato in Cina troppo presto. Tanta Premier League insomma, cosa che corrisponde all'idea di un calcio fisico, starà poi alla velocità fare il resto, sperando che dietro non si facciano troppi danni.
La rosa convocata per le amichevoli di marzo.
Portieri: Akpeyi, Uzoho, Ezenwa;
Difensori: Awaziem, Balogun, Troost-Ekong, Omeoruo, Eze, Elderson, Aina, Idowu, Ebuhei;
Centrocampisti: Ndidi, Obi Mikel, Onazi, Obi, Shehu, Agu, Agbo, Ogu, Etebo, Moses;
Attacanti: Iwobi, Simon, Ajayi, Ighalo, Musa, Okechukwu, Iheanacho.
L'obiettivo
Il girone in cui è capitata la Nigeria è sicuramente bello tosto. Croazia e Argentina rappresentano ostacoli durissimi, mentre l'Islanda è la rivelazione di questi ultimi anni. Comunque l'obiettivo è realisticamente l'approdo agli ottavi di finale, sapendo che potrebbe non arrivare per bravura altrui, visto che ci sono due squadre dal tasso tecnico sicuramente superiore. L'Islanda può soffrire la velocità nigeriana, mentre Croazia e Argentina hanno delle qualità tali da potere tranquillamente sotto le Super Aquile nel caso in cui la partita si giochi a parità di forma fisica e fame. La finalità dev'essere quella di fare la più bella figura possibile, sperando magari in un passo falso della Croazia per quanto concerne il secondo posto o in un Messi abulico tra le fila sudamericane, che, nonostante i tantissimi campioni, senza la Pulce sembrano ridimensionarsi parecchio. Rohr ha le carte per preparare qualche trabocchetto alle squadre più blasonate, in Russia scopriremo se le tattiche preparate per colmare il gap avranno successo.