Andera Pirlo ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport a margine del Premio Facchetti. Il regista ex Milan e Juventus ha cominciato parlando di un suo possibile ruolo da allenatore: "Tutti i miei ex compagni non volevano diventarlo, poi sono diventati allenatori. Per ora non ci penso, inizierò a fare il corso perché avere il patentino può fare comodo. Lavorando con Conte, mi è venuta un po’ voglia di diventare allenatore".
In seguito, un dolce ricordo degli anni al Milan: "Al Milan sono stati i dieci anni più belli della mia vita. Dove siamo riusciti a vincere davvero tutto. Una cavalcata straordinaria. La prima Champions al Milan è stata la più bella, la più emozionante. E la prima non si scorda mai. Tentazione di giocare all’estero? Ho avuto la fortuna di giocare con le tre squadre più importanti in Italia nel momento più importante del calcio italiano, e quindi non ho nessun rimpianto. Meglio di così non poteva andare, e all’epoca non avevo nessuna voglia di andare all’estero".
Inevitabile, poi, un passaggio sulla maledetta finale di Istanbul: "Il momento più brutto? Istanbul, Dopo tanti anni la delusione rimane, ormai ho smesso di giocare e quindi non posso più tornare indietro. E’ stato il miglior primo tempo, quello, del ciclo di Ancelotti, poi non capiamo ancora adesso cosa possa essere successo. Pensai anche di smettere, ma fortunatamente sono andato avanti e abbiamo avuto la nostra rivincita. Se ho mai pensato al Pallone d’Oro? Mai pensato che fosse una cosa così importante per un calciatore. C’erano altri campioni in quell’epoca, ero contento di vincere come squadra".
In ultimo, Andrea Pirlo ha parlato del suo caro amico Gattuso: "Lo vedo bene, solo un po’ invecchiato. Non pensavo che Rino facesse questo lavoro in poco tempo: ha dato un anima, senso di appartenenza, sono contento di lui e lo sento spesso. Allegri pragmatico? Bisogna trovare sempre una via di mezzo fra i risultati e la bellezza, noi al Milan giocavamo bene e vincevamo per cui non c’era discussione. Allegri è un ottimo allenatore, e cerca di dare il meglio alla squadra: a volte giocano bene, a volte male. Ma alla fine conta il risultato, e ha ragione lui" conclude Pirlo.